Bill Gates prevedeva nel 1999 quindici realtà inedite del futuro, sorte tra innovazione e tecnologia. Le cose sono andate esattamente come diceva lui
Bill Gates: imprenditore, innovatore, a suo modo visionario. Un uomo che ha sempre guardato al futuro, a partire dalla realtà informatica e dalle possibilità offerte dai prodotti Microsoft e dai sistemi Windows. Ma la tecnologia non è tutta lì, lui lo sapeva già nel 1999, facendo una serie di previsioni azzeccate nel suo libro Business @ the Speed of Thought. Ecco quanto ci aveva visto lungo, e cosa aveva già previsto per il nostro futuro:
- Siti di comparazione prezzi: quei siti che mettono a confronto vari prezzi di vari servizi, consentendovi di scegliere quello più vantaggioso. “Si potranno trovare senza sforzo prodotti a basso costo per tutte le industrie”;
- Smartphone: ossia, non solo telefoni cellulari con cui chiamare ma veri computer portatili con cui restare sempre in contatto, “controllare le news, vedere i voli prenotati, avere informazioni dai mercati finanziari e fare qualunque altra cosa”;
- Finanza online: al di là delle transazioni di borsa, tutto ciò che concerne i pagamenti via internet, a partire dai bonifici bancari e passando per il pagamento delle bollette. Tutto questo, ormai, si fa online.
- Assistenti virtuali: in una parola, Alexa. O quello che usate di più. Gates prevedeva già nel ’99 che questi “compagni personali” sarebbero arrivati a “connettere e sincronizzare tutti i vostri dispositivi in una maniera smart, che siano a casa o in ufficio, consentendo loro di scambiare dati”;
- Home-monitoring: continue riprese dell’interno e dell’esterno della casa, una sorveglianza domestica continua e totale come evoluzione del sistema di telecamere a circuito chiuso. Google Nest offre per esempio questo tipo di servizio;
- Social media: non esattamente imprevedibili 25 anni fa, d’accordo, ma ancora di là da venire nella concezione che ne abbiamo oggi. L’imprenditore diceva: “I siti web privati per i vostri amici e per la famiglia saranno comuni, consentendovi di chattare e pianificare eventi”;
- Pubblicità auto-generate: ossia, una piaga del nostro tempo che non abbisogna di descrizioni e non le merita. Ci pensa Bill: “Software che sanno quando hai prenotato un viaggio e usano quella informazione per suggerire attività nella destinazione locale. Suggeriscono attività, discount, offerte e prezzi più vantaggiosi per tutte le cose alle quali vorrete prendere parte”;
- Pubblicità smart: stesso concetto, ma anche peggio. “I dispositivi hanno smart advertising, conosceranno i vostri trend di acquisto e mostreranno pubblicità cucite sulle vostre preferenze”;
- Siti web per discutere di sport: “Guardando una competizione sportiva in televisione, i servizi vi consentiranno di discutere su ciò che succede dal vivo e entrare in contest in cui potrete votare su chi pensate vincerà”;
- Link in TV: quando vi dicono “inquadrate il QR code” durante una trasmissione televisiva, et similia. “Le trasmissioni televisive includeranno link a siti rilevanti e contenuti che integreranno quello che state guardando”;
- Forum di discussione virtuale: i forum online si utilizzavano già prima dell’avvento dei social, nella prima metà degli anni ’00. Ci sono ancora e come prevedeva Gates vengono usati: “Per la politica locale, per la pianificazione cittadina, per la sicurezza”;
- Comunità online: pensiamo ai gruppi Facebook, che negli anni ’10 soprattutto hanno dato vita a intere comunità – e non sempre con buoni risultati. Oggi ci sono più che altro i canali e gruppi Telegram, i SubReddit e i server Discord;
- Project-management Software: come Microsoft Teams, ossia strumenti per gestire e organizzare le realtà aziendali online e da remoto;
- Recruiting online: LinkedIn;
- Business community software: gestire affari, clienti, offerte e proposte per piccole realtà e farlo online con servizi come Craigslist;
Insomma, parecchie intuizioni azzeccate, anche se magari non esattamente nella forma che sappiamo ma in una direzione evolutiva – tecnologicamente parlando – coerente e precisa. La domanda è: possiamo già prevedere dove saremo tra altri 25 anni, nel 2049? Sarebbe bello saperlo.