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Agatha All Along è una serie dei Marvel Studios, prodotta dalla sezione Marvel Television: i suoi nove episodi sono disponibili su Disney Plus.
Ecco la nostra recensione di tutti gli episodi di Agatha all Along la nuova serie Marvel che si è rivelata una bomba
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Agatha All Along è una serie dei Marvel Studios, prodotta dalla sezione Marvel Television: i suoi nove episodi sono disponibili su Disney Plus.
Come detto qua, Agatha All Along parte dal personaggio a fumetti della Marvel Comics e dalla serie capolavoro WandaVision: e fin dall’annuncio della sua produzione, il pubblico era stato particolarmente scettico sulla sua riuscita. Ma niente è più bello di un’opera che si pensa brutta ma si scopre (ancora più) bella.
Probabilmente, quello che aveva fatto storcere il naso a tutti quelli che avevano amato WandaVision e invece diffidavano di Agatha All Along era il fatto che, pur essendo in tutti i sensi una lo spin-off dell’altra, la prima era così perfetta nel suo equilibrio tra devozione -non cieca ma intelligentissima- al fumetto e quella profondità che veniva dal dolore -della perdita-, da rendere alla seconda praticamente impossibile eguagliarla.
Anche in considerazione che Kathryn Hahn aveva costruito il suo personaggio di Agatha Harkness con una declinazione grottesca e sopra le righe, beffarda e ironica. Ovvio allora supporre che Agatha All Along avesse lo stesso mood del suo personaggio centrale, allontanandosi dalla tragedia emotivamente coinvolgente del serial cugino.
Ecco che però già il primo episodio spiazza: una struttura a mosaico, che guardava da vicino al puzzle pop-art che era WandaVision, che tirava le fila di alcune trame dell’MCU rimaste sospese e che insieme imbastiva una storia dai contorni misteriosi.
Andando avanti con le puntate, lo show si è anche dimostrato migliore di quello che si poteva credere o sperare.
Non solo i fumetti Marvel sono trasposti con sottigliezza e passione (non da un albo o una storyline precisa, piuttosto da storie sparse come La Crociata Dei Bambini di Allan Heinberg e Jim Cheung, o Stile>Sostanza di Kieron Gillen e Jamie McKelvie), ma i personaggi messi in scena riescono a costruire una trama che svicola tra mistery, horror, dramma familiare, senza mai perdere un colpo: numerosi inside joke travestiti da allucinazioni psichedeliche puntellano la narrazione che, accostandosi ma non sovrapponendosi allo stile di WandaVision, creano una serie che diventa esperienza emotiva e cinefila, richiamando storie e fiabe, film e dipinti, in un mix coerente e avvincente.
Senza dire che la Strada delle Streghe, percorsa dalle protagoniste, è un modo per addentrarsi in un mondo stracolmo sia di cultura pop, sia di diramazioni emotive: creando un percorso che conduce al climax del settimo episodio, cuore pulsante della serie.
Perché va sottolineato come Agatha All Along possa godere di una costruzione narrativa di primissimo ordine: inizia in medias res riprendendo storie passate, devia l’attenzione dello spettatore travestendosi con i generi; affonda nelle emozioni mostrando il lato tragico della storia, con un cast incredibilmente affiatato con in testa una superba Hahn, non indugia nell’autocompiacimento ma anzi mostra l’insostenibile leggerezza del dolore sempre con il sorriso a mezza bocca della protagonista.
Esplode, con l’episodio sette che funge da pre-chiusura (non per niente, ha il rating più alto insieme all’ultimo episodio della seconda stagione di Loki), commovente e ricercato, forte di una narrazione che procede per ellissi ma tenendo fermo il timone sui personaggi e sui sentimenti; ha una chiusura perfetta con l’episodio otto, che tira le somme di tutto, e un sottofinale per riprendere il respiro con l’episodio nove.
Insomma, una costruzione drammaturgica che rasenta la perfezione al servizio di una storia mai banale e potentissima.
Senza dimenticare, all’inizio e alla fine, di far parte di quell’enorme affresco audiovisivo postmoderno che è l’MCU, chiudendo qualche trama e aprendone tante altre, presentando al pubblico un personaggio nuovo e attesissimo, e riportando l’iconografia della Harkness un po’ più vicina alla sua controparte di carta.
Gli ultimi episodi, (come i primi, che abbiamo analizzato qua) sono ricchi di quegli easter egg e riferimenti ai fumetti che fanno la gioia degli appassionati.
Prima di tutto, una di quelle rivelazioni che lascia il segno e che fa entrare la serie a pieno titolo in quelle da ricordare nel futuro: Rio (il misterioso personaggio interpretato da Aubrey Plaza) è in realtà Lady Morte.
I lettori Marvel sanno bene chi è: non tanto -o non solo- la rappresentazione antropomorfa della Morte, ma un vero e proprio personaggio, che soprattutto viene ricordata per essere l’oggetto del desiderio del villain Thanos, il titano pazzo che proprio per compiacere la morte, nella miniserie evento The Infinity Gauntlet (di Jim Starlin e Ron Lim, con uno schiocco di dita sterminò metà umanità. Apparsa per la prima volta in Captain Marvel # 26 nel 1973. È la sorella di Eternità (che al cinema abbiamo visto in Thor: Love & Thunder di Taika Waititi nel 2022), con la quale forma l’equilibrio naturale tra la vita e la morte.
