Tutto è successo in Australia, 10 anni fa: il corpo della donna non è stato mai recuperato. Il possibile colpevole: il famigerato grande squalo bianco
Vero, uno squalo attacca gli umani meno spesso di quanto il film di Steven Spielberg potrebbe portare a pensare. D’accordo, però a volte lo fa. E ci sono occasioni in cui ingoia pure la preda per intero, anche se umana. Successe nel 2014 a questa povera donna, Christine Armstrong, al largo della costa australiana a Tathra Wharf, nel New South Wales.
La donna, 63 anni e nuotatrice esperta, si trovava assieme al suo gruppo di nuoto – tra cui il marito, Rob – in un percorso a bracciate di 600 metri che doveva portarli tutti alla vicina riva di Tathra Beach. Ma lei si sentì poco bene, e annunciò di voler tornare a riva da sola dopo soli 200 metri. Proprio allora, uno dei nuotatori scorse la famigerata pinna di uno squalo avvicinarsi sopra la superficie.
Il gruppo quindi nuotò a riva, tutti convinti che Christine fosse giunta sulla spiaggia e in salvo per conto suo. Invece scomparve, e fu subito chiaro cosa doveva essere successo. Il giorno dopo, i suoi occhialini, la cuffia da mare e alcuni “resti” vennero fatalmente rinvenuti a riva, rendendo evidente il suo fato.
Dato che il suo corpo non fu mai ritrovato la conclusione tratta fu che ad ingoiarla intera doveva essere stata una bestia enorme – il famoso grande squalo bianco, nativo di quelle zone: uno dei più grandi esemplari della specie, che può raggiungere i quattro metri di lunghezza. La donna aveva nuotato da quelle parti per 14 anni, e nulla del genere si era mai verificato.