Iwao Hakamada: 56 anni nel braccio della morte, innocente a 88

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Iwao Hakamada, pugile giudicato colpevole di un quadruplo omicidio, ha trascorso 56 nel braccio della morte ma è stato infine assolto all’età di 88 anni: una storia assurda

Vera e allucinante la storia di Iwao Hakamada, pugile, condannato a morte nel 1968 per l’omicidio del suo capo, della moglie e dei due figli adolescenti. Pare che l’iniziale confessione che poi portò alla condanna gli venne estorta a forza, così cercò per anni di far riabilitare il suo nome e di essere scagionato.

Da allora è rimasto in prigione, senza che la sentenza venisse eseguita, mentre nel corso dei decenni i tribunali hanno riesaminato le prove – a quanto pare fabbricate a suo danno – attraverso i vari gradi di giudizio. Questo finché nel 2014, dopo tantissimi anni, si è scoperto grazie alla prova del DNA che il sangue trovato sui vestiti di una delle vittime non era il suo.

Hakamada è stato fatto perciò uscire di prigione, e a casa sua ha vissuto le ultime fasi del lunghissimo processo che infine, nel 2024 e dopo ulteriori dubbi e contraddizioni, ha portato il tribunale di Shizuoka ad assolverlo da tutte le accuse, giudicandolo di fatto innocente ma non certo annullando le lunghe decadi in carcere.

Il suo caso è diventato famoso negli anni come importante per i sostenitori dell’abolizione della pena di morte in Giappone, specialmente perché la sua lotta è riuscita a far protrarre la sentenza, che infatti non è mai stata eseguita. Ora ha 88 anni e, come si può immaginare, soffre di grandi difficoltà psicologiche causate da lungo periodo di detenzione. Ma è libero.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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