Agatha All Along: la serie Marvel collegata a WandaVision

Arriva su Disney Plus la nuova serie Marvel, direttamente dalle storie di WandaVision e Doctor Strange e il Multiverso Della Follia...

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Agatha All Along è arrivata il 19 settembre su Disney Plus con i primi due episodi: la serie è la quindicesima prodotta all’interno dell’MCU, il Marvel Cinematic Universe, l’universo condiviso che dal 2008 sta portando su grande e piccolo schermo le storie dei personaggi della Marvel Comics.

Alla regia troviamo Jac Schaeffer, già autrice e showrunner di WandaVision, di cui Agatha All Along è una sorta di spin-off: il serial è il nono progetto interno alla Fase Cinque, iniziata con Ant-Man & The Wasp: Quantumania, e che a sua volta fa parte della Saga Dell’Infinito iniziata con la Fase Quattro.

Come sempre, il personaggio centrale, Agatha Harkness, è preso dalle storie dei fumetti Marvel, trattato e adattato per la serialità televisiva.

Agatha nei fumetti…

Agatha Harkness viene creata nel 1970 da Stan Lee e Jack Kirby sulle pagine del mensile a fumetti Fantastic Four, esattamente nel numero 94. Fantastic Four è un po’ un unicum nella storia editoriale dell’arte sequenziale: e non solo perché è in assoluto la prima testata della Marvel Comics (che già esisteva, prima come Timely Publications Comics e poi come Atlas Comics), ma soprattutto perché sulle sue pagine i creatori Lee -ai testi- e Kirby -alle illustrazioni- sono stati capaci di creare dei personaggi che tutt’oggi sono fondamentali per la Marvel, eroi e villain a tutto tondo capaci di attraversare il tempo con la loro carica innovativa e la loro capacità di incarnare diverse metafore (da Silver Surfer a Galactus, e ancora Pantera Nera, il Dottor Destino, la razza degli Inumani…).

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La Harkness è una strega che viene però chiamata da Mr. Fantastic e la Donna Invisibile per poter fare da governante al figlio dei due, Franklyn Richards: e già questo, per i fumetti dell’epoca, era una cosa straordinaria. Perché i Fantastici Quattro sono storicamente i personaggi che hanno introdotto il concetto, rivoluzionario e geniale, dei supereroi con superproblemi creato da Stan Lee, ovvero la circostanza per cui anche gli esseri con poteri sovrumani hanno problemi quotidiani, favorendo quindi l’immedesimazione del lettore.

In più, i FQ sono una vera e propria famiglia disfunzionale: Reed ovvero Mr. Fantastic è fidanzato -poi sposato- con la Donna Invisibile Susan Storm, che è sorella di Jhonny Storm, la Torcia Umana, e a loro si unisce il compagno di collage di Reed Ben Grimm alias la Cosa. Tutto questo portava a dinamiche altamente innovative all’interno dei fumetti, inserendo nelle trame elementi che riguardavano la più stretta quotidianità come appunto la ricerca di una tata per il bambino.

Agatha aveva poi una lunga storia nel suo background.

Strega vivente fin dal Diciassettesimo Secolo, aveva guidato le streghe di Salem nel Massachusetts cercando di fare convivere la sua comunità con gli abitanti dl luogo: convinta poi che le persecuzioni nei confronti delle streghe non potevano che aumentare, decise di consegnare alle autorità locali alcuni membri della sua congrega, dirigendosi poi ad Ovest sulle Montagne Rocciose costruendo lì un nuovo rifugio, New Salem. Ebbe poi un figlio, Nicholas Scratch, e nel Ventesimo Secolo decise di andare a vivere vicino New York, dove si accorse del potenziale del piccolo Franklyn Richards, facendosi ingaggiare appunto come governante.

A sua volta, il figlio Nicholas, aveva generato sette bambini, che sarebbero divenuti i superesseri conosciuti come I Sette di Salem.

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Più in là nel tempo, Agatha comparve al fianco di Wanda Maximoff, strega membro dei Vendicatori, e rimase al suo fianco quando la donna scoprì che i due bambini che aveva avuto erano solo frammenti demoniaci del demone Mefisto: per aiutare Wanda, influenzò la sua memoria e le permise di sopportare il dolore della perdita.

La Harkness fu al fianco della Scarlet Witch anche quando impazzì totalmente, uccidendo diversi membri del suo gruppo.

…e Agatha e il suo mondo in TV!

