Monsters, la storia di Lyle e Erik Menendez: spiegazione del finale

Menendez
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Cosa succede nella seconda stagione di Monsters, e come si conclude la vicenda dei fratelli assassini Lyle e Erik Menendez?

Perché Lyle e Erik Menendez uccidono i genitori?

Monsters è la seconda stagione della serie dedicata ai più efferati killer di sempre, e parla stavolta dei fratelli omicidi Lyle e Erik Menendez, due giovani di buona famiglia che nel 1989 assassinarono i loro genitori nel salotto di casa con numerose fucilate. Erik confessò poi la cosa al loro psicologo, e i due vennero incastrati quasi subito.

Nel tentativo di difendersi e di spiegare il loro gesto iniziarono a raccontare di aver subito abusi piscologici e fisici da parte specialmente del padre ma con la complicità della madre, e dissero di aver agito per auto-difesa temendo che i genitori volessero a loro volta uccidere loro, i due figli, perché non parlassero dei suddetti abusi.

Abusi, molestie, maltrattamenti: ma è tutto vero?

Tuttavia molto non tornava nel loro racconto e le testimonianze a favore erano scarse e poco affidabili, per cui alla fine la giustizia americana decise per la condanna, ignorando tutta la questione degli abusi e destinando i due fratelli al carcere. Lyle e Erik Menendez, che a quanto pare hanno visto la serie, insistono con la loro versione ancora oggi.

Il discorso è complesso perché, specie nel 2024, s’inserisce in un contesto mediatico nel quale sempre più storie di abusi sessuali, molestie e maltrattamenti emergono e vengono rivisitate in un’ottica nuova, psicologica e clinica persino. Pensiamo all’impatto, quest’anno, di un’altra serie che tratta profondamente l’argomento: Baby Reindeer.

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Lyle e Erik Menendez

La narrazione: cosa vediamo e a che cosa crediamo

Allo stesso tempo, Monsters agisce astutamente perché fino ad un certo punto segue la narrazione dei fratelli sugli abusi – presentandoci anche la storia e i segreti dei genitori che loro non potrebbero conoscere – e poi ci dà a intendere che si sono inventati tutto di sana pianta, prendendo ispirazione da un libro sul tema e con la complicità delle loro avvocate.

In pratica sta a noi scegliere a cosa credere, anche se Monsters prende un posizione e, abusi o non abusi, non soprassiede sul fatto che i Menendez sono colpevoli di un duplice omicidio confessato e comprovato, che nessuna storia lacrimevole può giustificare. Cosa vediamo quindi nel finale? I due, pur con i fan che gli scrivono ma con un’opinione pubblica che ha smesso di sostenerli, vengono destinati a due carceri diversi.

Geni del male o ricconi viziati e annoiati?

Questo viene fatto perché, si ragiona, se fossero messi insieme nello stesso penitenziario potrebbero organizzare chissà cosa: si sono inventati una complessa storia di abusi con mille dettagli e recitando alla perfezione per renderla credibile, dove potrebbero arrivare? Fino alla fine non è chiaro se si tratta di due geni del male o di due ragazzi troppo stupidi e rovinati dalla loro ricchezza.

Nell’ultimissima scena vediamo i due fratelli in un flashback, durante quella famosa gita in barca che credevano fosse stata organizzata dai genitori per ucciderli. Invece, sono loro – in una prospettiva completamente diversa da quella fornita – a darsi la spinta definitiva per commettere l’omicidio che già hanno progettato, a quanto pare semplicemente ispirato da un film. La questione rimane quella: credere a loro o no? La serie, di per suo, non ha dubbi.

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