Baby Reindeer: la vera Martha può citare in giudizio Netflix

Un giudice ha permesso a Fiona Harvey di procedere con la causa per diffamazione contro Netflix per la serie "Baby Reindeer" per falsa rappresentazione.

Gli attori Richard Gadd e Jessica Gunning in Baby Reindeer
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Un giudice ha stabilito che la serie Netflix Baby Reindeer” non soddisfa i criteri di “storia vera”, aprendo la strada a una causa per diffamazione intentata da Fiona Harvey, colei che sarebbe la vera Martha all’interno della serie. Netflix aveva presentato una mozione per far archiviare il caso a luglio, ma non è stata affatto accolta.

Richard Gadd, ideatore, produttore e protagonista di “Baby Reindeer”, nella sua difesa, ha raccontato che Harvey lo aveva perseguitato per anni mentre lavorava in un pub di Londra, pizzicandogli i glutei in alcune occasioni e inviandogli migliaia di e-mail e messaggi inquietanti. Alla fine, Gadd l’ha denunciata alle autorità, ottenendo un avviso di molestie, ma Fiona Harvey non è mai stata né condannata né incarcerata.

Il giudice Gary Klausner ha osservato nella sua sentenza che la serie si apre con la frase “Questa è una storia vera”, invitando implicitamente il pubblico a credere che ciò che segue sia un resoconto fedele degli eventi. Tuttavia, Klausner ha riscontrato che il comportamento di Martha nella serie è significativamente più grave rispetto a quanto accaduto nella realtà. Ha sottolineato come ci siano “grandi differenze” tra lo stalking e una condanna per stalking, così come tra toccamenti inappropriati e violenza sessuale.

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Baby Reindeer, la denuncia di Fiona Harvey può continuare

Sebbene Fiona Harvey non sia mai stata nominata direttamente nello spettacolo, i fan più sfegatati della serie, vedendo le somiglianze con il personaggio di Martha in “Baby Reindeer“, l’hanno rapidamente identificata attraverso i social. Richard Gadd ha dichiarato che la serie, basato su una sua esperienza lavorativa al pub Hawley Arms, era romanzata e non una rappresentazione precisa degli eventi. Tuttavia, il giudice ha rilevato che Netflix avrebbe potuto agire con “effettiva malizia”, ​​inclusa la frase “storia vera” nonostante sapesse che lo show fosse in parte fittizio.

La Harvey ha sostenuto che la serie, creata dal comico Richard Gadd, ha presentato in modo falsato il suo comportamento, insinuando che avesse aggredito sessualmente Gadd, cavato i suoi occhi e fosse stata incarcerata per averlo perseguitato. Le azioni svolte nella serie, secondo il giudice, sono di “un grado peggiore” e potrebbero influenzare negativamente l’opinione dello spettatore su Fiona Harvey.

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Nonostante alcune richieste di Harvey, come negligenza e violazione dei diritti di pubblicità, siano state respinte, il giudice ha permesso che venisse portata avanti l’accusa di inflizione intenzionale di stress emotivo per le presunte dichiarazioni false “estreme e oltraggiose”.