Si getta contro le finestre per dimostrare che sono indistruttibili, ne rompe una e muore

finestre
Credit: Findagrave/Public Domain/George Pachantouris/Getty Images
Condividi l'articolo

Si tratta della storia di tal Garry Hoy, avvocato specializzato nella sicurezza e nella costruzione di edifici moderni, che nel 1993 dimostrava l’infrangibilità delle finestre del palazzo in cui lavorava proprio così. Un giorno, alla fine, una di quelle finestre si infranse

1993: quest’avvocato di nome Garry Hoy ha anche una laurea in ingegneria e adora l’architettura moderna, finestre comprese. Avete presente quei palazzi americani fatti tutti con finestre a specchio, in pratica grandi costruzioni con l’esterno tutto di vetro? Hoy, che lavora a Toronto, sta in quegli anni proprio in un palazzo come questo.

Per lui sono il massimo, ed è anche specializzato nella sicurezza e nelle moderne tecnologie architettoniche che, a suo dire, dovrebbero annullare i rischi di incidenti. In particolare, le finestre del 24esimo piano del palazzo in cui ha il suo ufficio sono secondo lui infrangibili, e per dimostrarlo cosa fa? Vi si getta contro.

Chiariamo: siamo a 24 piani dal livello della strada, e fuori dalla finestra non c’è nulla se non il vuoto. Ma lui, come una specie di Jordan Belfort, non si tira indietro dalla sfida e diverse volte di fronte a colleghi e amici si schianta contro le finestre con tutto il peso del corpo, rischiando di romperle.

Non succede mai nulla, finché alla fine… succede. Il 9 luglio 1993 lo studio legale di Hoy tiene un ricevimento nella conference room, appunto al 24esimo piano, per accogliere i nuovi internisti. E lo spettacolo dell’avvocato non può mancare: si getta contro una finestra una volta, e non succede niente. Si getta contro la finestra una seconda volta, come mille volte già aveva fatto, e quella si rompe.

Per la precisione, non si infrange ma la lastra si stacca per intero dalla cornice, come una grande beffa, e precipita per 24 piani portandosi dietro Hoy con sé. L’avvocato, che ovviamente si è dato una bella spinta, non ha nessun modo di evitare la caduta. Quindi muore, in quello che è stato definito un caso unico al mondo di “auto-defenestramento”.

In seguito sul Toronto Star compare il commento di un ingegnere professionista, che dice: “Non conosco nessun regolamento di alcun edificio che consenta che un uomo di 160 chili corra contro una finestra di vetro e la possa far restare al suo posto“. Inutile dirlo: non fatelo a casa. Né in ufficio. Anche se siete avvocati. E ingegneri.

Fonte: UNILAD

Continuate a seguirci su LaScimmiaPensa e iscrivetevi al nostro canale WhatsApp