Danny Boyle è uno dei più influenti e amati registi di sempre, e molti dei suoi film hanno fatto la storia del cinema negli ultimi trent’anni. Ecco quelli da vedere assolutamente.
Trainspotting (1996)
Cominciamo con il cult dei cult: per il cinema di Danny Boyle questo celebre capolavoro è la Bibbia, nonché un film fondamentale per la cultura e l’estetica degli anni ’90. Nichilista, spasmodico, cinico e a tratti brutale, Trainspotting segue le vicende di un gruppo di eroinomani – tra cui Ewan McGregor – nei loro tentativi di assaporare inutilmente una vita vuota e desolante. Un film manifesto, che ragiona sulla fallacia della società e sulle ipocrisie dell’umanità, esplorate da più angolazioni.
28 Giorni Dopo (2002)
Scritto da Alex Garland e con il nostro buon vecchio Cillian Murphy come protagonista, questo zombie horror moderno dà una bella spinta al genere in chiave “brit” rinnovandolo e rendendolo frenetico e caotico. I nuovi zombie di Boyle (infetti, tecnicamente) sono incontrollabili e corrono come pazzi, e in questa post-apocalisse di inizio millennio non c’è da fidarsi proprio di nessuno. La sfiducia nel prossimo e il senso di distruzione post-9/11 si ritrovano un po’ ovunque in questo film potente e memorabile che è presto diventato un cult.
Ancora Alex Garland autore, e ancora Cillian Murphy protagonista per uno dei film di fantascienza più sottovalutati di sempre. Il sole si sta spegnendo e una squadra viaggia nello spazio fino alla stella per riaccenderla con una esplosione nucleare; ma preso le cose vanno storte, la pressione psicologica e i contrasti di personalità si fanno sentire, e c’è poi un segreto oscuro che riguarda una prima missione fallita che viene a galla. Un film claustrofobico e stridente, a tratti horror, che è urgente riscoprire.
The Millionaire (2008)
Dev Patel è il protagonista di questa storia ambientata in India, in cui un ragazzo qualunque partecipa a un quiz show – una versione del famoso Milionario che da noi conduceva Gerry Scotti – e riesce a rispondere a domande difficilissime puramente grazie alla sua esperienza di vita. Boyle tratteggia una storia di profonda umanità che indaga sulla realtà sociale indiana ma anche sulla crescente influenza occidentale nel paese e sul conseguente sviluppo di meccanismi economici e culturali simili ai nostri. Premio Oscar come Miglior Film nel 2009.
E chiudiamo questa carrellata su Danny Boyle con un biopic su uno dei più influenti imprenditori e tech-guru di sempre: Steve Jobs, interpretato da Michael Fassebender nell’era fondamentale della crescita di Apple Inc. come compagnia elettronica più importante del mondo, o quasi. Il film si preoccupa di fornire un ritratto umano e personale di Jobs, morto nel 2015, inquadrando fragilità e indecisioni dell’uomo e accoppiandole a visione e genialità dell’imprenditore. Un film che dice molto anche sulla natura caduca della nostra moderna società iper-tecnologica.