Agatha appare nell’MCU per la prima volta durante WandaVision, il geniale serial del 2021 ideato dalla Schaeffer che fu il primo prodotto seriale dei Marvel Studios per Disney Plus.

WandaVision adatta, in parte, le storyline a fumetti di Vision Quest (West Coast Avengers #42/50, scritto e disegnato da John Byrne) e Darker Than Scarlet (Avengers West Coast #45/62, scritto da Byrne e Roy Thomas e disegnato sempre da Byrne e Paul Ryan); e, un po’ come fece Lost per tutta la grammatica seriale, l’opera di Schaeffer ha riscritto le regole della tv.

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Come per tutti i passaggi da un media ad un altro, Agatha ha subito un -in questo caso, evidentissimo- restyling: la sua controparte in live action è infatti notevolmente più giovane, e rispetto al personaggio dei fumetti è una strega che finge di essere un’altra persona per stare vicino a Wanda Maximoff, in quel momento “auto-rinchiusa” in un costrutto magico-psichico nella cittadina di Westview, per potere assorbire i suoi enormi poteri magici. Alla fine non solo non riuscirà nel suo intento, ma anzi permetterà che Wanda Maximoff scopra la vera natura ed entità della sua magia diventando così Scarlet Witch.

Ed è proprio a Westview che ritroviamo, nel primo episodio di Agatha All Along, la nostra Agatha: questa volta è lei (come Wanda all’inizio di WandaVision) a non ricordare chi sia veramente, immersa in una vita non sua, frustrata e insoddisfatta mentre fa la detective per la polizia locale, almeno fino ad uno strano omicidio e l’arrivo della poliziotta federale Rio Vidal. Grazie a questo ambiguo personaggio, Agatha scopre che il cadavere è Wanda, che lei è una strega, che la sua vita è stata una menzogna negli ultimi tre anni.

Decide allora, insieme al misterioso ragazzo che compare al suo fianco, di cercare la Strada delle Streghe per riavere i suoi poteri…

Collegamenti, storie e ancora fumetti

Agatha All Along è un oggetto strano. La sua produzione è stata annunciata quasi subito dopo la fine di WandaVision, quindi con tre anni di anticipo rispetto alla sua messa in onda: da allora, la serie è stata oggetto di infinite critiche preventive e vista dai fan come una delle meno attese tra i tantissimi progetti dei Marvel Studios. Oltretutto, nonostante la ricchissima mitologia legata ai personaggi dei fumetti di provenienza, sembrava che il personaggio televisivo di Agatha Harkness non potesse avere lo stesso appeal di altri charachter di successo.

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Invece: Agatha All Along è, in ogni senso, tutto quello che nessuno si aspettava.

Prima di tutto perché particolarmente legata alla continuità interna dell’MCU.

Si è tanto parlato ultimamente della crisi creativa dei Marvel Studios, evidente nella narrativa stanca che ha avvolto sempre più le sue serie targate Disney Plus: da Secret Invasion a She-Hulk, risalendo fino a Ms. Marvel, lo stacco rispetto alle prime produzioni si faceva sempre più preoccupante. La seconda stagione di Loki sembrava aver invertito la tendenza, insieme alla dichiarazione di Kevin Feige (presidente dei Marvel Studios deus ex machina del successo universale dei loro prodotti) secondo cui le produzioni televisive d’ora in avanti sarebbero state meno legate alle storyline principali dei film -che come si sa sono raggruppati in diverse macrostorie interne alle varie Fasi-e quindi più fruibili da uno spettatore occasionale.

Agatha All Along sembra invece accontentare tutti, ponendosi come racconto appassionante per chiunque non abbia visto alcune cose precedenti ma nello stesso tempo anche per chi conosce alla perfezione tutta la continuità dell’MCU e vuole sapere come prosegue la storia.

DA QUI IN POI, ATTENZIONE AGLI SPOILER!!

Infatti, inaspettatamente, la serie della Schaeffer chiude alcune trame lasciate in sospeso in precedenza, ma in maniera intelligente e senza disturbare lo sviluppo della storia, anzi, usandole come puntelli per sorreggerla: vedi il cadavere di Wanda Maximoff (scomparso in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, di Sam Raimi) che viene ritrovato proprio all’inizio del primo episodio, con le mani bruciate e con terra sotto le unghie proveniente dall’Europa dell’Est, ed esattamente da Wundagore, il luogo dove si svolge la battaglia finale del film e dove si trovava l’eroina dopo aver distrutto il Darkhold, il libro maledetto dei peccati.

