Arriva finalmente in sala Terrifier 3, atteso terzo capitolo di una delle migliori saghe slasher splatter che il cinema horror ha saputo regalarci, grazie soprattutto alla presenza di un personaggio come Art Il Clown che è già icona del cinema. Sangue, violenza, paura ma anche inevitabile risate. Un mix letale, non per tutti gli spettatori, soprattutto per chi ha lo stomaco debole. Con questo terzo capitolo, il film diretto da Damein Leone stupirà ancora una volta.
Terrifier 3, la Trama
Dopo gli eventi del secondo capitolo, i redivivi Sierra e suo fratello Jonathan tentano di tornare alla normalità , convinti che Art sia definitivamente morto. Tuttavia non è affatto così: la sua furia grottesca è pronta ad abbattersi di nuovo, insieme alla sfregiata Victoria, ormai fida aiutante di Art. Ce la faranno anche stavolta?
Dopo il primo film però, Damien Leone ha intrapreso una strada ben precisa, figlia di una scelta altrettanto precisa, ossia quella di voler iniziare a dare un senso alla storia di Art, pur mantenendo la natura del personaggio. Un banalissimo clown come tanti altri nella storia del cinema (vedasi Pennywise) ma la cui assenza di un vero e proprio contesto dietro le sue azioni, lo ha reso un villain perfetto.
Sei anni dopo il primo film, Leone inizia dunque a voler regalare un minimo di contesto senza però essere invadente rispetto la natura dell’idea dietro Art. Forse è un demone, forse un’entità maligna. Non lo sappiamo ma lo intuiamo, sin dalle primissime sequenze in cui compare la bambina simil-Art che poi andrà anche a chiudere il film, uscendo di scena con la testa del perfido clown. Si arriva quindi ad oggi, con Terrifier 3, un terzo capitolo che riparte esattamente da dove l’avevamo lasciato, ma non prima di aver dettato il leitmotiv che di fatto caratterizzerà l’intero film, unitamente al voler regalare un cinema horror artigianale d’essai, come ormai non si vede più in giro.
Terrifier 3 diventa quindi un film che poggia le sue basi su una scelta ben precisa, quella di creare un connubio antitetico, dove Art Il Clown diventa distruttore dentro e fuori il film. Non un semplice slasher dunque, con tutti i crismi del caso, ma un prodotto che a suo modo riesce anche a trascendere il genere, giocando costantemente con le antitesi. Leone crea infatti contesti drammatici, anche andando a puntare il dito contro la latente morbosità che c’è dietro al true crime, parlando di elaborazione di un dramma in un contesto dove elaborare non è mai del tutto permesso.
Proprio qui subentra la figura devastante e devastatrice di Art che con le sue movenze goffe e congeniali, diventa un perfetto clown assassino, che fa ribrezzo e sorridere al tempo stesso. Inserire quindi un elemento comico in un contesto drammatico si rivela quindi una scelta coraggiosa e riuscita, che restituirà tutto quello che Terrifier 3 vuole dare allo spettatore: sangue, violenza, terrore viscerale. E come sempre, omaggi all’horror che fu, da Shining a Non Aprite Quella Porta.