Alessandro Barbero spiega perché non ha senso parlare di una cucina italiana nazionale. Siete d’accordo con lui?
Si dice sempre che la cucina italiana è tra le migliori del mondo, ma ha davvero senso questa espressione? Secondo Alessandro Barbero no. Spiega il perché in una intervista al Gambero Rosso, nella quale sostiene: “Una cucina nazionale italiana non esiste, esiste solo fra gli italo-americani i quali mangiano spaghetti with meatballs e credono che quella sia la cucina italiana”.
“La nostra cucina è un insieme di innumerevoli cucine. […] La Sicilia è fatta di tante realtà locali, però è difficile negare che esista una cucina siciliana, per il Piemonte si può dire abbastanza la stessa cosa, mentre invece regioni come la Lombardia o l’Emilia Romagna hanno da questo punto di vista molto meno logica”.
In effetti basta pensare ai più tipici piatti “italiani”: la carbonara è romana, la pizza è napoletana, i tortellini sono bolognesi, il pesto è genovese. Difficile quindi parlare di una nostra cucina italiana, che è in realtà una commistione unica di tante tradizioni e piatti che si sono fusi e contaminati a vicenda ma rimangono allo stesso tempo tipicamente legati ciascuno al proprio territorio.
Barbero ha perciò ragione nel sostenere che una cucina italiana esiste, come concetto unificato, solo negli Stati Uniti – dove piatti nostrani vengono riproposti in veste industrializzata e con svarioni linguistici; per esempio la “pepperoni pizza” è in realtà là da loro… la pizza al salame. E non iniziamo nemmeno a parlare della pizza creata altrove con I.A.!