Il sequel andrebbe poi a intaccare la potenza eversiva di quel meraviglioso finale di Joker nel quale vediamo crollare la società cinica e classista di Gotham sotto i colpi dei reietti che ne erano estromessi. Ad avvalorare la tesi della pessima operazione cinematografica è il fatto che, come riportato da Todd Phillips nel corso di alcune interviste rilasciate nel 2019, originariamente il film non avrebbe dovuto prevedere alcun sequel.
“Non abbiamo piani per un sequel. Sarei ovviamente disposto a farlo qualora Joaquin lo volesse, ma il film non è stato concepito per avere un seguito. È stato sempre pensato come un’opera a sé. Abbiamo fatto questo film che ho proposto alla Warner come cosa a sé. Esiste nel suo mondo specifico. Tutto qua”.
Insomma le premesse non sono delle migliori, eppure una fetta del pubblico del primo film sembra riporre una buona dose di fiducia nei confronti di Phillips e delle sue capacità di scrittura. L’introduzione di un personaggio che andrà a supportare Arthur Fleck, ossia Harleen “Lee” Quinzel, interpretata da Lady Gaga, fa ben sperare in un qualche elemento di novità rispetto al primo film, magari provocato dal loro folle legame amoroso.
Il personaggio di Harley Quinn potrebbe essere il catalizzatore di una serie di spunti tematici molti interessanti, quali l’interdipendenza o le relazioni tossiche, e poi, chi non è curioso di assistere alla inesorabile discesa verso la follia della donna? Inoltre, nel trailer di Joker: Folie à Deux sono presenti diverse immagini che mostrano la coppia lanciarsi in una serie di balli sfrenati che lasciano trasparire una non indifferente alchimia tra i due; sarà molto interessante anche cercare di capire in che modo questi numeri musicali verranno contestualizzati all’interno del film: si tratta di eventi reali o sono soltanto delle manifestazioni immaginarie dei due?
Non ci resta che andare in sala a vedere Joker: Folie à Deux, la cui uscita in Italia è prevista per il 2 ottobre, per dissipare ogni dubbio; d’altronde, se il film saprà riconfermarsi agli stessi livelli del precedente oppure no, ce lo stiamo chiedendo davvero tutti, persino lo stesso Arthur che, quasi ironicamente (e meta-cinematograficamente), durante una scena del primo film, scriveva questo sul proprio diario: “Spero solo che la mia morte abbia più senso della mia vita”.