4. Frenzy – Hitchcock e l’humor nero nel marketing
Alfred Hitchcock è conosciuto per il suo ingegno, e la campagna per il suo penultimo film “Frenzy” (1972) non ha fatto eccezione. Il film narra la storia di un serial killer a Londra che strangola le sue vittime – tutte donne – con l’utilizzo di una cravatta, uccidendole e gettando i loro corpi nel Tamigi, venendo poi ritrovati a galla sulla riva del fiume.
Quale modo migliore per promuovere il film se non quello di sfruttare elementi distintivi presenti nell’opera? È così che un manichino identico al regista fu messo a galleggiare lungo la riva del fiume, rievocando la scena iniziale del film in cui una donna viene ritrovata morta nel Tamigi, catturando l’attenzione – e la preoccupazione – dei passanti e dei media dell’epoca che riconoscevano nel manichino il corpo del regista defunto.
Questa scelta, tipica del black humor di Hitchcock, ha creato un’ondata di curiosità e attenzione mediatica, dimostrando che a volte il marketing può essere provocatorio e di grande impatto. L’immagine del manichino è oggi esposta nei musei ispirati al grande regista e testimonia la sua grande abilità non solo nella creazione di capolavori cinematografici, ma anche di trovate marketing innovative.
5. The Ring – L’esperienza del terrore
Per il remake americano di “The Ring” (2002), la campagna pubblicitaria sfruttò l’elemento più iconico del film: la videocassetta maledetta che causa la morte a chiunque la veda dopo sette giorni. Questo elemento, terrificante ma al tempo stesso oggetto di numerose parodie, fu la chiave che permise di adottare una strategia che, ad oggi, è tra le più terrificanti mai pensate.
In vari luoghi pubblici come caffetterie e videoteche, furono distribuite VHS senza titolo o spiegazione. Chiunque le trovasse si ritrovava davanti al misterioso “video maledetto” visto nel film, creando una sensazione di paura e mistero tra coloro che le trovavano. Questo approccio immersivo e spiazzante non solo catturò l’attenzione del pubblico, ma fece crescere il passaparola in modo esponenziale, amplificando l’ansia e la paura che il film prometteva di suscitare.
6. Carrie (2013) – Il marketing scherzo che spaventa
Nel 2013, per promuovere l’uscita del remake del film horror “Carrie – Lo Sguardo di Satana”, basato sul celebre romanzo di Stephen King, è stata orchestrata una delle campagne pubblicitarie più memorabili e spaventose degli ultimi anni. Il team di marketing ha ideato uno spettacolare scherzo a tema paranormale in una caffetteria di New York, che ha lasciato i clienti e il mondo intero terrorizzati e affascinati.
L’idea alla base dello scherzo era semplice ma straordinaria: ricreare una scena in cui una ragazza dimostra di avere poteri telecinetici, capaci di far volare oggetti e spostare persone, in un ambiente pubblico e del tutto inaspettato. La caffetteria, scelta come location per lo scherzo, fu allestita con attori, effetti speciali e un sistema tecnologico nascosto che simulava oggetti mossi con la forza del pensiero.
L’esperienza cominciava con una discussione finta tra un attore e un’attrice. La ragazza, seduta da sola, “perdeva il controllo” durante il litigio con un estraneo, spingendolo telecineticamente contro il muro, facendo muovere sedie e tavoli, e persino facendo “volare” i libri fuori dagli scaffali. I clienti reali della caffetteria, ignari di tutto, assistevano terrorizzati a quello che sembrava essere un episodio sovrannaturale, con espressioni sbigottite e grida di panico.
L’intera scena è stata ripresa da telecamere nascoste e il risultato, caricato su YouTube, divenne rapidamente virale, venendo diffuso sui social e accumulando milioni di visualizzazioni in pochi giorni. La promozione di “Carrie” è stata un esempio perfetto di come le strategie di marketing non convenzionali possano avere un impatto duraturo, in grado di proiettare il pubblico all’interno di una scena che sembrava uscita direttamente dal film.
7. I Simpson: Il film – Portare la finzione nella realtà
Per l’uscita de “I Simpsons – Il film” (2007), la 20th Century Fox ha trasformato 12 negozi 7-Eleven negli Stati Uniti in repliche del Kwik-E-Mart, il minimarket che nella serie è gestito da Apu. Il minimarket è famoso per i suoi prezzi elevati e la scarsa qualità della merce, come carne marcia o latte scaduto, divenendo uno dei luoghi più iconici e comuni in cui la famiglia Simpson si reca a fare la spesa. Questa trovata pubblicitaria ha avuto un costo di circa 10 milioni di dollari, sostenuti dalla catena 7- Eleven.
I fan della serie hanno avuto l’opportunità di acquistare prodotti iconici come la Buzz Cola, Squishee, Krusty-O’s, le iconiche ciambelle glassate rosa e altri prodotti a tema Simpson, circondati dai personaggi ricreati a grandezza naturale. Ciò ha creato un’esperienza immersiva che ha attirato i media, oltre ad un forte coinvolgimento del pubblico. Questa campagna ha mostrato come una serie animata può prendere vita, facendo sentire gli spettatori parte dell’universo dei Simpson.