Ecco cos’è successo nella prima live di X Factor 2024: tanta bravura, poca originalità e una prima eliminazione molto sofferta
La prima live di X Factor 2024 non regala molto di più di quanto abbiamo già visto alle audizioni, al Bootcamp e alle Home Visit. La selezione degli artisti privilegia le belle voci e i bei faccini, ma non certo l’originalità – con giusto un paio di (possibili) eccezioni. La prima puntata fila liscia e ben poco interessante, con una sfilza di cover eseguite più o meno bene e con praticamente zero momenti eclatanti.
Ai giudici non resta altro che fare un sacco di discorsi su come (quasi) tutti sono bravissimi e bellissimi ma quanto e come potrebbero effettivamente funzionare sul mercato – definito a più riprese “la vita reale” – riflessioni che scoperchiano la desolante realtà di una fila di performer talentuosi ma con poco da esprimere al di là della loro tanto decantata bravura.
Nota positiva: la buona vecchia Giorgia, che si rivela una presentatrice ben più capace della Michielin nel gestire i dibattiti e le divagazioni dei giudici – dall’alto di una certa esperienza, certo – e che apre splendidamente la puntata, cantando un bel medley alla perfezione. Tra i giudici sorgono le prime discussioni e incomprensioni, ma per ora i toni polemici dell’anno scorso sembrano ben distanti.
In chiusura si va al ballottaggio tra i Dimensione Brama e Pablo Murphy – e quest’ultimo come sempre assassina la musica con una orribile versione pop/punk di SOS degli ABBA, una canzone che non andrebbe toccata mai. Ovviamente nel complesso i giudici prendono la decisione peggiore, ed eliminano i Dimensione Brama. Ecco tutte le esibizioni della puntata, in ordine e con i nostri voti.
The Foolz – 90MIN
Si parte subito in bellezza con The Foolz, che Jake La Furia definisce “una band di sex symbol”, cosa che secondo lui evidentemente è qualificante. Cantano 90MIN di Salmo, piegandosi verso un rap rock che nella loro versione sa molto di Maneskin – il cantante, “Jim Morrison 2”, canta uguale – e che risulta poco originale al di là della riuscita del brano di partenza.
Voto: 6
Lowrah – Hey Mama
Non molto meglio la “amazzone” Lowrah, che interpreta il mini tormentone a firma David Guetta di metà anni ’10 mancando quello che rende forte la canzone, cioè “il raglio” nel refrain, e per il resto interpretando il solito ruolo della boss bitch – che francamente ha stancato alquanto – e senza potersi evitare le usuali “barre” in italiano che rovinano il tutto. Per fortuna un paio di giudici non ci cascano più.
Si prosegue con Les Votives, ai quali è affidato uno dei brani rock più scontati di sempre – i Jet hanno fatto ben di meglio, tra parentesi – e anche in questo caso lo strillo acuto del refrain viene tagliato, perché evidentemente il nostro frontman non ci arriva con la voce. Allora perché non assegnare semplicemente un altro pezzo? Per il resto è una esecuzione scolastica, e persino Manuel Agnelli ammette i numerosi “cliché” dell’esibizione.