Astrobot: molto più di un semplice platform [RECENSIONE]

Astrobot
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Dopo l’incredibile sorpresa (poi non così sorpresa per chi lo aveva conosciuto in veste VR) di Astro’s Playroom, titolo gratuito all’interno di PlayStation 5, il robottino di casa Team Asobi torna in un titolo tutto suo. Gli sviluppatori ci hanno promesso ben 80 mondi da esplorare e una miriade di cose da fare all’interno di Astrobot. Le premesse sono quindi di trovarsi di fronte a un platform ampio, una sorta di versione 2.0 di Playroom.

La nuova icona Sony, perché Astrobot vuole prepotentemente questo ruolo, si troverà di fronte a una nuova minaccia che lo renderà l’eroe di cui tutti i bot hanno bisogno. All’interno di questa epopea troveremo tanti personaggi che hanno fatto la storia del marchio Sony, sia tramite i tanti first party che con l’aiuto di protagonisti terze parti legati a doppio filo a PlayStation.

Basteranno queste premesse a rendere Astrobot un gran gioco? Vi faremo uno spoiler prima di entrare all’interno della recensione… Sì!

Tutto e tutti a favore di Astrobot!

Dopo una divertente intro ci ritroveremo da soli su un pianeta deserto insieme ai resti della PlayStation 5 astronave e pochi compagni “supestiti”. Nasce quindi il pretesto per prendere il robottino e lanciarlo all’avventura per ritrovare i suoi 300 compagni di viaggio in un vero e proprio universo fatto di mondi completamente vivi e diversi tra loro. Ciò che salta subito all’occhio è la qualità visiva. Già dall’intro, passando per l’esplorazione del primo pianeta e soprattutto dai primi livelli affrontati, ci troviamo davanti a un prodotto dall’altissimo grado artistico. Gli oggetti a schermo risultano vividi e una vera e propria esplosione di colori ci accompagnerà dal primo all’ultimo minuto di gioco.

I crismi principali saranno i medesimi di ogni platfrom, nemici che proveranno a rallentarci in ogni modo possibile, con un tocco avversario si muore e si torna al checkpoint e fasi platform più o meno ostiche da superare. La base è quindi questa, come ovviamente previsto, ed eravamo curiosi di capire come il Team Asobi avrebbe farcito questa semplice struttura con le sue trovate innovative.

Un percorso che fa la storia di PlayStation

Ci sono tre elementi che rendono Astrobot un gioco degno di nota: qualità sensoriale, l’incredibile percorso tra le icone PlayStation e un gameplay veramente variegato. Partiamo quindi dal primo punto. Oltre a creare un gioco, un “classico platform”, i ragazzi di Team Asobi sono stati attenti a donare al giocatore un pacchetto sensoriale completo, difficilmente trovabile altrove. Già con Playroom restammo sbalorditi dalla loro capacità di integrare le caratteristiche di DualSense all’interno dell’intero gioco. Con Astrobot si riprendono quegli elementi ma si espandono anche agli altri sensi.

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Altre all’incredibile impatto visivo, davvero sembra di immergersi nei bellissimi mondi Pixar, e all’effetto reso dalle vibrazioni del DualSense, Team Asobi ha curato incredibilmente anche la parte sonora del titolo. Oltre alla bellissima colonna sonora (con un gradito omaggio a Ennio Morricone) risulterà spesso necessario ascoltare i lamenti dei bot da salvare, magari nascosti sotto le foglie o dentro un anfratto da scovare.

Un prodotto quindi praticamente già unico nel suo genere perché fa della componente sensoriale uno dei suoi paletti principali. Siamo ancora una volta sbalorditi dai passi del protagonista sul metallo e le gocce di pioggia che sembrano picchiettare sul controller. L’esplosione di colori, le scenette divertenti e la componente sonora completano poi il tutto.

