Sorrentino sul politically correct: “Mi pesa tantissimo”

Parlando con Vanity Fair, Paolo Sorrentino ha dato la sua visione del cosiddetto politically correct

Paolo Sorrentino, HBO
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Paolo Sorrentino parla della sua Parthenope!

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Al cinema trovate Parthenope, nuovissimo film di Paolo Sorrentino che vede protagonista Celeste Dalla Porta (qui la nostra recensione). Il regista napoletano si è seduto a parlare con Vanity Fair dove ha dato la sua visione del cosiddetto politically correct.

A me pesa tantissimo questa nuova ideologia, la deriva del politically correct. Per me è diventato molto difficile scrivere, non solo per la censura che c’è oggi ma peggio per l’atteggiamento censorio che scatta con me stesso. Lo riscontro anche in tanti miei colleghi. Forse la musica è più libera, perché le note hanno qualcosa che non ha niente a che vedere col contesto.

Ma quando ti avventuri nella parola è un inferno. E in questo per le nuove generazioni è anche peggio. Noi eravamo liberi perché molto era consentito e quindi eravamo abbastanza invulnerabili. I giovani di oggi, visto che poche cose sono consentite, sono molto ma molto più vulnerabili. Un tempo entravi nella vita vera molto più equipaggiato. Oggi molte persone che aderiscono alla nuova ideologia lo fanno con molta più paura, perché qualsiasi cosa può risultare un’offesa.

E poi c’è il problema del punto di vista. Venendo al film Parthenope, per esempio, il fatto che io sia maschio, bianco e che decida di raccontare una donna a modo mio, per alcuni è un problema. Dieci anni fa non lo era. Questo film se fosse stato fatto da una donna probabilmente avrebbe suscitato reazioni diverse. E probabilmente sarebbe stato fatto diversamente e anche meglio, devo essere onesto. Ma non è questo il punto: oggi esiste un sospetto sulla libertà artistica

Parlando poi di come è cambiata la comunicazione con l’avvento dei socila, Paolo Sorrentino dice:

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Io penso che i mezzi di comunicazione abbiano sempre creato confusione. Ieri la televisione e le riviste. Oggi i social e il digitale. Ma sono ottimista: se è vero che c’è la velocità dei social, è altrettanto vero che questi ragazzi hanno citato libri che stanno leggendo e che le serie televisive di oggi impongono al contrario lentezza.

Quello che piuttosto mi preoccupa sono le cappe ideologiche. Ho avuto la fortuna di formarmi negli anni Ottanta, un decennio privo di ideologie. Gli scrittori e registi della mia età sono liberi perché non sono figli dell’indottrinamento. Questo è stato importante

Che ne pensate di queste parole di Paolo Sorrentino?