Akira Toriyama: vita e carriera del creatore di Dragon Ball

Akira Toriyama, tutta la vita e la carriera del creatore di Dragon Ball, a partire dai primi manga fino agli ultimi anni di lavoro.

Akira Toriyama
Akira Toriyama
Condividi l'articolo

Seguiteci sempre su LaScimmiaPensa e iscrivetevi al nostro canale WhatsApp

Nel 2024, il mondo ha detto addio a uno dei più influenti creatori di manga e anime, Akira Toriyama, morto all’età di 68 anni. La notizia della sua scomparsa, dovuta a complicazioni di salute mai rese pubbliche, ha scosso milioni di fan in tutto il mondo, poiché il leggendario mangaka non ha potuto assistere al 40° anniversario della sua opera più iconica: “Dragon Ball“. Un mese prima dell’inizio dei festeggiamenti, l’industria dell’animazione giapponese ha perso uno dei suoi pilastri.

I primi anni di Akira Toriyama

Nato il 5 aprile 1955 a Nagoya, nella prefettura di Aichi, Toriyama non proveniva da una famiglia di artisti. Da giovane non aspirava a diventare un creatore di storie, bensì un designer. Dopo aver terminato gli studi, ha intrapreso una carriera nel design lavorando per un’agenzia pubblicitaria, ma dopo circa due anni, insoddisfatto del suo lavoro, decise di abbandonarlo.

Toriyama si trovava in un momento di incertezza. Durante questo periodo, uno dei suoi principali interessi erano i film di arti marziali, soprattutto quelli interpretati da Jackie Chan. Grazie alla sua passione per il cinema d’azione e le arti marziali, trovò ispirazione per cimentarsi nel mondo dei manga.

Fu allora che scoprì un concorso organizzato dalla rivista Weekly Shonen Jump, la più grande rivista di manga giapponese, che offriva un premio in denaro per la migliore storia. Nonostante non vinse, continuò a partecipare, producendo una serie di racconti che inizialmente non trovarono successo. Toriyama, tuttavia, non si scoraggiò e proseguì la sua carriera fino a creare Dragon Ball“, la saga che rivoluzionò il panorama dei manga e degli anime.

I primi lavori di Akira Toriyama e il successo di Dr. Slump

Akira Toriyama non raggiunse il successo immediatamente, né si distinse fin da subito come un genio. Inizialmente era una persona comune che, trovandosi in una situazione complessa, lavorò duramente fino a ottenere il successo. La sua carriera come mangaka cominciò ufficialmente con “Wonder Island“, un piccolo manga suddiviso in due capitoli pubblicato alla fine del 1978. Questo segnò la prima pubblicazione ufficiale di Toriyama come autore di fumetti.

Dopo “Wonder Island”, Toriyama pubblicò altre storie brevi, come “Honjitsu no Hairai Shima” (1979) e “Gal Deka Tomato” (1979). Tuttavia, ancor prima di questi lavori, aveva tentato la fortuna con altre due opere, “Nazo no Reinjakku” e “Awawa World“, entrambe del 1977, che non furono mai pubblicate su Weekly Shonen Jump. Queste opere furono successivamente rubate in circostanze misteriose, e ancora oggi non se ne conosce il destino.

Il vero punto di svolta della carriera di Akira Toriyama arrivò il 4 febbraio 1980, con la pubblicazione del primo capitolo di Dr. Slump“. Questo manga, che narra la storia della robot Arale, fu il primo grande successo dell’autore. Dopo anni di rifiuti e pubblicazioni minori, “Dr. Slump” gli permise di entrare stabilmente nel panorama dei mangaka di spicco. La serie contò un totale di 236 capitoli e fu accolta con grande entusiasmo dal pubblico.

Il successo di Dr. Slump” portò anche alla realizzazione di un adattamento televisivo, che iniziò a essere trasmesso nel 1981 e raggiunse un totale di 243 episodi. A quel punto, Toriyama era già un nome riconosciuto in Giappone, ma la vera svolta internazionale arrivò solo più tardi, quando creò Dragon Ball, l’opera che lo consacrò come leggenda.

LEGGI ANCHE:  Beastars, il manga che ha conquistato Netflix | Recensione

La genesi di “Dragon Ball”

image

Akira Toriyama non si arrese subito con la creazione di “Dragon Ball“, anzi, ci vollero diversi tentativi per trovare la formula giusta. Prima di giungere alla versione definitiva del manga che tutti conosciamo, Toriyama sviluppò due progetti chiave che posero le basi per il futuro successo: “Dragon Boy” (1983) e “Tongpoo no Daibouken” (1983).

Dragon Boy” fu il prototipo più simile a “Dragon Ball”, una storia che combinava arti marziali, umorismo e le famose sfere del drago, che in questo caso evocavano piccoli draghi, piuttosto che esaudire desideri. Il manga catturava molti degli elementi chiave che avrebbero formato l’universo di Dragon Ball. “Tongpoo no Daibouken“, invece, contribuì a definire la parte tecnologica e scientifica del futuro franchise, con temi che sarebbero poi apparsi tramite personaggi come Bulma e l’armata del Red Ribbon.

Questi due esperimenti furono fondamentali per la nascita di Dragon Ball“, ma il successo non fu immediato. Il primo capitolo di “Dragon Ball” venne pubblicato il 20 novembre 1984, fortemente ispirato al classico cinese Viaggio in Occidente e ai film d’azione e commedia di Jackie Chan. Nonostante un’accoglienza positiva, il manga non raggiunse subito il successo travolgente che Toriyama e i suoi editori speravano.

