Il creatore di “Dragon Ball“ Akira Toriyama è riconosciuto come uno degli artisti più influenti e rispettati nel genere shonen. La sua opera ha introdotto concetti che hanno influenzato intere generazioni di manga e anime. Nonostante questo, Toriyama è famoso per una particolarità curiosa: la sua tendenza a “dimenticare” elementi chiave della trama e dei personaggi, creando inaspettati cambiamenti e retcon nel corso della storia.
Toriyama ha ammesso di aver raramente pianificato in anticipo lo sviluppo della serie. Questo processo di scrittura settimanale ha portato a modifiche significative nel corso della narrazione. Un esempio iconico è il personaggio di Freezer, il cui design iniziale non prevedeva trasformazioni. Solo durante il combattimento con Vegeta, Toriyama ha deciso di introdurre le sue trasformazioni per rendere il combattimento più dinamico. Nonostante questa evoluzione non fosse programmata, la sua forma finale minimalista è diventata un’icona nella storia degli anime.
5. Le trasformazioni di Freezer non erano pianificate
Uno dei momenti più iconici nella storia di “Dragon Ball Z” è la trasformazione di Freezer durante la saga di Namek. Tuttavia, questo non era il piano originale di Toriyama. Freezer doveva avere solo una forma, quella iniziale, e l’idea delle trasformazioni è nata durante la fase di scrittura del combattimento contro Vegeta.
Toriyama ha dichiarato di aver pensato che sarebbe stato interessante far sembrare che Freezer stesse bluffando riguardo la sua forza, per poi sorprenderci con vere trasformazioni. Quando ha raggiunto la terza forma, però, Toriyama ha realizzato che il design era diventato troppo complesso e faticoso da disegnare settimanalmente. Così, ha deciso di introdurre una quarta e ultima forma, molto più semplice da realizzare, ma allo stesso tempo più memorabile. Questa scelta non solo ha alleggerito il lavoro dell’autore, ma ha anche regalato alla serie uno dei cattivi più iconici della storia degli anime.
Nei primi episodi di “Dragon Bal”l, Piccolo era descritto come il Re dei Demoni, una figura malvagia e apparentemente soprannaturale. La sua storia non prevedeva alcun collegamento con razze aliene o con l’elemento fantascientifico che avrebbe poi caratterizzato gran parte della serie. L’idea che Piccolo fosse un membro della razza Namecciana è stata introdotta molto più avanti, quando Toriyama ha dovuto spiegare perché Piccolo e Kami avessero un legame così speciale e una lingua che solo loro comprendevano.
Piccolo inizia a mostrare segni della sua vera natura durante il 24° Tenkaichi Budokai, quando parla in una lingua sconosciuta a Goku e agli altri. Solo durante la saga dei Saiyan, Vegeta e Nappa rivelano a Piccolo la sua vera identità di alieno della razza Namecciana, un dettaglio che non era stato previsto all’inizio della serie. Questo cambiamento ha dato maggiore profondità al personaggio, trasformando Piccolo da semplice villain a uno dei protagonisti più amati e complessi della serie.
3. Vegeta non era originariamente il Principe dei Saiyan
Uno degli elementi più distintivi di Vegeta è il suo titolo di “Principe di tutti i Saiyan“. Vegeta si è sempre distinto dagli altri personaggi non solo per la sua forza, ma anche per il suo orgoglio regale. Tuttavia, questo dettaglio non era stato introdotto quando il personaggio apparve per la prima volta nella saga dei Saiyan.
All’inizio, Vegeta era solo descritto come un guerriero Saiyan d’élite. Solo 50 capitoli dopo la sua introduzione, durante la saga di Namek, Dodoria lo chiama “Principe dei Saiyan”, aggiungendo un elemento fondamentale alla sua identità.
2. La confusione sulle trasformazioni Super Saiyan
Uno degli elementi più discussi della saga di Majin Buu è la distinzione tra le forme Super Saiyan 2 e Super Saiyan 3. Inizialmente, Toriyama non aveva considerato Super Saiyan 2 come una forma separata. Infatti, ha ammesso di aver sempre pensato che Super Saiyan 3 fosse in realtà Super Saiyan 2.
Questa confusione è emersa durante la Buu Saga, quando Goku menziona per la prima volta “Super Saiyan 2” e successivamente si trasforma in Super Saiyan 3. Toriyama ha confermato che, nella sua mente, le due forme erano molto simili, al punto da non differenziarle chiaramente. Questo dettaglio ha aggiunto un elemento di imprevedibilità alla serie, contribuendo a creare un sistema di potere sempre più complesso.
1. Goku non era originariamente un alieno
Quando “Dragon Ball” è stato creato, Goku era un bambino con una coda di scimmia, e questa caratteristica era semplicemente parte del suo strano e misterioso design. Toriyama non aveva intenzione di spiegare da dove provenisse questa coda o perché Goku si trasformasse in una scimmia gigante durante la luna piena.
Solo più avanti nella storia, quando Toriyama decise di rendere “Dragon Ball” una serie maggiormente incentrata sulle battaglie e sulle arti marziali, sentì il bisogno di fornire una spiegazione per la potenza sovrumana di Goku. È qui che ha introdotto l’idea dei Saiyan, una razza aliena guerriera di cui Goku faceva parte, dando così una nuova direzione alla storia. L’introduzione del fratello di Goku, Radish, ha cementato l’eredità Saiyan di Goku, trasformando radicalmente la trama.