Iwao Hakamada, pugile giudicato colpevole di un quadruplo omicidio, ha trascorso 56 nel braccio della morte ma è stato infine assolto all’età di 88 anni: una storia assurda
Vera e allucinante la storia di Iwao Hakamada, pugile, condannato a morte nel 1968 per l’omicidio del suo capo, della moglie e dei due figli adolescenti. Pare che l’iniziale confessione che poi portò alla condanna gli venne estorta a forza, così cercò per anni di far riabilitare il suo nome e di essere scagionato.
Da allora è rimasto in prigione, senza che la sentenza venisse eseguita, mentre nel corso dei decenni i tribunali hanno riesaminato le prove – a quanto pare fabbricate a suo danno – attraverso i vari gradi di giudizio. Questo finché nel 2014, dopo tantissimi anni, si è scoperto grazie alla prova del DNA che il sangue trovato sui vestiti di una delle vittime non era il suo.