Alien: Romulus, la spiegazione del finale del film

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Il finale di Alien: Romulus vi ha lasciati interdetti? Niente paura, ci siamo qui noi

Alien: Romulus è, come sapete, il nuovissimo film della longeva saga horror sci-fi che prosegue fin dal 1979, dal primo storico film di Ridley Scott che ha introdotto al mondo il terrificante xenomorfo. Negli anni e nei film la saga si è espansa fino a comprendere una storia delle origini della creatura, trattata nei film Prometheus (2012) e Covenant (2017), diretti entrambi dallo stesso Scott.

La chiave è uno strano liquido nero utilizzato dalla specie nota come gli Ingegneri per infettare e mutare altre specie dando vita – tramite il ciclo facehugger / chestbuster – ai grotteschi mostri che conosciamo. Lo stesso tipo di sostanza, chiamata Ceppo Prometheus, viene ottenuta dopo molte ricerche, malauguratamente, dalla Weyland-Yutani e sintetizzata dall’androide Rook nel composto Z-01.

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Questo composto sembra avere lo stesso tipo di effetto di un’infezione da facehugger, con la differenza che può essere direttamente iniettato senza bisogno di piantare il “seme”, come accaduto a Kane nel primo film e a molti altri personaggi dopo di lui, compresa Navarro in questo stesso film.

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In Romulus solo Rain sembra comprendere la pericolosità della sostanza: per Rook, che agisce portando avanti la visione di Peter Weyland e dell’androide corrotto David, si tratta fondamentalmente di un mezzo per “migliorare l’umanità”, seppur brutalmente, al fine strettamente economico (almeno sulla carta) di poter sfruttare meglio le colonie minerarie extra-mondo.

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