A fine ottobre uscirà Dragon Age: The Veilguard, un titolo molto atteso per diversi motivi. Si tratta del ritorno della leggendaria saga RPG dopo dieci anni di assenza e sarà l’ultima occasione per Bioware di dimostrare di essere ancora in grado di produrre giochi di ruolo incredibili e rivoluzionari come faceva un tempo.
Lo studio statunitense, durante la sua epoca d’oro, era considerato come uno dei migliori studi di sviluppo in circolazione e il suo marchio era una garanzia di qualità per gli appassionati di giochi di ruolo. Elencare i successi di Bioware a cavallo fra gli anni ’90 e il 2000 sarebbe un’impresa impossibile ma chi ha vissuto quell’epoca saprà che stiamo parlando degli sviluppatori originali dei primi due Baldur’s Gate e dei creatori di due saga di enorme successo come Dragon Age e Mass Effect.
Nel 2007 lo studio è stato acquistato da EA, una società molto nota nell’industria ma che deve il suo successo a ragioni opposte. Se Bioware aveva costruito la sua popolarità sulla creatività e la qualità dei suoi titoli, EA era molto più interessata al mero profitto e al perseguire formule già testate e funzionanti.
Non sarebbe corretto imputare l’inesorabile declino dello studio soltanto alla gestione di EA. Dopo il 2007 infatti Bioware ha continuato a produrre diversi titoli di successo come Mass Effect 2, uno dei migliori RPG dell’epoca.
Dal 2010 in poi si può osservare un crollo piuttosto evidente sia nella qualità dei videogiochi prodotti dalla casa americana sia nell’identità dello studio, che ha progressivamente abbandonato il loro focus sui giochi di ruolo per inseguire trend ritenuti più profittevoli.
I due titoli che hanno segnato il crollo di Bioware e il motivo per il quale ora il futuro dello studio è appeso ad un filo sono Mass Effect: Andromeda e Anthem. Entrambi i progetti sono stati dei sonori fallimenti sia dal punto di vista della critica che da quello commerciale.
Mass Effect: Andromeda non si avvicinava nemmeno lontanamente ai fasti della trilogia originale e Anthem era un chiaro intento di inseguire il trend live service forzando uno studio che deve la sua fama ai giochi di ruolo single player a lavorare ad un progetto totalmente estraneo e incompatibile con i suoi talenti.
La scelte inconcepibili di EA e Bioware ci hanno condotto in questa situazione, nella quale lo studio statunitense ha disperatamente bisogno di un videogioco di successo per invertire la rotta.
Dragon Age: The Veilguard ha addosso gli occhi di tutti e le prime immagini mostrate quest’estate non hanno per nulla impressionato gli addetti ai lavori. Le reazioni dopo il primo trailer, con il quale si annunciava il cambio di nome da Dreadwolf a The Veilguard, sono state disastrose.
Bioware ha recuperato mostrando qualche giorno dopo degli spezzoni di gameplay che hanno leggermente rassicurato i fan. Il discorso attorno al videogioco e al processo di sviluppo però non ha potuto che aumentare con il passare delle settimane.
Il ciclo di marketing e le controversie attorno al progetto hanno reso Dragon Age: The Veilguard uno dei videogiochi più discussi di questa seconda parte dell’anno. Tutto ciò è comprensibile perchè i fan attendono da anni i ritorno di Bioware e l’intera industria osserva con occhi curiosi quella che per lo studio è una vera e propria battaglia per la sopravvivenza.
Nelle ultime settimane alcuni influencer e youtuber del settore sono stati invitati da Bioware a testare il videogioco e le impressioni sembrano essere tutto sommato positive. Questo però non dimostra nulla perchè la lezione del caso Cyberpunk è ancora fresca nella memoria di tutti gli appassionati.
Non è possibile avere una giusta valutazione del gioco prima che questo sia uscito. Al di là dell’onestà dei creators che vengono invitati a questi eventi, è ovvio che Bioware voglia mostrare solamente le sezioni migliori di Dragon Age: The Veilguard per tentare di guadagnarsi della pubblicità positiva prima del lancio.
Quello che sembra trasparire però è che questa volta sarà solamente il prodotto finale ad essere valutato. I numeri dei preorder dimostrano che ormai il nome di Bioware non è più garanzia di qualità. Lo studio dovrà riconquistarsi la fiducia tramite la solidità e le performance del gioco. Ci dovrà fare capire perchè ci siamo innamorati delle sue creazioni tanti anni fa, perchè abbiamo così a cuore le saghe Mass Effect e Dragon Age.
Questa è l’ultima occasione per Bioware di dimostrare di essere ancora in grado di creare un RPG che ci sorprenda. Di mostrarci l’immensa qualità delle sue storie e la grande capacità di integrare le scelte del giocatore nella costruzione di questi mondi fantastici.
Noi ci auguriamo di apprezzare il ritorno a Thedas e che ci catturi come ha fatto quindici anni fa con il debutto della serie. Ci auguriamo che Bioware possa rinascere ma per saperlo dovremo aspettare il 31 ottobre.
E voi che vi aspettate da Dragon Age: The Veilguard?
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