Anni ’00: Francesca e Nunziata e Peperoni Ripieni e Pesci in Faccia
Non è più tempo di eroi. Così come gli anni Zero sembrano non essere in sintonia con la Loren, che fatica ormai a trovare il suo posto sullo schermo, grande o piccolo che sia.
Con Peperoni ripieni e pesci in faccia, nel 2004 la Wertmüller non riesce a trovare il giusto feeling con il ritmo del cinema, il respiro esatto: una commedia nel senso più classico del termine per Sophia mattatrice, ma non basta.
Ma fa riflettere un dato: ovvero che la Wertmuller sia riuscita a dare il meglio di sé, nell’ultima fase della sua carriera, quando ha smesso di ripetersi ricercando le marche tipiche del suo cinema più celebrato, quello esplosivo e deformante (come in PeperoniRipieni…); bensì quando ha addomesticato il suo estro per racconti meno ridondanti, come nel 2001 con Francesca e Nunziata. In questo modo, Napoli diventa l’epicentro del suo cinema, che viene filtrato da un umorismo tragico: Sophia invece sembra ormai incapace di portare sullo schermo un personaggio che non sia sé stessa, ma nonostante sembri monumentalizzata quando è a proprio agio (e qui lo è) riesce a dare il meglio.
Il suo personaggio sembra emettere radiazioni: un carisma senza tempo e una potenza matriarcale che, pur legati a successi lontani, funzionano egregiamente.
Anni ’10-20: Voce Umana, La Mia Casa E’ piena di Specchi e La Vita Davanti a Sè
Ormai la presenza di Sophia diventa sempre più rarefatta: le tracce del suo cinema dal 2010 in poi sono apparizioni dimesse ma potenti, a volte sprecate, a volte luminose, ma quasi sempre con la direzione del figlio.
Da Voce umana, mediometraggio del 2013 a La vita davanti a sé (The Life Ahead, 2020), entrambi di Edoardo Ponti, fino a La mia casa è piena di specchi, con regia di Vittorio Sindoni.
Il primo è un monologo da Jean Cocteau che regala alla sua protagonista un David speciale: e anche se la struttura ricorda Codice Privato, lo sperimentale film di Francesco Maselli con Ornella Muti, la Loren dimostra di essere attrice sopraffina, mette da parte età e stanchezza e sbatte in faccia una performance da urlo.
Poi, se La Mia Casa E’ Piena di Specchi è un garbuglio di coerenza visiva peggiorato da un suo smodato del chromakey e un postproduzione imbarazzante. Eppure è una fiction tv che racconta proprio la storia di Donna Sophia e della sua famiglia, tra l’infanzia difficile senza un padre, la guerra, la fame, il riscatto, Cinecittà e la Loren che interpreta sua mamma RomildaVillani, mentre spetta a Madalina Ghenea interpretare la ragazza di Pozzuoli; La Vita Davanti a Sé, ad oggi ultima traccia di Sophia al cinema, viene da un romanzo di RomainGary già portato al cinema da MoshèMizrahi (con Simone Signoret protagonista) eppure vede un’attrice mirabile che sa ancora restituire le mille sfaccettature di un personaggio dilaniato come quello di Rosa, seppure in un film che evita le correnti sociopolitiche del romanzo per accasciarsi su più rassicuranti impegni emotivi abbastanza prevedibili. David di Donatello come miglior attrice. Ad 87 anni.
A questo punto, come non augurare tanti auguri all’interprete capace di cambiare registro e tono restando sempre sé stessa? Ad una delle più belle donne del mondo? All’attrice che ci ha resi fieri di essere italiani? A chi, agguerrita di irripetibile sex-appeal, ha saputo conquistare cuori, autori e spettatori in tutto il mondo?