Sigourney Weaver è Ellen Ripley: uno dei personaggi femminili più forti e memorabili di sempre, che senza il talento e il carisma dell’attrice non sarebbe mai esistito
Ripley: l’incubo degli alieni
Ellen Ripley: in una definizione, la più cazzutissima eroina femminile mai concepita, perlomeno in una saga di fantascienza. Eroina per caso in realtà, dato che al suo primo scontro con lo xenomorfo sulla Nostromo non mostra talenti o abilità particolari a parte una buona prontezza di riflessi, una certa astuzia e una fredda determinazione di fronte al pericolo.
Soltanto in Aliens, il film di Cameron, diventa la badass che conosciamo, la donna “con le palle” e il fucile in mano, decisa ad eliminare le creature che continuano a tormentare i suoi incubi. Eppure si ritrova ad affrontarle, ancora e ancora, finendo col maturare con esse – gli “alieni”, gli xenomorfi – un legame inquietante e parossistico.
Eroina femminile e umana
Ripley (nel primo film ancora non si chiama Ellen) è una eroina forgiata dalle circostanze, ogni esperienza traumatica è una nuova cicatrice che la rende più forte ma anche più segnata, in una spirale di violenza e lotta disperata contro un nemico apparentemente invincibile. Ma lei riesce ad opporvisi, e a reclamare il suo diritto di esistere e di vivere libera da questa persecuzione.
La prima vera eroina femminile della fantascienza – se si escludono figure come Barbarella, che è un po’ il suo opposto – emancipata, indipendente e perfettamente femminista, si potrebbe dire, ma che non decide la sua lotta in base al rapporto con gli uomini, bensì in primis come essere umano a sua volta. Non combatte una guerra dei sessi, combatte una guerra tra specie.
Da final girl a vendicatrice
Eppure il ruolo interpretato da Sigourney Weaver è fondamentale in un periodo di trasformazione e cambiamento delle parti nel cinema, laddove le “final girls” e le “scream queens” dei film horror – perché Alien è una saga horror – subiscono sempre meno e reagiscono sempre più. Lei, come final girl del primo film, è un esempio fulgido di resistenza e rivincita contro le più terribili avversità.
La lotta è impari ma Ellen va avanti fino in fondo, portando sulle spalle non solo la dignità del genere femminile ma anche quella dell’intera umanità, minacciata da un nemico che non per caso “stupra” le sue vittime, anche se oralmente, in una perversa inversione dello schema della violenza sessuale alla quale sta a lei, a Ripley, resistere e opporsi.
Ellen appare nei primi quattro film della saga: Alien (1979), Aliens (1986), Alien 3 (1992) e Alien Resurrection (spesso chiamato semplicemente Alien 4, 1997). Da qui in poi, la sua importanza e la sua influenza come figura si ritrovano in diverse altre eroine sci-fi e non, a cominciare dalla sua erede Rain Carradine e passando anche per la corrispettiva della saga di Predator in Prey: Naru.
Tutte donne che non nascono perfette ma imparano a difendersi, non posseggono poteri speciali o straordinaria intelligenza ma non si arrendono mai. Anche personaggi videoludici come Aloy (Horizon) o Chell (Portal) sembrano prendere le mosse da questo tipo di figura femminile, realistica e moderna, semplice e carismatica.
L’eredità di un’icona
Sigourney Weaver è apparsa anche in altri ruoli nel corso della sua lunga carriera, con parti anche minori in film come Ghostbusters e Avatar, ma quello di Ellen è il ruolo per il quale è e sarà probabilmente sempre ricordata. Un ruolo fondamentale nella formazione di una cultura pop, sci-fi – ma possiamo dire pure geek? – che comprenda e accolga anche figure femminili.
La sua lezione è stata appresa e viene ricordata nella fiction moderna, in film, serie tv, fumetti, videogiochi che ancora le rendono omaggiano e basano diverse altre eroine sul suo modello. E bisogna dirlo: un’invenzione avanti con i tempi come la sua è difficilmente immaginabile oggi.