La Culla di Giuda: il terrificante e inumano strumento di tortura usato dall’Inquisizione Spagnola

Culla
Credits: Creative Commons / Shutterstock / AlejandroLinaresGarcia
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Si dice che l’inquisizione spagnola usasse la Culla di Giuda per strappare confessioni alle sue vittime: uno dei più efferati mai utilizzati. Potete intuirne l’utilizzo…

Questo strumento è esistito veramente: si chiama Culla di Giuda, e consiste in una struttura di legno con un vertice piramidale a punta, che veniva utilizzato per infliggere terribili e atroci torture ai tempi del medioevo. Non ci sono fonti sicure sulla sua origine ma sembra sia stato ideato da un italiano, un tal Ippolito Marsilli, e molto utilizzato dall’inquisizione spagnola nel ‘500.

In cosa consisteva il suo utilizzo? Molto semplice (e sconsigliamo di approfondire agli utenti più sensibili): la vittima veniva appesa sopra lo strumento, come vedete in copertina, e poi calata verticalmente sulla piramide; il cui vertice andava a inserirsi in un orifizio – l’ano, o nel caso delle donne anche la vagina.

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Credits: Jerónimo Roure Pérez / Dorieo, Wikimedia Commons

A quel punto venivano aggiunti dei pesi, per tenere la vittima in posizione. Poteva essere rialzata e abbassata sulla Culla di nuovo, a piacimento, e il dolore e la sofferenza dovevano essere davvero immensi. E in condizioni tali naturalmente il malcapitato finiva col confessare qualunque cosa, rendendo di fatto l’interrogatorio completamente inutile.

Sembra che la Culla di Giuda venne utilizzata per la tortura del filosofo Tommaso Campanella, perseguitato dall’inquisizione e vittima di questo strumento, dove nel 1600 fu costretto a restare “seduto” per 40 ore di fila. Poi sopravvisse – gli interrogati dall’inquisizione non dovevano morire durante gli interrogatori – ma fu condannato alla prigione, dove rimase per 27 anni. Magra consolazione.

Fonte: LADBible

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