Steven Seagal, noto attore statunitense, è tornato alla ribalta della cronaca per alcune dichiarazioni che hanno fatto molto discutere i suoi connazionali.
L’ormai ex star del cinema ha dichiarato che sarebbe “pronto a combattere e a dare la vita per Vladimir Putin”. Lo ha detto nel suo ultimo documentario chiamato “In the Name of Justice”, distribuito dall’emittente russa Smotrim. In una clip diventata virale, l’attore viene anche mostrato mentre parla con i civili e condivide i punti di discussione della propaganda del Cremlino con l’aiuto di un traduttore e di una voce narrante, dato che non sembra parlare russo. Visita anche i prigionieri di guerra ucraini (POW), presumibilmente combattenti dell’Azov .
Nel video Seagal dice di aver scritto una lettera a Putin, dicendo: “ora vedremo chi sono i nostri veri compatrioti e amici, e chi sono i nostri nemici. Sarò dalla parte del mio presidente e combatterò dalla parte del mio presidente”.
Hollywood actor-turned-spokesman for putin, Steven Seagal, says he is ready to die for putin in his scandalous, propaganda ‘documentary’, “In the Name of Justice", packed with fabrications and extras.
Steven Seagal è da tempo legato alla Russia di Vladimir Putin, di cui è divenuto cittadino nel 2016. Il suo rapporto con il despota russo è molto stretto, tanto che è stato avvistato mentre visitava i territori occupati dell’Ucraina.
Pare infatti che l’attore abbia un ruolo attivo nella propaganda del regime, che diffonde con l’aiuto di traduttori dedicati a questo scopo.
Sebbene queste dichiarazioni abbiano fatto il giro del mondo, non sembra che l’attore settanduenne debba partecipare ad alcuno sforzo militare.
Steven Seagal ha ottenuto la cittadinanza russa nel 2016, ed è stato successivamente nominato dal Ministero degli Esteri russo come “Rappresentante speciale per i collegamenti culturali tra Russia e Stati Uniti, il patrimonio culturale e storico a titolo volontario” nel 2018. Si dice che si sia trasferito a Mosca nel 2021 per sfuggire alle multe del governo degli Stati Uniti .
