The Killing Joke: Analisi della Barzelletta finale

Parliamo del finale di The KIlling Joke, leggendario fumetto di Alan Moore del 1988

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Parliamo di uno dei momenti migliori di The Killing Joke

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The Killing Joke, opera scritta da Alan Moore e magistralmente illustrata da Brian Bolland, è uno dei fumetti più influenti e controversi mai creati. Pubblicato per la prima volta nel 1988, questa graphic novel ha segnato una svolta nel modo di raccontare le storie di supereroi, esplorando temi oscuri come la follia, il trauma e la fragilità della sanità mentale.

La narrazione si concentra sul rapporto tra Batman e il Joker, approfondendo le origini e la psicologia del Clown Principe del Crimine. Moore ci mostra un Joker umano, vittima di una serie di eventi che lo hanno condotto alla follia, in un racconto che sfida il lettore a riflettere sulla sottile linea che separa il bene dal male. È in questo contesto che la barzelletta finale assume un ruolo cruciale, condensando in poche righe l’essenza dell’intera opera.

La Barzelletta del finale di The Killing Joke: Un Breve Riassunto

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La barzelletta del finale di The Killing Joke racconta di due pazzi che tentano di fuggire dal manicomio. Raggiunto il tetto, uno dei due salta agilmente sull’edificio adiacente, ma l’altro, terrorizzato dall’idea di cadere, non riesce a seguire il compagno. Il primo allora propone un piano: utilizzare una torcia elettrica per creare un ponte di luce su cui l’amico possa camminare. Ma il secondo rifiuta, temendo che il compagno possa spegnere la torcia mentre lui è a metà strada.

Il Significato Profondo della Barzelletta

A un primo livello, la barzelletta finale di The Killing Joke può sembrare solo un gioco di parole, un momento di leggerezza in un racconto cupo e violento. Tuttavia, essa racchiude un significato più profondo e inquietante. I due pazzi sono, in realtà, una rappresentazione metaforica di Batman e del Joker, due personaggi che, nonostante siano apparentemente opposti, condividono un legame intimo e complesso.

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Il primo pazzo, che propone il piano folle, può essere visto come il Joker. Nella sua visione distorta della realtà, crede davvero che un ponte di luce possa essere una soluzione valida, proprio come crede che la sua follia sia un mezzo per sfuggire alla disperazione della vita. Il secondo pazzo, invece, rappresenta Batman, che nonostante sia attratto dall’idea di libertà (o forse, di comprensione) offerta dal Joker, è troppo consapevole della sua natura fallace per fidarsi completamente.

Questa scena cattura perfettamente il tema centrale di The Killing Joke: la sottile linea tra sanità e follia. Batman e Joker sono due facce della stessa medaglia, entrambi segnati da traumi profondi, ma che hanno scelto strade opposte. La barzelletta evidenzia l’incapacità dei due di trovare un terreno comune, una comprensione reciproca. Anche se il Joker offre a Batman un “ponte” verso la sua visione della realtà, Batman non può accettarlo, poiché sa che questo lo condurrebbe alla rovina.

La Risata Finale: Una Riflessione sulla Natura Umana

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Il finale di The Killing Joke è tanto ambiguo quanto iconico. Dopo aver raccontato la barzelletta, il Joker e Batman condividono un momento di risata. Ma questa risata non è una semplice espressione di gioia; è piuttosto un momento di riconoscimento reciproco, in cui entrambi i personaggi comprendono la tragicità della loro situazione. La risata di Batman, in particolare, è stata interpretata in vari modi: alcuni la vedono come un segno di disperazione, altri come un momento di empatia verso il Joker, che, nonostante tutto, è intrappolato nella sua follia proprio come Batman è intrappolato nella sua missione di giustizia.

La risata potrebbe anche rappresentare un’ammissione da parte di Batman che, nonostante tutti i suoi sforzi, non potrà mai “salvare” il Joker, poiché quest’ultimo è troppo lontano dalla realtà per essere redento. È un momento di tragicomico riconoscimento del fatto che, alla fine, entrambi sono prigionieri della loro stessa esistenza.

Conclusione: Un Capolavoro di Ambiguità

La barzelletta finale di The Killing Joke non è solo un modo per chiudere la storia con un momento di leggerezza, ma è anche una riflessione profonda sulla natura umana e sul rapporto tra Batman e il Joker. Attraverso questa breve storia, Alan Moore riesce a condensare l’intera essenza del loro conflitto, lasciando lo spettatore con più domande che risposte. È questa ambiguità, questa capacità di mescolare follia e realtà, che rende The Killing Joke un’opera così potente e duratura, capace di affascinare e inquietare ancora oggi.

Che ne pensate?