In un frammento, nell’episodio si capisce anche che Agatha ha avuto un figlio di nome Nicholas Scratch, bimbo la cui stanzetta appare vuota; mentre nel secondo episodio, si nominano anche i Sette di Salem, ma in una formazione diversa da quella dei fumetti.

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Ma Agatha All Along non si limita ad essere sapidamente ed intelligentemente ancorata alla continuità: è anche una storia misteriosa e fortemente inquietante, come nessuno si aspettava che fosse e come finora i Marvel Studios non erano mai stati.

A partire da quel personaggio per adesso avvolto nel mistero, il ragazzino sbucato dal nulla che ogni volta che parla di sé, del suo nome o della sua provenienza viene a sua insaputa avvolto dalla magia che impedisce ad Agatha (e allo spettatore) di sentire ogni elemento che possa servire ad indentificarlo. E se fate attenzione, sulla sua bocca quando prova a dire il suo nome appare un segno che sembra proprio una W……

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Certo è che l’attore, Joe Locke, ha un look che porta direttamente ad un ben preciso personaggio dei fumetti, ovvero Billy Keplan, il figlio di Wanda Maximoff. La storia del ragazzo, negli albi Marvel, non è delle più semplici: come detto sopra, originariamente lui e suo fratello Thomas nascono da Wanda e dal marito, il sintezoide Visione, per poi rivelarsi dei costrutti magici ad opera del demone Mefisto che, quando riassorbe la sua energia, fa sparire i due fratelli dall’esistenza. Ma… ATTENZIONE!!

In seguito, nella storia La Crociata dei Bambini (Avengers, The Children’s Crusade, # 1/9, di Allan Heinberg e Jim Cheung), si chiarisce che Wanda aveva ottenuto poteri di distorsione della realtà e quindi Billy e Thomas erano due anime non “create”, ma piuttosto “rubate” da Mefisto: ragion per cui i due, molti anni prima dell’unione tra Wanda e Visione, erano (ri)nati come Thomas Shepherd e Billy Keplan, due ragazzi fisicamente identici tranne che per il colore dei capelli, ma nati da famiglie diverse, anche loro con superpoteri.

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I riferimenti stregoneschi e magici si sprecano, per cui i due primi episodi, fin dai (bellissimi) titoli di testa e di coda richiamano la più mitologia ed iconografia legata alle streghe, televisivi, letterarie e a fumetti: la scrittura aiuta, con un tono brillante che non si tira indietro per improvvise svolte nerissime -vedi l’apparizione delle streghe di Salem- oppure per siparietti da musical -assolutamente notevole la canzone originale The Ballad of the Witches’ Road, scritta dai premi Oscar Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez, cantata dalle attrici.

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Attrici in forma spettacolare, a partire da Aubrey Plaza, che veste i panni di Rio Vidal, fino alla bellissima e incredibilmente stratificata Kathryn Hann, che passa con un battito di ciglia da un’espressione ad un’altra senza perdere un minimo di credibilità, pronta ad andare sopra le righe o a recitare in sottrazione a seconda del ruolo. Le altre non sono da meno, e tutte sono in qualche modo interpreti di personaggi legati al mondo del fumetto: Lilia Calderu (Patti LuPone), potente strega con poteri divinatori, che faceva da guardiana al Libro di Cagliostro, appare nel 1973 su Marvel Premiere #12, in una storia del Doctor Strange di Steve Englehart e Mike Friedrich e Frank Brunner;

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Jennifer Kale (Sasheer Zamata) fu creata invece da Steve Gerber e Rich Buckler su Fear #11, del 1972, albo con protagonista l’Uomo Cosa; Alice Wu-Gulliver (Ali Ahn), che nei fumetti è nota solo come Alice Gulliver, è invece una creazione più recente, del 2016, in Doctor Strange: Last Days of Magic #1 di James Robinson e Mike Perkins, dove si scopre essere la figlia di August Wu, guardiana magica di Hong Kong e del detective Adam Gulliver; e infine, Rio Vidal (la Plaza) non sembra invece al momento avere corrispettivi fumettistici. Ma di lei ai lettori di fumetti di vecchia data non sarà sfuggito quando ha detto di avere un cuore nero (in originale “black heart”): nei fumetti, Cuore Nero (Blackheart) è il nome del figlio di Mefisto, un diavolo che da parecchio tutti attendono di vedere spuntare in qualche serie o film legato alla magia. Che sia la volta buona?