Non solo bot da salvare ma da vivere a pieno

Se con Astro’s Playroom il robottino protagonista ci dava modo di esplorare l’interno della PlayStation (sia la nuova ammiraglia che in generale come marchio) con Astrobot ne esploreremo l’intera galassia, in modo praticamente letterale. Navigheremo infatti tra diverse nebulose, insieme alla navicella a forma di DualSense, dove troveremo i vari bot iconici del marchio Sony. Ma non solo. Ogni nebulosa avrà pianeti costruiti attorno a essi.

Ed è probabilmente questo percorso che rende Astrobot un grande gioco. Perché, legandoci quindi direttamente al terzo punto forte, l’esplorazione dei vari pianeti cambierà il gameplay in base al bisogno. Avremo infatti a disposizione dei particolari zainetti che sbloccheranno abilità speciali quali salti a razzo, dash che distruggono oggetti o nemici e tanto altro. È nelle sezioni totalmente dedicate alle icone Sony, quelle first party più famose, che il gioco dà il meglio di sé. Perché in quei casi Astrobot cambia, seppur in piccola parte, genere.

Astrobot - Kratos
Kratos in Astrobot

Una cura maniacale

Quando si parla di platform il paragone con la punta di diamante Nintendo è senza alcun dubbio necessaria. Astrobot ne riprende alcuni crismi e cerca di esplorare altri lidi, anche, banalmente come già scritto, la narrativa sotto forma visiva e nostalgica. Proprio come Mario dona quindi al giocatore mondi tendenzialmente semplici da esplorare con alcune sezioni più ostiche e/o alcuni bot più difficili da raggiungere.

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Abbiamo notevolmente apprezzato l’aiuto dato, una volta finito un livello, per trovare i bot e i segreti lasciati in sospeso nella prima run. Con sole 200 monete infatti si potrà richiamare un bot uccellino che ci avvertirà quando saremo vicini a un bot o un pezzo di puzzle. L’abbiamo trovata un’ottima implementazione perché, soprattutto nell’era di internet, chiunque può cercarsi i pezzi nascosti da YouTube e simili.

Avere uno strumento che dà modo di non uscire dal gioco, un modo facoltativo per finire la propria collezione, pensiamo sia un elemento molto importante. Questo perché crediamo profondamente che ogni gioco debba dare tutti gli strumenti necessari al completamento di esso. Questo non si traduce in semplificazione a tutti i costi ma dare la possibilità al giocatore di procedere senza aiuti esterni al gioco.

Una vera e propria sfida per Team Asobi, e non solo…

Per quanto riguarda la difficoltà nuda e cruda del gioco possiamo dire che all’interno di Astrobot ci sono tanti pianeti semplici da esplorare e completare ma anche alcune sezioni più impegnative. Una volta completato un mondo si sbloccheranno i successi e con essi a volte degli asteroidi che rappresentano sfide più brevi ma molto più impegnative. Spesso ci troveremo di fronte a vere e proprie boss fight miste a puzzle game.

Gli schemi più difficili sono senza alcun dubbio quelli legati agli iconici tasti del controller Sony. Questi infatti andranno completati tutti di un fiato, senza mai avere la possibilità di errore. Niente di terribile ma il grado di sfida risulta buono ed equamente impegnativo.

In conclusione Astrobot è diventato una delle punte di diamante dei PlayStation Studios e dei platform in generale. Oltre alla componente puramente ludica può farsi forte di un ambiente artistico veramente superbo. L’universo PlayStation ha quindi trovato un nuovo eroe da aggiungere alle proprie icone.

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Astrobot | Testato su Playstation 5

RECENSIONE
VOTO
9.0
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Claudio Faccendi
Niente Musica e niente Sci-Fi rendono Claudio pazzo furioso!
astrobot-recensioneAstrobot entra prepotentemente a far parte delle icone PlayStation. Colorato, frizzante e soprattutto divertente, il gioco mischia un gameplay classico a nuove intuizioni che lo rendono un pezzo da 90 nel genere di riferimento. A livello artistico risulta veramente incredibile.