Nell’epilogo, vediamo poi il fantasma di Agatha con Wiccan: è un riferimento alla splendida miniserie di James Robinson e Vanesa Del Rey che ha per titolo proprio Witches’ Road, dove fa per la prima volta la sua apparizione la Strada delle Streghe.
A proposito del fantasma di Agatha: il personaggio assume un look molto più simile alla sua controparte cartacea, con il mantello viola e i capelli bianchi. Sempre in Witches’ Road, Agatha è un fantasma mentore di Scarlet Witch.
Una delle rivelazioni più attese dello show è stata fin dall’inizio la vera identità del ragazzo amico di Wanda: come tutti pensavano, era davvero William Kaplan aka Billy Maximoff, il figlio scomparso di Wanda Maximoff aka Scarlet Witch. Nell’episodio 1×09 si possono chiaramente udire le voci di Wanda e suo marito Visione con dialoghi estratti dal finale di WandaVision mentre parlano dei figli.
Gli ultimi due episodi, Seguimi perché / La tua Gloria attende te (Follow Me My Friend / To Glory at the End, 1×08) e La Madre è in mezzo a noi (Maiden Mother Crone, 1×09), scopriamo buona parte del passato di Agatha. La donna è una strega che nel 1750 partorisce un bambino che chiamerà Nicholas. Ma appena dato alla luce, il bambino sarebbe dovuto morire: ecco che allora arriva Lady Morte a prenderlo. Agatha la scongiura di non farlo: e lei le può solo promettere più tempo.
Agatha passa allora gli anni successivi a crescere il figlio che inventa una ballata (Witches Road): i due sopravvivono uccidendo altre streghe e rubando loro il potere attraverso un imbroglio. Agatha usa proprio la Ballata inventata da Nicholas come finto rituale: fa credere alle altre che formando una congrega avrebbero potuto arrivare alla Strada delle Streghe, aumentando il loro potere: in realtà durante i riti la donna acquisisce i poteri delle altre, uccidendole. Ma l’appuntamento con il destino non si può rimandare per sempre: la Morte arriva anche per Nicholas, che lo porta via alla mamma durante una notte. Agatha, impazzita dal dolore, continua a sopravvivere rubando i poteri alle altre streghe: fino a che, nel primo episodio della serie, arriva Billy/William, figlio di Wanda.
A Westview, William Kaplan era un ragazzo normale: quando accade un incidente mortale in automobile, muore. Ma contemporaneamente, ad Eastview, Wanda fa crollare il suo incantesimo e i suoi due figli (Billy e Tommy Maximoff) scompaiono: le loro anime trasmigrano fuori dai corpi che erano solo costrutti magici, l’anima di Billy va nel corpo di William. Che si risveglia spaesato, e solo lentamente riesce a capire di essere uno spirito nel corpo di un’altra persona. Solo con il tempo capisce di avere dei poteri e come usarli.
È allora Billy che va da Agatha e la spinge ad aprire la Strada delle Streghe per cercare il suo fratello scomparso, Tommy: ma se Agatha mette in piedi un fasullo rituale, sono i poteri del figlio di Scarlet a creare la Strada e tutte le prove che la Congrega dovrà affrontare al suo interno.
Nel presente, quindi, Agatha affronta Lady Morte e perde, morendo. Ma il suo fantasma torna da Billy, che nel frattempo ha indossato il costume da Wiccan che già si è visto nei fumetti: e insieme partono per la ricerca.
Si è parlato tanto, sempre più, e sempre meglio, di Agatha All Along sui social: ma in troppi hanno dimenticato di sottolineare uno dei punti di forza più importanti e nello stesso tempo meno vistosi, ovvero la soundtrack composta più che altro da una canzone declinata in tre versioni diverse.
The Ballad of the Witches è stata scritta infatti da Kristen Anderson-Lopez e Bobby Lopez, non certo due autori qualunque visto che sono gli artefici dei brani di Frozen: una canzone che, proprio come la serie, entra dentro con il suo ritornello e non esce più, densa ed emozionante in tutte le sue versioni. Che ad ottobre 2024 è addirittura entrata nella classifica di Billboard.
Per ultimo, chiudendo da dove si era partiti: Agatha All Along non è legata a WandaVision solo dal punto di vista narrativo, ma anche tematico, impregnandosi degli umori di tutto l’MCU mentre parla di argomenti come la famiglia, la perdita e l’accettazione della morte in maniera mai banale e sempre emozionante, sfrontata anzi a volte, inserendosi quindi nel preciso filone del Marvel Cinematic Universe che approfondisce i legami familiari alla luce della crisi dell’io del Ventunesimo Secolo.
Offrendo infine un punto di vista addirittura sorprendente per un prodotto targato -anche- Disney: grazie al personaggio di Billy Kaplan (Joe Locke) le tematiche LGBQT+ entrano con prepotenza ed eleganza nel mondo Marvel, completando così il quadro che descrive la famiglia oggi, i legami, le sue difficoltà, le catene emotive.
Agatha All Along è diventato, inaspettatamente, uno dei migliori prodotti dell’ormai quasi ventennale storia dell’MCU. In attesa del prossimo capitolo.