Il cinema non si realizza unicamente davanti a una macchina da presa, ma anche sulle scrivanie dei potenziali finanziatori e non sempre è facile coniugare le ragioni creative con quelle del mercato. È successo a Megalopolis, ma non solo
Nel corso degli ultimi mesi chiunque ha avuto modo di apprendere della telenovela che ha coinvolto la tormentata produzione di Megalopolis: dapprima con la notizia che Francis Ford Coppola si fosse indebitato di oltre 120 milioni di dollari per produrre la sua stessa pellicola e poi con l’indiscrezione per la quale i principali executive e distributori di Hollywood avrebbero definito Megalopolis “un film invendibile”.
Dunque, nell’attesa di scoprire quelli che saranno i risultati commerciali del film di Coppola, la cui uscita in Italia è prevista per il 16 ottobre, non ci resta che ripercorrere la storia del cinema alla ricerca dei film per i quali nessun produttore era disposto a rischiare il proprio denaro. Almeno all’inizio.
Psycho (1960)
Si comincia fortissimo con una delle opere più iconiche della filmografia di Alfred Hitchcock nonché uno dei più grandi film della storia del cinema, Psycho. Il film è tratto da un romanzo del 1959 di Robert Bloch che a sua volta si ispirava a un noto caso di cronaca nera che aveva coinvolto il serial killer Ed Gein.
La Paramount, con la quale Hitchcock era legato da un vincolo contrattuale, si rifiutò inizialmente di produrre il film perché riteneva il libro di Bloch eccessivamente macabro; inoltre non voleva essere associata in alcun modo al famigerato criminale. Grazie alle pressioni di Hitchcock, alla fine la Paramount acconsentì a produrre Psycho, seppure al fronte di un budget ben più ridotto rispetto a quello richiesto dal regista, che dovette finanziare parte del film di tasca sua.
Guerre stellari (1977)
La ricerca di una casa di produzione disposta a credere nel progetto Star Wars fu davvero travagliata: prima di riuscire a stringere un accordo di distribuzione con la 20th Century Fox, George Lucas propose la sceneggiatura del proprio film alla United Artists, alla Universal e alla Paramount, ottenendo continuamente un no come risposta.
Le ragioni dietro ai tanti rifiuti riguardavano non tanto il potenziale commerciale del film, per il quale era già stato pronosticato un possibile successo, ma la presunta incapacità di George Lucas nel riuscire a portare a termine un progetto ambizioso come Guerre Stellari. Lo stesso Lucas era talmente convinto del fatto che il film sarebbe stato fiasco da non presentarsi nemmeno alla prima proiezione in sala; il resto è storia nota.
Rocky (1976)
In molti non sanno che la storia di Rocky è tratta da un romanzo scritto nel 1974 da Sylvester Stallone che, non riuscendo a trovare alcun editore disposto a pubblicare la propria opera, decise di riadattarla a sceneggiatura per il cinema. Come lui stesso dichiarerà in successive interviste, Stallone fece molta fatica a trovare dei finanziatori disposti a credere nel film.
Il soggetto piaceva eppure si percepiva la mancanza di una una forte componente emotiva che riuscisse a far leva sullo spettatore. Dopo aver trascorso numerose notti insonni a modificare la sceneggiatura (che venne resa molto meno cupa rispetto all’originale), alla fine il progetto di Stallone venne approvato da Robert Chartoff e Irwin Winkler, i due produttori che permisero al mondo di conoscere Rocky.
Dune (1984)
Finora abbiamo letto di alcuni film che erano stati inizialmente bollati come “impraticabili” dai loro possibili finanziatori a causa di alcuni aspetti che li rendevano difficilmente appetibili per il pubblico; ecco, la trasposizione cinematografica del mastodontico romanzo Dunedi Frank Herbert non può che rappresentare l’esempio più evidente di progetto destinato al fallimento.
Fu Alejandro Jodorowsky il primo a pensare di poter racchiudere lo sconfinato universo di Dune all’interno di uno schermo cinematografico: inutile dire che considerando l’ammontare dei costi previsti e le quattordici ore di durata ipotizzate, nessun produttore volle avere niente a che fare con il film, almeno fino a quando Dino De Laurentiis, il cui giudizio venne probabilmente offuscato dal successo di Guerre Stellari, non decise di realizzare una propria saga fantascientifica.
Il Dune del 1984 diretto da David Lynch, oltre che rappresentare un clamoroso insuccesso commerciale, ci ha insegnato che a volte i famigerati “capoccia” degli Studios fanno bene a diffidare di certe pellicole.
Ritorno al Futuro (1985)
Che ci crediate o no, anche Ritorno al Futuro, uno dei film più popolari della storia del cinema, ha rischiato di non raggiungere mai il grande schermo. Nel 1981 gli autori del film, Robert Zemeckis e Bob Gale, proposero la loro sceneggiatura alla Columbia che la rigettò in quanto “non abbastanza sexy”.
Disney, invece, lo riteneva “non adatto a un film per famiglie” la controversa relazione suggerita tra Marty e sua madre. Dopo quattro anni di ricerche e oltre quaranta rifiuti, il successo di All’Inseguimento della Pietra Verde (1984), diretto da Zemeckis, si rivelò decisivo per la scelta di Steven Spielberg di produrre il film assieme alla Universal e di affidarlo proprio ai due autori.