Mentre Daniele e Nina (e lo spettro del loro amore) continuano a gravitare attorno all’ospedale, lui da lavoratore e lei da paziente, con le sue visite periodiche insieme alla dottoressa Cimaroli, l’ospedale diventa teatro di nuove dinamiche, e accoglie nuovi “ospiti”. Accanto alle vecchie conoscenze come Madonnina (Vincenzo Nemolato) e Giorgio (Lorenzo Renzi) arrivano nuovi personaggi.
Tra tutti non si può non menzionare Rachid (interpretato dal bravissimo e convincente Samuel di Napoli), un ex calciatore con un passato difficile che metterà a dura prova la pazienza di Daniele, e Matilde, senza dubbio il personaggio meglio scritto della serie, a cui dà voce e corpo una sfolgorante Drusilla Foer. Matilde è una donna piena di rancore e odio, che inizialmente riversa proprio su Daniele, colpevole di ricordarle troppo una persona che la donna ha perso molto tempo prima (spoiler) in circostanze tragiche, e per la cui scomparsa si sente ancora colpevole.
Una guida dall’alto
Per Daniele, insomma, non è facile destreggiarsi in mezzo a queste nuove presenze. È cresciuto, è un padre, ma la sua instabilità non lo abbandona, facendogli commettere ancora degli errori. Qualcuno però sembra guidarlo da lontano: Mario (Andrea Pennacchi), scomparso tragicamente nella prima stagione, torna in questa serie nei panni di una “guida spirituale” che solo Daniele può vedere e percepire.
Una sorta di angelo custode che gli invia anche un regalo prezioso: sua figlia Angelica (Valentina Romani), che porterà nuova speranza nella vita del nostro protagonista. Con Angelica, Daniele riscopre il desiderio di innamorarsi e di sognare.
Un finale e una serie da non perdere
Ed è proprio grazie ad Angelica che alla fine del suo percorso Daniele realizza quello che per lui era sempre stato un sogno irraggiungibile: per scoprire di cosa si tratta vi consigliamo di vedere tutto fino all’ultima puntata e di soffermarvi su “Risalita”, non ve ne ne pentirete (e non diciamo di più).
Tutto chiede salvezza 2 si conferma come una serie delicata ma allo stesso tempo coraggiosa che, senza mai andare sopra le righe, affronta il tema del disagio mentale, parlando di e a una generazione (la generazione zeta) che si confronta oramai quotidianamente con queste sfide. È una serie da guardare, non solo per le interpretazioni magistrali degli attori ma anche e soprattutto perché lenisce quel senso di solitudine e inadeguatezza che spesso ci tormenta e ci fa chiedere “Sono io quello sbagliato o lo è il mondo là fuori”?
La risposta è nella seconda parte della domanda, e Tutto chiede salvezza ci aiuta a ricordare proprio questo: che il mondo è complicato e che a volte è difficile capire chi siamo veramente. Ma ci dice anche che è proprio in questo viaggio verso la scoperta di sé che sta la bellezza della vita, non certo nella “normalità”. Anche perché poi, da vicino, nessuno è veramente normale.