Ecco perché il Mukbang – binge-eating ad estremi auto-distruttivi – sta diventando la tendenza più preoccupante su Internet
Mukbang – Trasmettete e mangiare
Mukbang è un termine che deriva dal coreano e significa più o meno “trasmettere e mangiare”. Ed è proprio quello che è: binge-eating, ossia gente (influencer, cioè) che ingolla quantità spropositate di cibo. Con risultati, manco a dirlo, anche nefasti: basti il caso della influencer cinese morta in diretta proprio mentre era dedita a questa pratica di entertaining.
In Italia tutti ricordiamo Youtubo Anche Io, con le sue montagne di Kinder Fetta al Latte e il suo “polletto rafforzante”, scomparso da anni di certo anche per colpa dei suoi video. E c’è poi chi se ne approfitta, come l’influencer Nikocado Avocado, che ha fatto finta di essersi abbuffato in vari video per due anni solo per poi mostrarsi dimagrito “di colpo” e prendere in giro tutti.
Dall’educazione culinaria alle views
La pratica del Mukbang, nata in Corea all’inizio degli anni ’10 e diffusa in concomitanza della crescente ondata di influenza culturale coreana – Hallyu: il k-pop, i film di Bong Joon-ho, e così via – aveva inizialmente intenti più educativi, volendo informare gli spettatori sulla varietà dei prodotti culinari regionali e allineandosi in questo a certi altri video che perseguivano e perseguono (o dicono di farlo) la salute alimentare.
Attorno al giro di decennio però le cose sono cambiate, e gli youtuber e influencer dediti al Mukbang hanno intuito che molti più utenti e views potevano derivare dal consumo di cibi meno salutari, ossia junk food. Commenti negativi e insulti portano comunque visibilità, tra chi avversa apertamente il tipo di contenuto e chi ci si diverte perché lo trova trash.
Mangiare di tutto, di continuo
Quindi, tanti creator sono rimasti intrappolati in questa pratica che ad oggi consiste più che altro nel riempirsi la pancia delle peggio porcherie con gravi danni per il fisico e la salute. In alcuni di questi video sono gli utenti stessi a indicare allo youtuber quale cibo mangiare, spesso senza trattenersi dal suggerire prodotti nocivi o di natura potenzialmente tossica – se non addirittura cibo scaduto.
La pratica si interseca quindi a volte con un’altra, quella che consiste nell’assaggiare cibi particolari, strani o nauseanti (o piccantissimi) ma limitandosi spesso più a singole challenge occasionali che a lunghe dirette e video in cui vengono consumati pasti interi, o quantità industriali di junk food. Come è invece nel Mukbang.
Preoccupazione pubblica in aumento
Negli anni sono sorte perplessità anche sulla autenticità dei video proposti, con gli utenti che in rete suggeriscono come diversi influencer arrivino a sputare il cibo senza ingoiarlo off-screen oppure a vomitare dopo la fine del video, come gli affetti da anoressia. A questo si sommano i frequenti problemi di fat shaming, spesso presente tra i commenti degli utenti ai video.
Il Mukbang sopravvive per lo stesso motivo per cui sopravvivono parecchi trend insalubri su internet e YouTube: perché ci sono di mezzo i soldi. I pubblicitari, disposti a tutto pur di schiaffare i loro banner e i loro annunci in faccia agli utenti (che prontamente poi li ignorano) finanziano anche video di questo tipo e personaggi dediti a queste pratiche. Finora, le rimostranze e le preoccupazioni espresse pubblicamente da istituzioni mediche e governative hanno potuto fare ben poco.