Roz è una diversa, una macchina “mostruosa” che viene emarginata da tutti gli animali dell’isola a causa della sua natura artificiale, ma non è la sola a dover fare i conti con un difficile inserimento nella società: il piccolo Beccolustro, a causa dell’incapacità di nuotare e volare, viene considerato da tutte le altre oche un po’ come l’ultima ruota del carro; mettiamoci dentro anche Fink, una volpe furbastra con delle evidenti difficoltà nel fidarsi degli altri animali, e avremo la classica famiglia eterogenea e strampalata.
In fin dei conti, il meraviglioso legame famigliare che andrà a legare questi underdog così diversi tra loro non costituisce di per sé nulla di nuovo, e va benissimo così. Il Robot Selvaggio non è altro che una fiaba moderna che, a partire da stilemi narrativi ben consolidati, affronta un tema forse scontato, eppure mai banale: la ricerca di un proprio posto nel mondo.
Svegliarsi una mattina e, così come un robot circondato dalla natura incontaminata, ritrovarsi in un ambiente totalmente estraneo dove nulla è familiare. Chris Sanders ci insegna che a volte è possibile trovare una “casa” anche nel luogo più impensabile, che sia un’ accozzaglia di viti e bulloni per un’ochetta abbandonata, oppure il contenuto di un uovo per un robot dall’innato istinto materno.
Ma Il Robot Selvaggio non è semplicemente un film di grado di far divertire ed emozionare; è anche un’opera visivamente spettacolare: sembra quasi che il film sia un quadro impressionista che Chris Sanders si è divertito ad animare con delle pennellate dai colori pastello, più miti durante lo scorrere dell’autunno e dell’inverno, e sempre più vivaci alle soglie della primavera.
Non mancano poi quelle atmosfere trasognate e delicate tipiche dei film più riusciti di Miyazaki, che sono in grado di innalzare il livello artistico di un’opera di fronte alla quale non si può che rimanere impietriti. Il Robot Selvaggio è indubbiamente uno dei migliori film d’animazione dell’anno e chissà se non sia destinato a diventare persino un classico per le nuove generazioni di ragazzi.