Rebel Ridge: la spiegazione del finale del film Netflix

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Come interpretare l’enigmatico finale di Rebel Ridge? Ecco la nostra spiegazione

Rebel Ridge: la giustizia inafferrabile

Rebel Ridge è il film Netflix di grande successo diretto da Jeremy Saulnier (Green Room) e con, nel cast, Aaron Pierre, AnnaSophia Robb e Don Johnson. Si tratta di un noir a sfondo crime-poliziesco ambientato in una piccola cittadina americana, nella quale un ex-marine esperto di tattiche e arti di combattimento si ritrova coinvolto in un complesso confronto con la polizia locale.

Terry (Pierre) deve solo pagare la cauzione per il cugino, detenuto per possesso di droga, ma un incontro con una pattuglia innesca una serie di eventi che svelano un meccanismo corrotto al cui vertice sta il capo della polizia, Burnne (Johnson). Nella sua lotta Terry è aiutato da Summer, una dipendente del tribunale.

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Una cittadina tutt’altro che tranquilla

Il film svela i lati oscuri della piccola realtà di provincia americana, e lo fa senza – o con minimo – spargimento di sangue e violenza, indagando su pratiche sottili e nascoste, sull’ipocrisia delle istituzioni e della giustizia e sulla relatività della morale, fornendo il punto di vista di tutti ed evitando di tracciare semplicemente una linea tra “buoni” e “cattivi”.

Sia Terry che Summer hanno un passato con diverse ombre, mentre alcuni dei poliziotti che obbediscono a Burnne presto finiscono col ricredersi, evitando di barattare qualunque vantaggio economico con il valore rappresentato dal loro distintivo. Tutta la trama si dipana in confronti verbali più che fisici, scontri ideologici, minacce e sotterfugi.

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Un finale enigmatico con plot twist

Cosa succede nel finale? Al momento dell’ultimo scontro davanti alla stazione di polizia molti agenti sono indecisi sul da farsi, e mentre Terry scappa con l’agente ferito Marston e con Summer pure ridotta male, Burnne e i suoi li inseguono, decisi a metterli a tacere su quello che hanno scoperto. Ma, colpo di scena: l’agente Sims, “Serpico”, cambia idea e sperona l’auto di Burnne, il capo della polizia corrotto.

Tutti gli altri agenti a quel punto seguono lei, e Burnne viene arrestato mentre Terry, Summer e Marston vengono scortati in ospedale. Illeso, Terry corre dentro, prende un’accetta, torna al veicolo della polizia con cui erano fuggiti e si prende il video realizzato dalla vettura stessa, un meccanismo automatico di sicurezza, che ha registrato tutto quello che è successo.

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Impossibile fidarsi: meglio far da soli

A quel punto, Terry siede su una sedia dell’ospedale e il film finisce. Perché ha agito così? Ci sono varie interpretazioni: una riguarda la completa sfiducia non solo nel sistema giudiziario e nelle forze dell’ordine, ma negli altri in generale. Anche se Sims sembra aver cambiato bandiera, come credere che con la punizione del “cattivo” la faccenda venga semplicemente chiusa? In fondo, molti altri agenti erano collusi.

Terry non si fida, punto, per cui prende per sé la prova incriminante e se la tiene, deciso evidentemente a mostrarla solo a chi (se esiste) potrà agire in concreto per fare realmente giustizia. Una giustizia, conclude l’ex-militare, che oggigiorno in America va fatta da sé; non come negli anni ’80, con pugni e pallottole, ma agendo con astuzia, decisione e metodo. Ed agendo così è lui il vincitore, solo contro tutti. Ma è davvero una vittoria la sua?

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