Terrifier 3, la Recensione dell’horror con Art il Clown

Ritorna Art il Clown in questo attesissimo Terrifier 3, in sala dal 7 novembre grazie a Midnight Factory.

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Arriva finalmente in sala Terrifier 3, atteso terzo capitolo di una delle migliori saghe slasher splatter che il cinema horror ha saputo regalarci, grazie soprattutto alla presenza di un personaggio come Art Il Clown che è già icona del cinema. Sangue, violenza, paura ma anche inevitabile risate. Un mix letale, non per tutti gli spettatori, soprattutto per chi ha lo stomaco debole. Con questo terzo capitolo, il film diretto da Damein Leone stupirà ancora una volta.

Terrifier 3, la Trama

Dopo gli eventi del secondo capitolo, i redivivi Sierra e suo fratello Jonathan tentano di tornare alla normalità, convinti che Art sia definitivamente morto. Tuttavia non è affatto così: la sua furia grottesca è pronta ad abbattersi di nuovo, insieme alla sfregiata Victoria, ormai fida aiutante di Art. Ce la faranno anche stavolta?

Terrifier 3, la Recensione

O lo si odia o lo si ama. Lo splatter è un sottogenere dell’horror che polarizza inevitabilmente pubblico e critica da sempre, salvo rari casi di piena unanimità come La Casa o i primissimi film firmati Peter Jackson. Oscillando sempre tra puro horror e a tratti commedia, il gore ha da sempre avuto la capacità di far parlare di sé, nel bene e nel male. Non si sottrae a questo teorema neanche la saga di Terrifier, nata da una raccolta di corti che, grazie al più classico tam tam social, è diventata presto un vero e proprio cult.

Dopo il primo film però, Damien Leone ha intrapreso una strada ben precisa, figlia di una scelta altrettanto precisa, ossia quella di voler iniziare a dare un senso alla storia di Art, pur mantenendo la natura del personaggio. Un banalissimo clown come tanti altri nella storia del cinema (vedasi Pennywise) ma la cui assenza di un vero e proprio contesto dietro le sue azioni, lo ha reso un villain perfetto.

Nel primo Terrifier infatti, assistiamo ad un turbinio di cieca violenza, in un film carico di sangue e azioni fondamentalmente prive di ogni senso logico. Art uccide perché sì. Forse perché è la sua natura, forse perché deve, forse perché gli piace. Lui uccide e basta. E si diverte, facendo divertire con il suo essere costantemente sopra le righe, tanto nelle azioni violente quanto nelle reazioni comiche che ha ogni volta che porta a compimento un brutale omicidio.

Sei anni dopo il primo film, Leone inizia dunque a voler regalare un minimo di contesto senza però essere invadente rispetto la natura dell’idea dietro Art. Forse è un demone, forse un’entità maligna. Non lo sappiamo ma lo intuiamo, sin dalle primissime sequenze in cui compare la bambina simil-Art che poi andrà anche a chiudere il film, uscendo di scena con la testa del perfido clown. Si arriva quindi ad oggi, con Terrifier 3, un terzo capitolo che riparte esattamente da dove l’avevamo lasciato, ma non prima di aver dettato il leitmotiv che di fatto caratterizzerà l’intero film, unitamente al voler regalare un cinema horror artigianale d’essai, come ormai non si vede più in giro.

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Siamo in una tranquilla casa della periferia residenziale americana, la classica villetta a schiera. Dentro, una famigliola che dorme, finché non viene svegliata dalla figlioletta che è convinta di sentire Babbo Natale che sta passeggiando sul tetto. E allora la madre si sveglia, l’asseconda, la tranquillizza, la coccola. Una scena che scalda i cuori, anche i più duri e puri. E che culminerà con l’arrivo di Babbo NatArt, o Santa ClArt, che dir si voglia, con annessa brutale mattanza.

Lo shock dunque viene decisamente amplificato, la violenza grottesca assume contorni a tratti drammatici che attanagliano lo stomaco in una morsa. Non tanto per la brutalità in sé, quanto più per il contesto che Leone ha creato. E nel mezzo, le movenze canzonatorie di Art mentre infligge dolore.

Terrifier 3 diventa quindi un film che poggia le sue basi su una scelta ben precisa, quella di creare un connubio antitetico, dove Art Il Clown diventa distruttore dentro e fuori il film. Non un semplice slasher dunque, con tutti i crismi del caso, ma un prodotto che a suo modo riesce anche a trascendere il genere, giocando costantemente con le antitesi. Leone crea infatti contesti drammatici, anche andando a puntare il dito contro la latente morbosità che c’è dietro al true crime, parlando di elaborazione di un dramma in un contesto dove elaborare non è mai del tutto permesso.

Proprio qui subentra la figura devastante e devastatrice di Art che con le sue movenze goffe e congeniali, diventa un perfetto clown assassino, che fa ribrezzo e sorridere al tempo stesso. Inserire quindi un elemento comico in un contesto drammatico si rivela quindi una scelta coraggiosa e riuscita, che restituirà tutto quello che Terrifier 3 vuole dare allo spettatore: sangue, violenza, terrore viscerale. E come sempre, omaggi all’horror che fu, da Shining a Non Aprite Quella Porta.

Chiaramente suggeriamo caldamente di astenersi a tutti quei cinefili con o stomaco debole, perché di sangue ce ne sarà davvero tanto, così come di dolorose morti. Piccolo spoiler: dopo la donna tagliata in due del primo Terrifier, tra le migliori morti del cinema horror, ci sarà anche un caso analogo per i maschietti, che vedranno mettere a dura prova la loro resistenza. Sperando che non scappi nessuno come già accaduto. E dopo questo Terrifier 3, ora non possiamo far altro che aspettare con ansia il quarto capitolo.

Cast

  • David Howard Thornton: Art Il Clown
  • Lauren LaVera: Sierra Shaw
  • Elliott Fullam: Jonathan Shaw
  • Samantha Scaffidi: Victoria Heyes

Trailer

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Lorenzo Pietroletti
Classe '89, laureato al DAMS di Roma e con una passione per tutto ciò che riguardi cinema, letteratura, musica e filosofia che provo a mettere nero su bianco ogni volta che posso. Provo a rendere la critica cinematografica accessibile a tutti, anche al "lattaio dell'Ohio".
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