Genesi dei 10 migliori cattivi nei film horror [LISTA]

Vi siete mai chiesti da dove traggono ispirazione i peggiori cattivi dei film horror? Ecco la genesi dei 10 psicopatici più memorabili di sempre!

Condividi l'articolo

6. Freddy Krueger (Nightmare)

Freddy Krueger 1


Freddy è figlio di Suor Mary Helena, una monaca violentata durante le vacanze di Natale nel manicomio Westin Hills. Alla nascita, Freddy viene affidato a Edward Underwood, un uomo che si rivela essere un alcolizzato e che lo picchia violentemente durante l’infanzia. 

A causa delle percosse e dei maltrattamenti subiti, Freddy comincia a mostrare i primi segni di squilibrio mentale, torturando e uccidendo piccoli animali. A 19 anni, esasperato dalle violenze, uccide il padre adottivo con un rasoio. Divenuto adulto, Freddy lavora in una fornace, dove impara a costruire le sue armi di tortura. Nel 1966 viene arrestato per l’omicidio di venti bambini e, a causa del processo, sua figlia Katherine viene affidata a un orfanotrofio. Tuttavia, per un vizio di forma, nel 1968 il giudice non firma la condanna e Freddy viene rilasciato. 

Una volta libero, Freddy ritorna alla fornace, dove i genitori delle sue vittime irrompono nel suo nascondiglio, cospargendo l’edificio di benzina e dandogli fuoco. Nei suoi ultimi istanti di vita, Freddy ride in faccia ai suoi carnefici, promettendo loro che sarebbe tornato. 

Prima di morire, Freddy stringe un patto con tre entità maligne, i demoni dei sogni, ottenendo così il potere di vendicarsi sui figli dei suoi assassini attraverso i loro incubi. 

Il film Nightmare, icona del cinema horror, è ispirato a una serie di articoli pubblicati sul Los Angeles Times, che parlavano di un gruppo di rifugiati laotiani di etnia Hmong, recentemente arrivati negli Stati Uniti. Alcuni di loro morirono in circostanze inspiegabili nel giro di un anno. Gli Hmong credevano nell’esistenza di uno spirito maligno che appariva sotto sembianze femminili a coloro che si rifiutavano di diventare sciamani. Per sfuggire a questo destino, alcuni di loro si travestivano da donna, sperando di ingannare lo spirito.

Tre di loro furono tormentati da incubi così spaventosi da preferire restare svegli piuttosto che addormentarsi. Alla fine, crollarono e morirono nel sonno, come se stessero sognando qualcosa di terrificante. Dalle autopsie non emerse nulla di anomalo riguardo la loro salute.

7. Jason Voorhees (Venerdì 13)

Jason Voorhees 2

 
Nato di venerdì 13, Jason ha un aspetto deforme e soffre di idrocefalia. Dopo il divorzio dei genitori, si trasferisce a Crystal Lake con sua madre. Jason viene aggredito da un gruppo di bulli e gettato nel lago; non sapendo nuotare, affoga e finisce sul fondo. 
La madre Pamela, impazzita per il dolore, uccide gli istruttori di nuoto Barry e Claudette, colpevoli di essere stati distratti mentre si consumava la tragedia.

Il campeggio chiude per un anno, per poi riaprire grazie al figlio dei fondatori, che viene aiutato da un gruppo di adolescenti. Pamela, sconvolta dalla riapertura, ritorna al campo e uccide chiunque fosse coinvolto. Solo una ragazza, Alice, riesce a sfuggirle, decapitandola con il suo stesso machete. 

Dopo l’omicidio della madre, Jason viene risvegliato dal suo grido psichico e decide di continuare la vendetta uccidendo chiunque tenti di riaprire il campeggio. Durante il suo primo massacro, Jason copre il volto con un sacco di iuta, per poi sostituirlo, nel secondo massacro, con una maschera da hockey. 

Jason Voorhees è spesso paragonato a Michael Myers, il protagonista di Halloween. Questa non è una coincidenza: negli anni ’80, il genere slasher aveva pochi punti di riferimento, e molti film si ispiravano a vicenda. Venerdì 13, infatti, nacque come imitazione di Halloween di John Carpenter, uscito due anni prima, con alcune somiglianze come l’assassino che uccide adolescenti. Col passare del tempo, i due personaggi divennero sempre più brutali e distinti, condividendo però l’uso della maschera. Jason influenzò a tal punto il genere da diventare il simbolo dei serial killer invincibili, ispirando persino lo sviluppo di Michael Myers.

8. Pennywise (IT)

IT

Pennywise, conosciuto anche come It, è un’entità malvagia e sovrannaturale che appare nel romanzo It di Stephen King, da cui sono stati tratti film e serie. Pennywise non ha una forma fisica fissa, ma assume quella di un pagliaccio per attirare le sue vittime, soprattutto bambini, che ritiene più facili da spaventare e quindi “più gustosi”. Il pagliaccio è solo una delle tante forme che la creatura può assumere, dato che il suo vero aspetto è indescrivibile per la mente umana, spesso rappresentato come una luce chiamata “Deadlights”. 