Il cambiamento decisivo arrivò con l’introduzione del primo Torneo di Arti Marziali nel 1985. Questo arco narrativo, che andava dal capitolo 24 al capitolo 54, segnò la svolta del manga. L’accento posto sui combattimenti, sull’azione e sull’allenamento di Goku e Crilin sotto Mutenroshi attirò sempre più lettori. Il pubblico si appassionò, e Dragon Ball iniziò a crescere fino a diventare un fenomeno globale, culminando nel successo esplosivo con “Dragon Ball Z”.

La creazione di “Dragon Ball Z” e la trasformazione del franchise

image 1

L’origine di “Dragon Ball Z” risale a una decisione di Toei Animation. Dopo il successo dell’anime originale, lanciato nel 1986, la casa di produzione giapponese decise di cambiare il nome dell’anime per riflettere i cambiamenti nella trama, tra cui l’invecchiamento di Goku. Mentre nel manga la continuità restava invariata, Toei introdusse il titolo “Dragon Ball Z”, segnando una nuova era per la serie, che ormai godeva di un vasto successo grazie alle precedenti saghe del Re Demone Piccolo e di Piccolo Jr.

L’anime “Dragon Ball Z” consolidò ulteriormente la fama di Akira Toriyama, soprattutto grazie alla saga dei Saiyan e, in particolare, alla saga di Namek. Fu in questo arco narrativo che Goku raggiunse lo status di icona mondiale, con la sua leggendaria trasformazione in Super Saiyan. Questo momento, in cui Goku si trasforma dopo aver assistito alla morte del suo amico, divenne uno degli eventi più iconici nella storia dell’animazione e del manga, segnando una generazione di fan.

La fine di Dragon Ball e il tentativo di continuare il successo

image 2

Nel 1995, dopo undici anni di pubblicazioni, Akira Toriyama concluse il manga di “Dragon Ball” con la battaglia finale contro Majin Bu. Nonostante il suo desiderio di concludere la saga e dedicarsi ad altri progetti più piccoli, il fenomeno “Dragon Ball” era ormai troppo grande per andare in pensione. Contemporaneamente, la rivista Shonen Jump stava attraversando una delle sue più grandi crisi, con la conclusione di un altro popolare manga, “Slam Dunk“, e un calo significativo delle vendite.

LEGGI ANCHE:  One-Punch Man Discovery Edition: la nuova edizione Panini è in edicola!

Per cercare di mantenere vivo il franchise, nel 1996 Toei Animation lanciò “Dragon Ball GT“, una serie che vide il coinvolgimento limitato di Toriyama. Tuttavia, l’assenza del creatore originale si fece sentire, e Dragon Ball GT non ebbe il successo sperato, diventando il progetto più breve del franchise.

Il ritorno di Akira Toriyama e l’evoluzione di Dragon Ball

Nel 2009, il live-action “Dragonball Evolution” segnò un momento chiave per il ritorno di Akira Toriyama nel mondo di Dragon Ball. Sebbene il film sia stato largamente criticato dai fan per la sua scarsa fedeltà al materiale originale, rappresentò un catalizzatore per Toriyama. Come lo stesso mangaka ha dichiarato, il disappunto nei confronti del film lo spinse a tornare per lavorare a nuove sceneggiature e design, determinato a proteggere e migliorare il suo amato franchise.

Il ritorno di Toriyama culminò con “Dragon Ball Z: La battaglia degli dei” (2013), un film che segnò l’inizio della rinascita del franchise. Originariamente sviluppato da Toei Animation, il film subì notevoli cambiamenti grazie all’intervento di Toriyama, che rivide la sceneggiatura e apportò modifiche cruciali.

Il coinvolgimento di Toyotaro e gli ultimi anni di Toriyama

image

Con il passare degli anni, era evidente che Toriyama non poteva più sostenere da solo il ritmo di produzione richiesto per il franchise. Fu così che Toyotaro, un artista fan della serie conosciuto inizialmente come Toyble, entrò in gioco. Toyotaro era riuscito a guadagnarsi la fiducia di Toriyama grazie alla sua versione manga di “La resurrezione di Freezer” nel 2015, e presto divenne il successore designato per continuare la saga di “Dragon Ball”.

Il suo coinvolgimento divenne sempre più cruciale, soprattutto con il manga di “Dragon Ball Super“. Nonostante le difficoltà iniziali di questa serie in termini di qualità visiva, la serie iniziò a guadagnare terreno con l’introduzione di nuovi personaggi e concetti, come l’Ultra Istinto e il Torneo del Potere. Toyotaro che si fece carico di gran parte del lavoro sotto la supervisione di Toriyama.

La salute di Toriyama e il futuro di Dragon Ball

Un elemento poco noto al pubblico durante questi anni di intensa attività era la salute precaria di Toriyama. Nel tempo si scoprì che il maestro aveva subito un intervento chirurgico per un tumore al cervello, una condizione che tenne lontano dalle luci della ribalta. Sebbene continuasse a supervisionare e contribuire a nuovi progetti, come “Dragon Ball Super” e il prossimo Dragon Ball Daima, la sua salute peggiorava.

Con l’avvicinarsi del 40° anniversario di Dragon Ball” nel 2024, Toriyama lavorò intensamente su “Dragon Ball Daima”, un nuovo anime che esplorerà concetti e lore mai trattati prima nel franchise. Anche se purtroppo Toriyama non sarà più in vita per vedere la conclusione di questo progetto, il suo coinvolgimento rimane un simbolo della sua passione e dedizione verso “Dragon Ball” fino ai suoi ultimi giorni.