Longlegs, la Recensione dell’horror con Nicolas Cage

Thriller horror allo stato puro, di come non se ne vedevano da anni. Longlegs arriverà nelle sale italiane a partire dal 31 ottobre. Ecco la nostra recensione.

longlegs, recensione
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Conturbante e distruttivo, Longlegs arriverà al cinema e lo farà per restare impresso nelle vostre menti. Un film impossibile da dimenticare, tanto è il terrore che saprà regalarvi. Novanta minuti in cui un nodo allo stomaco colpirà chiunque, sensazioni che raramente è facile trovare al giorno d’oggi. Il figlio d’arte dietro la telecamera, Oz Perkins, si conferma ancora una volta come un regista di genere da seguire sempre da vicino, regalandoci un altro grandissimo film d’atmosfera, dopo perle come Sono La Bella Creatura Che Vive In Questa Casa e la sua rivisitazione di Gretel & Hansel. Film dove l’elemento gotico regna sovrano, unitamente all’inquietudine che talvolta si evolve in puro terrore.

Longlegs, la Trama

Un pattern inquietante seguito da un serial killer che sembra agire a distanza. Famiglie brutalmente uccise da un momento di follia ma nessuna traccia, neanche minima dell’assassino, al di fuori di una lettera piena di simboli e firmata da Longlegs. Le indagini brancolano nel buio, dove solo la detective Lee Harker trova un barlume di flebile luce. Che però farà solo acuire il buio intorno a questi brutali omicidi, al punto che Longlegs metterà nel suo mirino anche lei e la sua famiglia.

Longlegs, la Recensione

Non è mail bello provare paura, questo è un concetto assodato. Eppure non c’è emozione più bella della paura quando si vede un film come Longlegs. Lasciarsi abbracciare da sensazioni sgradevoli, alle volte e soprattutto al cinema, è sinonimo di trovarsi davanti ad un buon film, o un ottimo film, come in questo caso, che conferma la bravura di Oz Perkins nel saper creare atmosfere orrorifiche a tratti anche insopportabili.

Già con i suoi precedenti film ci aveva mostrato come il figlio di Norman Bates, quel folle Anthony Perkins di Psycho, avesse una visione ben precisa dell’horror. Opere dal gusto indipendente, ben lontane dai crismi classici legate a jumpscare e conseguenti risate per esorcizzare il momento del classico salto sulla poltrona. Coerentemente con la sua filmografia, sempre squisitamente horror di base e con sfumature varie, con Longlegs sperimenta un puro thriller che rimanda moltissimo ad altre colonne portanti del genere come Il Silenzio Degli Innocenti o anche Zodiac.

Punti in comune che vedono principalmente coinvolti il cast da un lato e il modus operandi dall’altro. Per il resto però, Longlegs è un qualcosa di completamente nuovo e innovativo, con pochissimi (relativi) difetti e moltissimi pregi, come quello di fare paura. Il terrore che proverete non sarà facile da dimenticare, soprattutto nella parte centrale del film, momento in cui l’intreccio inizia a sciogliersi piano piano. Questo quarto film firmato Perkins si prende tutti i tempi necessari affinché sia tutto posizionato al posto giusto, esasperando le atmosfere fino al limite della sopportazione.

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Longlegs, Maika Monroe

Complice anche una prova superba della protagonista Maika Monroe, che diventa anch’ella una conferma nel mondo horror dopo Watcher e It Follows, e soprattutto di Nicolas Cage in un ruolo perfettamente calzante per l’attore, Longlegs ci trascina dentro un luogo impensabile, fatto di oscura follia, virando nettamente sull’horror dopo una prima parte in cui è puramente thriller. L’uso dei generi in Longlegs è infatti un valore di altissimo spessore che rende il film, per l’appunto, indimenticabile, tanto quanto il serial killer da cui il titolo del film.

Così come in February, film d’esordio di Perkins, ci troviamo dentro un paesaggio provinciale americano innevato, negli anni Novanta. Bastano pochi secondi, girati in Super8 in maniera quasi amatoriale, per capire che il candore della bianca neve nasconde insidie pericolosissime. Un losco figuro, inquadrato dal punto di vista di un bambino, approccia una giovinetta con frasi all’apparenza sconnesse, declinando in codice il suo modus operandi, ossia causare l’omicidio a ridosso del compleanno della vittima. Da lì, il trauma collettivo prenderà il via, terrorizzando il paesino americano e allertando i federali.

Non sveleremo altro per evitare fastidiosissimi spoiler, anche perché il colpo di scena, classico del thriller, sarà intuitivo per gli amanti del genere ma comunque sconvolgente. Esattamente come Nicolas Cage, un personaggio che sembra uscito da un incubo e che si cala alla perfezione dentro il contesto innevato. Bianco come la neve, Perkins gioca moltissimo sulla dicotomia tra candore e morte, rendendo Longlegs personaggio ancora più folle, tanto nei gesti quanto nel suo modo pacato di parlare e agire. Basti pensare che lo stesso attore ha dichiarato che questa sarà la sua prima e ultima interpretazione di un serial killer. E non ci è difficile speculare sul fatto che lo stesso Cage ne sia uscito sufficientemente terrorizzato.

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Longlegs, recensione, Nicolas Cage

Non aspettatevi dunque eccessive urla o il classico overacting che caratterizza da sempre le interpretazioni di Nicolas Cage, quanto più un inquietante pacatezza nel descrivere e abbracciare la morte. Il che rende tutto ancora più spaventoso, a pensarci bene. I suoi occhi vuoti, che si esaltano solo quando i T.Rex partono alla radio, fanno capire che dietro il gesto omicida c’è molto probabilmente ben altro, qualcosa di più oscuro e profondo, ossia l’elemento horror che darà la svolta al film.

Non sperate poi di trovare piena soddisfazione nel finale, che chiaramente non approfondiremo in questa sede. Sarà complesso parlarne a cuor leggero, proprio grazie alla sua potenza. Un finale che farà discutere, esattamente come il film, dove le interpretazioni sono molteplici, a seconda dello stato d’animo dello spettatore. Oz Perkins dirige quindi un meraviglioso thriller horror che farà provare paura come pochi altri titoli negli ultimi (almeno) dieci anni.

Il suo crudo realismo vi trascinerà in una storia senza speranza, dove il Male è impossibile da estirpare, e dove quindi l’unica cosa da fare è quella di conviverci. Quasi come un sequel ideale del suo esordio, Longlegs riduce all’osso ogni possibile vezzo e sfarzo per permettere allo spettatore di focalizzare la sua attenzione a pieno in ogni singola inquadratura e su quel suo quid che rende ogni frame profondamente spaventoso, soprattutto per presenze fuori fuoco che l’occhio vedrà, anche inconsciamente, e che faranno provare sensazioni da brividi.

Cast

  • Lee Harker: Maika Monroe
  • Longlegs: Nicolas Cage
  • Ruth Harker: Alicia Witt
  • Agente Carter: Blair Underwood

Trailer

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Lorenzo Pietroletti
Classe '89, laureato al DAMS di Roma e con una passione per tutto ciò che riguardi cinema, letteratura, musica e filosofia che provo a mettere nero su bianco ogni volta che posso. Provo a rendere la critica cinematografica accessibile a tutti, anche al "lattaio dell'Ohio".
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