Avetrana – Qui non è Hollywood, la Recensione della serie

Disponibile in streaming su Disney Plus a partire dal 25 ottobre, ecco la nostra recensione su Avetrana - Qui non è Hollywood.

Avetrana - Qui Non è Hollywood, recensione
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Presentata in anteprima al diciannovesimo Festival di Roma, Avetrana – Qui non è Hollywood ci porta dentro il famigerato delitto di Sarah Scazzi, che scosse tanto il paesino pugliese quanto l’Italia intera, diventando un caso mediatico di cronaca nera gestito in maniera quantomeno particolare. Un’operazione, questa, che ha suscitato parecchi dubbi sin dalla sua genesi, e che purtroppo conferma le aspettative non propriamente mai state altissime. Tanta carne al fuoco per un risultato finale approssimativo, dove il senso dell’operazione resta un mistero insoluto e insolvibile.

Avetrana – Qui non è Hollywood, la Trama

Tanta è stata la risonanza mediatica che raccontare la trama di questa serie targata Disney Plus potrebbe apparire quasi anacronistico. Siamo ad Avetrana, in pieno agosto, quando scompare una quindicenne. Tutto il paese si mobilita per trovare Sarah Scazzi, con tanto di mass media accorsi sul posto per aiutare e trovare lo scoop. Che arriverà inesorabilmente in diretta TV due mesi dopo, dando il via a indagini complesse che apriranno un vaso di Pandora fatto di drammi familiari.

Avetrana – Qui non è Hollywood, la Recensione

Nell’era del boom del true crime ad ogni costo, era impossibile non riportare in auge uno dei delitti più morbosi della storia italiana. Un caso mediatico ancor prima che investigativo, per assurdo. Tanto è stato il delitto di Avetrana, dove carte alla mano, Sabrina e Cosima Misseri, figlia e madre, hanno concorso nell’omicidio della povera Sarah Scazzi, aiutati dal padre e marito Michele Misseri, diventato poi in seguito un meme, come la politica social comanda.

A quindici anni circa dagli eventi, Pippo Mezzapesa porta su piccolo schermo questi eventi, suscitando un clamore di indignati e curiosi, tra nasi storti per partito preso e prurigini sollevate dal Thanatos di freudiana memoria. Perché in fin dei conti, oggi, il true crime in ogni sua salsa è oggetto di attenzione da parte delle masse, quindi gallina dalle uova d’oro vista la sua forza di attrarre a sé un considerevole numero di utenti.

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Sebbene il prodotto Avetrana – Qui non è Hollywood non è definibile come profondamente riuscito, appare già scontato che avrà comunque il suo successo, misurabile il click vista l’uscita su piattaforma. Bene o male, purché se ne parli, insomma. Soprattutto se ci troviamo di fronte ad un caso mediatico come quello di Avetrana. Ma quindi, cosa ci racconta di più questa serie? Nulla, visto che è stato detto e stradetto di tutto, tra interviste e podcast.

FedericaPala GiuliaPerulli Avetrana – Qui non e Hollywood PhCreditsLorenzoPesce

Alla luce di ciò, il regista decide quindi di suddividere gli eventi in tante puntate quante sono i protagonisti della storia. Una per ogni personaggio, scomponendo gli eventi e lavorando su una base meramente percettiva. Si parte da Sarah, si arriva a Sabrina, si chiude con Cosima, passando per Michele. Apprezzabile l’idea di fondo, molto meno lo sfortunato risultato dove di fatto, su quattro puntate se ne salva solamente una, la terza, anche se resta il dubbio sulla sua effettiva validità.

Questo perché le prime due risultano talmente macchiettiste in maniera involontaria che la terza, più seriosa, risulta per l’appunto valida. Un cambio di registro che sembra risollevare le sorti di una serie che capitola definitivamente con l’ultima puntata dedicata a Cosima, che riprende quel trash involontario scatenato nelle prime due puntate. E alla fine della fiera, ciò che resta è un grande punto interrogativo sul senso di questa serie e su cosa si volesse effettivamente fare.

Da un titolo come Avetrana – Qui non è Hollywood, sembrerebbe che l’idea di base sia quella di puntare sullo sciacallaggio mediatico perpetrato all’epoca dalle varie televisioni. Ma come un libro non va giudicato dalla copertina, in egual modo un titolo non può (o almeno non dovrebbe) racchiudere il senso dell’operazione, anche se è difficile pensarlo quando è così esplicativo. Come detto prima, la serie infatti racconta quanto accaduto da diversi punti di vista in senso cronologico, analizzando vittima, omicida, occultatore e mente fredda.

Sullo sfondo, i giornalisti pronti a tutto per lo scoop del secolo, anche manovrati da Sabrina, ossessionata dal suo corpo e dal voler apparire in televisione, da come viene descritta. Una ragazza piena di turbe mentali e insicurezze dettate dal suo essere fuori forma rispetto la cugina e agli occhi di Ivano. Un rifiuto che, unito agli sguardi rivolti a Sarah, hanno scatenato la furia cieca nella giovane ventenne.

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Ciò che viene fuori dunque è una serie di ritratti psicologici abbastanza superficiali e scontati, che fanno un po’ a pugni con il contesto mediatico da cui il titolo. La domanda che quindi viene fuori dopo aver visto Avetrana – Qui non è Hollywood è sostanzialmente una: cosa vuole dirci la serie? Difficile rispondere in maniera certa e univoca.

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Sebbene il cast funzioni alla grande, con interpretazioni notevoli e un trucco pressoché perfetto, il problema di questa serie risiede purtroppo in una scrittura molto confusa, che vorrebbe fare più di quello che alla fine conclude. Ciò che all’apparenza sembra essere solo lo sfondo, ossia il tema di sciacallaggio mediatico, risulta essere fin troppo invadente rispetto l’ambizione di raccontare una storia dai vari punti di vista. E allo stesso tempo, prendendo in considerazione il tema mediatico come colonna portante della serie, questi appare poco approfondito e lasciato là a far da sfondo, per l’appunto.

Sfondo fin troppo invadente; e si ricomincia con un loop che trascina Avetrana – Qui non è Hollywood nel dimenticatoio del brutto audiovisivo, sperando che con essa si trascini dietro la morbosa moda del true crime d’accatto, che sta imperversando in ogni dove, gettando fango sul genere documentario, costringendolo a doversi adattare alle richieste di cieca morbosità ad ogni costo. Vedasi anche Terrifier 3, in tal senso, che nel suo piccolo si trascina con sé una leggera critica a questa wave da cestinare il prima possibile.

Cast

  • Sarah Scazzi: Federica Pala
  • Giulia Perulli: Sabrina Misseri
  • Paolo De Vita: Michele Misseri
  • Vanessa Scalera: Cosima Serrano
  • Imma Villa: Concetta Serrano
  • Giancarlo Commare: Ivano Russo

Trailer

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RECENSIONE
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Lorenzo Pietroletti
Classe '89, laureato al DAMS di Roma e con una passione per tutto ciò che riguardi cinema, letteratura, musica e filosofia che provo a mettere nero su bianco ogni volta che posso. Provo a rendere la critica cinematografica accessibile a tutti, anche al "lattaio dell'Ohio".
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