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Ecco la nostra recensione della quarta, attesissima stagione di Only Murders in the Building
Dal 27 agosto è tornata su Disney+ l’amatissima Only Murders in the Building che con la quarta stagione si conferma uno dei prodotti migliori del panorama seriale mondiale. Lo show, ideato da Steve Martin e John Hoffman, ha riscosso un grande successo fin dalla sua prima iterazione e continua a venire (giustamente) osannato da critica e pubblico.
La serie, in questa quarta stagione, è riuscito a reinventarsi riuscendo a non sembrare neanche per un momento stantio e non perdendo, allo stesso tempo, quel fascino unico che l’ha sempre contraddistinto. Ecco la nostra recensione.
Hollywood si è accorta del podcast Only Murders in the Building condotto da Charles, Oliver e Mabel e intende realizzarne un film dal cast davvero eccellente. Tuttavia i 3 protagonisti dovranno velocemente fare ritorno a New York dopo una fugace visita a Los Angeles a causa dell’ennesimo omicidio che li vede coinvolti. A farne le spese, stavolta, Sazz, controfigura e amica fraterna di Charles.
Come spesso accade in questa serie, le cose si complicheranno molto e i nostri eroi investigatori dovranno fare i conti con moltissimi personaggi strambi e torbidi per venire a capo della verità cercando, nel frattempo, di mantere solidi i rapporti amorosi e familiari.
Ogni fan di Only Murders in the Building quando lo show viene rinnovato si sente intimamente combattuto. Da una parte è felicissimo di tornare all’Arconia con Charles, Oliver e Mabel, ma dall’altra teme che prima o poi la magia possa finire e che lo show vada incontro a stagioni che altro non sono che sbiadite copie del gioiello che fu. Beh, se quel giorno arriverà (e speriamo di no), non è questo.
La quarta stagione di Only Murders in the Building rasenta infatti la perfezione in ogni singolo aspetto. Charles, Mabel e Oliver e i rispettivi attori che li interpretano, hanno infatti trovato una chimica indissolubile che riesce a rendere ogni scena, ogni singola battuta, memorabile. I tre attori si vogliono bene anche fuori dal set e questo è davvero evidente ad ogni ciak. Come sempre, a far funzionare la serie sono soprattutto loro 3 con i loro caratteri così diversi eppure così compatibili.
I 3 non vogliono mai apparire come eroi o esseri perfetti, anzi. Le loro debolezze, ciò che li attanaglia nel profondo e che affrontano sempre con l’aiuto degli altri due, è ciò che rende il loro rapporto uno dei migliori mai visti in una serie tv. Eviteremo ovviamente spoiler ma c’è un momento tra Charles e Oliver, breve e messo in secondo piano, che racchiude tutta l’essenza di Only Murders in the Building.
Ma, in ogni caso, questa è una serie crime in cui si devono risolvere dei crimini. E in opere simili la sceneggiatura è l’elemento più importante. Come se la cava quindi in questo particolare frangente la quarta stagione di Only Murders in the Building? Come sempre, benissimo. Le investigazioni sull’omicido di Sazz sono infatti avvincenti anche perchè questa volta conosciamo la vittima e siamo affezionati a lei e quindi le indagini ci stanno ancora più a cuore.
Il caso è complesso e intricato e i molti elementi si intersecano in modo brillante tra loro creando una trama crime credibile e interessante. Il peso delle tre stagioni precedenti si fa sentire e nella parte centrale della stagione è abbastanza evidente che Charles, Mabel e Oliver stiano prendendo il treno sbagliato sebbene ogni elemento sia alla fine funzionale alla risoluzione del caso.
Tuttavia ogni cosa è raccontata con gusto e classe, cosa che rende anche quei momenti in cui lo spettatore sa cosa sta succedendo, gradevoli e interessanti. Come sempre, in Only Murders in the Building non contano (solo) i crimini o i colpevoli, ma i rapporti umani. E in questo, ancora una volta, la serie ha fatto centro.
Il cast è assolutamente eccezionale, sia tra i protagonisti che tra gli attori che si vedono meno. Zach Galifianakis, Eva Longoria e Eugene Levy che interpretano una versione romanzata di loro stessi intenti a interpretare Charles, Mabel e Oliver sono deliziosi, esattamente come furono Paul Rudd e Meryl Streep (che in questa stagione appaiono per pochissimo tempo) la scorsa stagione. L’impressione che ogni attore che arriva in scena fornisce al pubblico è quella di un interprete che si sta divertendo moltissimo nel girare un prodotto scritto in modo eccellente dai temi profondi e drammatici.
Questo connubio tra comicità e drammaticità è l’elemento che funziona meglio in questa quarta stagione di Only Murders in the Building. Se infatti già nelle precedenti iterazioni queste due anime dello show erano perfettamente combinate, in questa quarta si arriva all’apice. Ci sono 4-5 sequenze in cui ci si sganascia dal ridere grazie ai colpi di genio dei protagonisti, che di base sono comici eccezionali, ma in altre si riflette e quasi ci si commuove. Ormai Charles, Mabel e Oliver sono di famiglia e per questo loro ci portano sempre più all’interno della loro anima aprendoci porte che fino a qualche episodio fa non facevano.
In conclusione era davvero difficile riuscire a migliorare Only Murders in the Building, eppure questa quarta stagione ci riesce alla grande. Prende tutti gli elementi che hanno reso questa serie così amata e li porta ad un livello ancora superiore, appoggiandosi spesso su attori davvero strepitosi che danno il meglio di loro anche in parti minori. Non sappiamo davvero come la quinta stagione potrà mantenere questo livello. Ma una lezione l’abbiamo imparata: mai sottovalutare Charles, Mabel e Oliver.
Che ne pensate? Avete apprezzato la quarta stagione di Only Murders in the Building?