Dopo il successo del primo Blade, la pressione per creare un sequel che mantenesse l’energia e l’originalità del film era alta. Il secondo film, uscito nel 2002, non solo ha raccolto questa sfida, ma l’ha superata, grazie alla direzione visionaria di Guillermo del Toro. Conosciuto per la sua capacità di fondere il fantastico con l’orrore, il cineasta messicano ha portato una sensibilità unica al franchise, arricchendo ulteriormente il mondo di Blade con creature ancora più terrificanti e una narrazione più stratificata.
Il film riprende la storia del Diurno, che questa volta si allea con i suoi nemici giurati, i vampiri, per combattere una nuova minaccia: i Mietitori, una mutazione ancora più letale dei vampiri che mette in pericolo entrambe le specie. Questo sviluppo narrativo introduce un livello di complessità che non era presente nel primo film, ponendo Blade in una posizione moralmente ambigua. Egli deve collaborare con coloro che odia per sconfiggere un male ancora più grande, mettendo in discussione la sua identità e il suo codice etico.
Uno degli aspetti più apprezzati di Blade II è la rappresentazione dei Mietitori, creature affamate di sangue con una fisiologia unica e spaventosa. L’introduzione di questi nuovi nemici, con la loro mascella biforcuta e l’appetito insaziabile, ha elevato il livello di minaccia nel film e ha permesso a Del Toro di mostrare la sua maestria nel design di creature fantastiche. La rappresentazione visivamente disturbante di queste creature ha contribuito a mantenere il tono oscuro e horror della serie, pur introducendo nuovi elementi che hanno mantenuto il pubblico coinvolto.
Oltre agli effetti visivi impressionanti, Blade II ha eccelso nelle scene d’azione, che sono state ulteriormente migliorate dalla presenza di Snipes. La sua abilità nelle arti marziali, combinata con la visione stilistica di del Toro, ha portato a coreografie di combattimento che rimangono tra le migliori nel genere dei cinecomic. La sequenza iniziale in cui Blade combatte i Mietitori in una discoteca sotterranea è un esempio perfetto di come il film abbia saputo fondere azione, atmosfera e horror in un’esperienza cinematografica unica.
Tuttavia, l’entusiasmo generato da Blade II non è stato replicato con Trinity, il terzo e ultimo capitolo della trilogia uscito nel 2004. Diretto da David S. Goyer, sceneggiatore dei primi due film, Blade: Trinity è stato accolto con freddezza da critica e pubblico, segnando un netto calo rispetto ai suoi predecessori.
Uno dei problemi principali del film è stata la sua sceneggiatura, che ha cercato di ampliare l’universo di Blade introducendo nuovi personaggi come Hannibal King (interpretato da Ryan Reynolds) e Abigail Whistler (interpretata da Jessica Biel). Tuttavia, invece di arricchire la trama, questi nuovi personaggi hanno spesso distratto dall’attenzione principale sul Diurno, diluendo la narrazione. Il tentativo di trasformare Blade in un film più corale ha privato il protagonista del suo giusto spazio, spostando l’equilibrio del film verso un approccio più convenzionale e meno interessante.
Anche l’antagonista principale, Dracula (interpretato da Dominic Purcell), è stato considerato da molti come una delusione. In teoria, l’idea di far affrontare a Blade il vampiro per eccellenza, il leggendario Principe delle Tenebre, era intrigante. Tuttavia, l’esecuzione è stata meno convincente, con un Dracula che manca del carisma e della minaccia presenti nei migliori antagonisti della serie. La resa dei conti finale, nonostante l’azione frenetica, è stata percepita come priva della tensione emotiva e dell’impatto narrativo che avevano caratterizzato i finali dei film precedenti.
Dietro le quinte, Blade: Trinity ha sofferto di tensioni tra Wesley Snipes e il regista Goyer, che hanno ulteriormente complicato la produzione del film. Queste difficoltà si sono riflesse sullo schermo, con una performance di Snipes che molti hanno trovato meno incisiva rispetto ai capitoli precedenti.
In conclusione, la trilogia di Blade ha avuto un impatto duraturo sul cinema d’azione e sui cinecomic. È stata un punto di svolta nel panorama cinematografico, influenzando l’evoluzione del cinecomic e dimostrando che i film tratti dai fumetti potevano essere seri, maturi e, soprattutto, di successo.
Il carisma di Snipes, l’atmosfera oscura e l’approccio innovativo alla narrazione e agli effetti speciali hanno fatto di Blade un precursore del Marvel Cinematic Universe e di molti altri cinecomic che sono venuti dopo. Nonostante il suo declino con Blade: Trinity, la trilogia rimane un caposaldo del cinema di genere e continua a essere celebrata come una delle pietre miliari del cinema supereroistico moderno.