Quando Steven Spielberg lanciò E.T. l’Extra-Terrestre nel 1982, il film fu acclamato in tutto il mondo, diventando uno dei più amati e di successo della storia del cinema. Tuttavia, nei paesi scandinavi, la storia di amicizia tra un bambino e un extraterrestre incontrò una sorprendente barriera: ai minori di dodici anni – in Svezia e Norvegia – e di otto anni – in Finlandia e Danimarca – fu vietata la visione del film.
La censura in questi paesi non era legata all’aspetto del simpatico extraterrestre, ma all’atteggiamento dei personaggi adulti, spesso ritratti come antagonisti o in atteggiamenti minacciosi verso i bambini, considerato inappropriato e potenzialmente traumatico.
In Svezia, il Consiglio dei film per bambini espresse il timore che la tensione e alcune scene spaventose, come quella della morte apparente di E.T., potessero influire negativamente sulla salute mentale dei bambini. Il presidente del Consiglio, Kersten Elmhorn, dichiarò che il film era “molto forte e suggestivo,” nonostante riconoscesse la qualità della pellicola.
A rincarare la dose, il direttore della censura svedese, Gunnel Arrback, spiegò che l’intero film era permeato da un senso di minaccia tale da renderlo inadatto ai più piccoli.
Questa decisione provocò un’ondata di critiche, poiché E.T. veniva visto come una fiaba moderna, un’esperienza cinematografica quasi formativa. Il divieto fu percepito come una limitazione ingiusta per le giovani generazioni, cosicché molti spettatori e genitori scandinavi ignorarono le restrizioni, portando i figli a vedere il film comunque, attratti anche dall’impatto culturale e dalla popolarità della pellicola.
7. Borat
Sarebbe molto strano se in questa classifica mancasse il film che per eccellenza è ritenuto controverso.
Parliamo di Borat: Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan che è stato censurato in Russia per la sua rappresentazione caricaturale e satirica delle nazionalità dell’ex Unione Sovietica, in particolare il Kazakistan. La storia e i personaggi dipinti da Sacha Baron Cohen offrono un’immagine volutamente eccessiva e ridicolizzante del paese e delle sue tradizioni: il Kazakistan fittizio di Borat è infatti ritratto come arretrato e culturalmente distorto, con usanze bizzarre e immorali.
Le autorità russe hanno vietato la proiezione del film nei cinema ritenendo che, con le sue battute forti e i riferimenti esagerati, avrebbe potuto offendere non solo i kazaki ma anche altre nazionalità vicine e alcune categorie di cittadini russi. Questo divieto si inscrive in una linea generale di censura cinematografica adottata dalla Russia, dove rappresentazioni percepite come denigratorie verso culture o etnie sono spesso soggette a restrizioni.
Secondo la portavoce Marina Bodiaghina, che lavorava per la società che deteneva i diritti del film in Russia, Borat risultava “ambiguo e scioccante”, ma la decisione di consultare l’agenzia per la cultura e la cinematografia è stata presa per evitare di urtare il pubblico.
Nonostante il divieto nelle sale cinematografiche, il film è stato reso disponibile in DVD per una distribuzione più controllata. Il divieto di Borat ha generato discussioni sul tema della libertà d’espressione e sull’effetto della satira politica e culturale, mettendo in evidenza le differenti sensibilità dei governi verso contenuti comici considerati provocatori e potenzialmente “non edificanti” per il pubblico.
8. Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo
La saga campione di incassi Pirati dei Caraibi ha avuto non pochi problemi legati alla censura per il suo terzo capitolo Ai Confini del Mondo.
Il film con protagonista l’immortale capitan Jack Sparrow, interpretato da Johnny Depp e diventato uno dei personaggi più di rilievo di tutta la storia del cinema, è stato censurato in Cina principalmente a causa di alcune scene e riferimenti considerati inappropriati dal governo cinese.
Le autorità hanno ritenuto che la rappresentazione della pirateria e della violenza, insieme a temi legati alla magia e al soprannaturale, potessero urtare sensibilità culturali. Il riferimento colpisce maggiormente il personaggio di Sao Feng, interpretato da Chow Yun-Fat che, proprio a inizio film, si presenta con la faccia butterata, le unghia lunghe e la barba incolta.
La rappresentazione del re dei pirati non è piaciuta alla Cina, che lo ha definito offensivo e stereotipato, non in linea con la loro idea sulla rappresentazione dei contenuti definiti immorali o che non si allineano con la narrativa ufficiale, portando alla rimozione di parti di film che lo ritraevano, assieme ad elementi sovrannaturali legati alla cultura cinese.
9. I segreti di Brokeback Mountain
I segreti di Brokeback Mountain, diretto da Ang Lee, film di culto vincitore di tre premi Oscar, ha suscitato notevoli polemiche e censura in vari paesi a causa della sua rappresentazione di una storia d’amore tra due uomini: Ennis e Jack, interpretati da Heath Ledgere Jake Gyllenhaal. La pellicola affronta temi di omosessualità e di repressione sociale, elementi che sono stati considerati inaccettabili in molte culture conservatrici.
In paesi come la Cina, dove la cultura LGBTQ+ è spesso stigmatizzata, il film è stato vietato o fortemente censurato per il suo contenuto ritenuto “immorale”. Le autorità temevano che potesse incitare comportamenti considerati devianti rispetto alla tradizionale visione della famiglia e delle relazioni.
Anche in nazioni del Medio Oriente e in alcune regioni dell’Asia, I segreti di Brokeback Mountain ha subito divieti simili, con la censura che riflette le leggi e le norme sociali prevalenti. Queste decisioni mettono in evidenza non solo la resistenza culturale verso le rappresentazioni LGBTQ+, ma anche la lotta per la libertà d’espressione in contesti in cui l’amore e l’identità sessuale non conformi sono purtroppo ancora considerati tabù.
Ci va di chiudere questo paragrafo con la tagline usata per promuovere il film “Love is a force of nature”.
10. La bussola d’oro
Arriviamo dunque alla fine di questa classifica con uno dei film che ha suscitato maggior interesse per le critiche che sono state sollevate.
Parliamo de La bussola d’oro, adattamento del libro di Philip Pullman, la cui versione cinematografica è stata diretta da Chris Weiszcon Nicole Kidman, Christopher Lee e Dakota Blue Richards.
Il film racconta la storia di Lyra, una giovane eroina di undici anni. La sua avventura in un multiverso incantato inizia con la ricerca di un amico scomparso, rapito dagli “Ingoiatori”, esseri misteriosi che agiscono sotto il comando dell’Intendenza Generale per l’Oblazione. Questi inquietanti antagonisti hanno come obiettivo la rimozione delle anime dei bambini, rivelando tematiche profonde e inquietanti.
Il racconto si fa ancora più complesso con l’introduzione del Magisterium, una struttura religiosa che attinge al potere attraverso menzogne e inganni.
Molti critici e associazioni religiose hanno visto in essa una chiara analogia con la Chiesa cattolica, scatenando reazioni di indignazione e proteste, tanto da essere stato aspramente criticato dal Vaticano per i suoi contenuti anti clericali, sostenendo come il film era un assalto diretto alla chiesa e a Dio e che promuovesse l’ateismo, oltre a denigrare il cristianesimo.
Alla fine, il film è stato boicottato in alcuni paesi o distribuito con tagli significativi, mentre negli Stati Uniti ha continuato a ricevere numerose critiche da parte di gruppi religiosi che hanno intentato una crociata religiosa contro La bussola d’oro.
Sperando che in alcuni paesi venga sotterrata l’ascia di guerra, a noi non rimane altro che godere di queste opere.