Ed Gein: la vera storia del killer più famigerato di sempre, che sconvolse l’America e il mondo

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Il raccapricciante mausoleo cadaverico

Cosa trovarono: innanzitutto Bernice Wodern, decapitata e appesa per i piedi, con il petto aperto come per lavorazione della carcassa di un animale. Poi: numerose ossa umane, teschi sul baldacchino, una collezione di quattro nasi, unghie femminili, nove vagine (sì, esatto) in una scatola da scarpe, la testa di Bernice in un sacco di tela e il suo cuore in un sacco di plastica.

Questo non è il peggio. Ed aveva fabbricato vari oggetti con parti umane, come ciotole realizzate con teschi, una cintura di capezzoli femminili, maschere fatte di pelle di volti di donna, un corsetto realizzato con un petto femminile intero, dei “leggings” di pelle umana, un paralume realizzato allo stesso modo (l’influenza della Koch) e per finire un vestito da bambina e altre due vagine che, si stabilì, dovevano appartenere a delle ragazzine di quindici anni.

Gein confessò di aver esumato diversi corpi da un vicino cimitero, in varie visite tra il 1947 e il 1952, per realizzare quegli oggetti; tra cui anche una “skin-suite” che gli ricordasse sua madre, per diventare letteralmente lei indossandola – tale era la misura della sua follia legata all’influenza della donna. Ammise però poi anche di aver assassinato un’altra donna, Mary Hogan, scomparsa dal 1954 e cui resti furono infatti ritrovati in mezzo al resto.

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