Peter Cushing, morto nel 1994, interpretava il Grand Moff Tarkin nel film originale di Star Wars
Voleva essere un omaggio quello a Peter Cushing – cioè il mitico Grand Moff Tarkin del primo Star Wars – in Rogue One di Gareth Edwards, interquel della saga che racconta come la resistenza riesce a procurarsi i piani della prima Morte Nera poi usati da Luke e dagli altri per farla esplodere.
Le sembianze dell’attore, scomparso nel 1994, sono state ricreate nel film con la CGI, ma qualcuno non l’ha presa bene: un tal Kevin Francis, il quale sostiene che Cushing lo avrebbe istruito di non far usare a nessuno il suo volto “senza il suo permesso”. Costui, a quanto pare uno stretto amico dell’attore, sta ora tentando di fare causa a Lucasfilm e Disney.
La stessa tecnica di ri-creazione delle sembianze di attori scomparsi, che fa il paio con l’utilizzo di ologrammi che riportano “in vita” cantanti passati a migliori vita, è frutto di una evoluzione tecnologica che presenta sempre più opportunità succulente come questa, che vengono colte nel tentativo spesso di appagare i fan, ma ottenendo anche l’effetto contrario.
Lo stesso si è fatto nel recente Alien: Romulus, ripresentando le sembianze dell’attore Ian Holm – morto nel 2020 – nel ruolo di un androide molto simile a quello che interpretò nel primo film del 1979, ma di un modello diverso, e molti fan anche in questo caso non l’hanno presa bene. Escamotage del genere verranno limitati in futuro, o vedremo presto su schermo chissà quanti attori morti tornare in vita?