Pennywise è un’entità antichissima, esistente da milioni di anni prima della creazione della Terra, e proviene da una dimensione parallela chiamata Macroverso. Si risveglia ogni 27 anni nella città di Derry, nel Maine, per nutrirsi della paura e della carne delle sue vittime. Dopo ogni ciclo di terrore, Pennywise torna in letargo. 
Il suo potere principale è la capacità di trasformarsi nelle peggiori paure di chiunque lo incontri, prendendo forme spaventose per terrorizzare e indebolire le sue vittime. Viene sconfitto due volte da un gruppo di ragazzi chiamati il “Club dei Perdenti”, che lo affrontano prima da bambini e poi da adulti. 

L’idea per il personaggio di Pennywise nacque a Stephen King nel 1978, mentre attraversava un ponte di legno al tramonto per recuperare la sua auto da un’officina in Colorado. Il suono dei suoi stivali e l’atmosfera lo colpirono profondamente, facendogli venire in mente la fiaba I tre capretti furbetti, in cui i personaggi incontrano un troll.

King si chiese cosa avrebbe fatto se avesse incontrato una creatura simile. 
Questa immagine rimase con lui, e nel 1981 iniziò a scrivere un romanzo di genere horror su una creatura malvagia nascosta sotto un luogo apparentemente innocuo. Il ponte divenne la città di Derry e il ruscello si trasformò nelle fogne. King scelse un pagliaccio come forma principale perché lo riteneva capace di attrarre e terrorizzare i bambini.

In un’intervista del 2003, King rivelò che l’idea di collocare Pennywise nelle fogne nacque dopo aver letto un articolo su leggende urbane che menzionava una storia secondo la quale una comunità di clown viveva nelle fogne di Roma.

9. Regan MacNeil (L’esorcista)

lesorcista

Regan MacNeil è una dodicenne che vive con sua madre, la quale è in procinto di separarsi dal marito. Regan, giocando con una tavola ouija, entra in contatto con il demone Pazuzu, che la possiede. Inizialmente, la ragazza mostra segni di instabilità mentale e successivamente comportamenti sempre più strani, lasciando i medici incapaci di diagnosticare la sua condizione. 

La storia di Regan, dal film L’esorcista, è ispirata al romanzo omonimo di William Peter Blatty, che racconta di un esorcismo praticato su un adolescente americano nel 1949. Il libro, a sua volta, si basa su fatti reali. Blatty si ispirò al caso di un ragazzo di 14 anni di Cottage City, nel Maryland, la cui identità rimase segreta sotto il nome di Roland Doe.

Al ragazzo venne insegnato come usare la tavola ouija per comunicare con i defunti, ma dopo la morte della zia, iniziarono strani fenomeni, come mobili che si muovevano da soli e rumori misteriosi. Roland divenne violento e iniziò a parlare in latino, portando i genitori a pensare che fosse posseduto.

I medici non trovarono spiegazioni, e la famiglia si rivolse a un prete cattolico, padre Edward Albert Hughes, che diagnosticò una possessione demoniaca. Durante l’esorcismo, il prete fu ferito, e la famiglia decise di far battezzare Roland, ma il ragazzo si infuriava ogni volta che gli veniva chiesto di rinunciare al diavolo. 

Dopo essersi trasferiti a St. Louis, gli eventi paranormali continuarono, e Roland venne sottoposto a numerosi esorcismi. Nell’ultimo rito, urlò “Satana! Io sono San Michele! Ti comando di lasciare questo corpo ora!”, e fu finalmente liberato dal demone. 

Nonostante l’ampia documentazione sull’accaduto, c’è chi ritiene che la storia sia stata esagerata o addirittura inventata. Va ricordato che negli anni ’40 si sapeva poco di disturbi mentali come la schizofrenia o la sindrome di Tourette. Tuttavia, la vicenda rimane inquietante e fa riflettere. 

10. Norman Bates (Psycho)

Norman Bates

Protagonista di Psycho, film horror più iconico della storia del cinema, Norman Bates subì abusi psicologici durante l’infanzia. Sua madre lo educò alla misoginia e gli insegnò ad amare soltanto lei. Entrambi vivevano in uno stato di dipendenza emotiva a causa della morte del padre di Norman. Quando la madre si fidanzò nuovamente, scatenò in Norman una forte gelosia. Il nuovo compagno suggerì a Norma di aprire un motel per garantirsi una sicurezza economica. La situazione precipitò quando Norman sorprese sua madre e il compagno a letto insieme. Li uccise entrambi, somministrando loro tè freddo mescolato con una buona dose di veleno. 

Poco tempo dopo, in preda all’ossessione per la madre, Norman la imbalsamò e la conservò segretamente nella sua camera da letto, per sopperire alla sua mancanza. 

Norman Bates è ispirato direttamente a Ed Gein, un famigerato assassino e ladro di tombe vissuto nel Wisconsin negli anni ’50. Gein, come Bates, aveva un rapporto disturbato con la madre, una figura dominante che lo aveva cresciuto con una visione distorta del peccato, del sesso e delle donne. Dopo la morte della madre, Gein imbalsamava cadaveri e indossava la pelle delle sue vittime, sviluppando un’ossessione per il corpo femminile. 

Gein è diventato l’ispirazione per numerosi personaggi horror, oltre a Norman Bates, tra cui Leatherface (Non aprite quella porta) e Buffalo Bill (Il silenzio degli innocenti). Le sue azioni, influenzate da una profonda psicopatologia legata all’isolamento e alla dipendenza emotiva dalla madre, lo hanno reso un simbolo delle paure più profonde legate al controllo familiare e all’alienazione.

Di Agnese Giuffrida