Proprio la versione di Breyfogle è stata l’ispirazione per Burton quando il geniale regista di Batman- il Ritorno doveva inserire il villain nel suo capolavoro del 1992: lo spunto dell’emarginato respinto dalla propria famiglia è stato infatti la base narrativa per costruire il Pinguino di Danny De Vito, un vero e proprio freak borderline.
Il fatto è che Pinguino è, dal punto di vista visuale, un vero e proprio punto di riferimento incredibilmente pop, estremamente affascinante, fin dal suo debutto cinematografico che avviene nel 1966, nel Batman girato da Leslie H. Martinson tatto dalla serie cult omonima che vedeva l’indimenticabile Adam West nel ruolo del Cavaliere Oscuro.
Il criminale era interpretato da Burgess Meredith, con quel cilindro viola e il bocchino della sigaretta che nessuno dimenticherà mai, antesignano di tutte le versioni future e più dark.
Come detto sopra, il Pinguino è un villain particolarmente affascinante per la sua versatilità e per il suo aspetto grafico: è per questo che in qualunque modo sia stato rivisto ha lasciato un segno, proprio come nella recentissima e bellissima serie animata Batman: The Caped Crusade, disponibile su Prime Video.
Nella serie prodotta da Bruce Timm (lo stesso del capolavoro Batman: TAS), il Pinguino resta più o meno lo stesso: fisico massiccio e obeso, naso appuntito, passione per gli ombrelli, padrone di un casinò per coprire i suoi loschi affari… se non che il Pinguino è una donna. Poco cambia, anzi nell’economia narrativa della serie -che è un vero e proprio racconto a metà tra il pulp purissimo e il pop, ambientato negli anni ’50 americani- tutto fila liscio come l’olio: anche perchè la serie ha l’indubbio merito di declinare ogni personaggio con sfumature differenti rispetto ai fumetti ma senza snaturarne il nucleo, lasciando il giusto equilibrio (in fondo, tutta la saga di Batman si fonda su un cast di comprimari di eccellenza). Allora il commissario Gordon diventa un uomo di colore -e così sua figlia Barbara-, Harley Quinn una psichiatra asiatica gender fluid, Alfred Pennyworth si appesantisce il fisico: tutto molto moderno, eppure incredibilmente tutto molto classico. Anzi, perfetto.
Certo è che Burton e De Vito hanno segnato un immaginario, con quella silhouette che riecheggia il Gabinetto del Dottor Caligari, che fa a gara con il Pinguino animato nella serie gioiello di Bruce Timm, Batman The Animated Series, andata in onda tra il 1992 e il 1995: un personaggio fisicamente vicino a quello del film del 1993, denti appuntiti e un naso particolarmente simile ad un becco, corporatura obesa ma non sgraziata – però più calcolatore, lucido. Ugualmente lucido, meno sgraziato nelle forme, ma molto manipolatore, è invece il Pinguino a cui dà il volto Robin Lord Taylor, nella serie Fox –Gotham– proseguita fino al 2019.
Sarà l’ansia revisionista degli anni Venti, ma il Pinguino della serie Fox è profondamente diverso sia dalle versioni precedenti, sia da ogni sua versione a fumetti: efficace nel contesto della serie, ma in qualche modo deviante dal percorso psicologico del personaggio.
Probabilmente, proprio questa sua efficacia ha segnato un punto, tanto da lasciare qualche tratto nel Pinguino di Matt Reeves nel suo bellissimo The Batman, interpretato da Colin Farrell: un cattivo che ritroviamo nella serie in onda dal 20 settembre su sky, Penguin- La città Sarà Sua, personaggio oscuro a tutto tondo, molto più cinematografico che fumettistico, centro nevralgico e criminale di Gotham, profondamente legato alle radici noir di Batman stesso.