Elliot Page ricorda il periodo di Juno: “Mi ha quasi ucciso”

Scrivendo su Esquire, Elliot Page ha ricordato i giorni di Juno e di come abbiano avuto conseguenze sulla sua vita

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Il racconto di Elliot Page

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Juno, film del 2007 diretto da Jason Reitman e scritto da Diablo Cody, vede Elliot Page nel ruolo di una ragazza essenzialmente costretta ad affrontare una gravidanza inaspettata e trova una rockstar fallita, Mark (interpretata da Jason Bateman), e sua moglie (interpretata da Jennifer Garner) che intendono adottare il bambino non ancora nato.

Sebbene il film abbia portato l’attore alla fama mondiale, il suo sentirsi uomo nel corpo di una donna in un momento in cui ancora non aveva iniziato la transizione che l’ha portato nel 2020 a diventare un uomo, lo ha fatto sentire tremendamente a disagio.

Durante la stagione dei premi, mi stavo cambiando, indossavo i tacchi e tutto il resto: non stavo bene e non sapevo come parlarne con nessuno – ha scritto Elliot Page su Esquire. Non riesco a trovare un giorno ‘peggiore’. Quando Juno stava esplodendo, questo suona strano alla gente, e capisco che le persone non capiscano. Dicono: “Oh , vaffanculo, sei famoso, hai soldi e hai solo dovuto indossare un vestito, boo-hoo” Non posso non capire quella reazione. Ma vorrei che la gente capisse che quella mer*a mi ha letteralmente quasi ucciso.

I miei sogni si stavano avverando, e stava accadendo tutto ciò che volevo. E tuttavia mentre giravo Inception, non potevo praticamente lasciare qualsiasi hotel in cui alloggiavo. Ho avuto problemi con il cibo. Depressione intensa, ansia, gravi attacchi di panico. Non riuscivo a funzionare. C’erano giorni in cui avevo solo una riunione, e uscivo di casa per andare alla riunione e dovevo guardarmi attorno. Non ero in grado di leggere un copione, non ci riuscivo. Leggere è una delle mie cose preferite da fare, non riuscivo a farlo, non riuscivo a leggere un paragrafo.

Non riuscivo a immaginarmi come una donna che invecchiava – conclude Elliot Page. Ovviamente. Pensavo a quale sarebbe statoè il mio futuro. Non c’era un futuro. È più o meno così che mi sentivo. Pensavo: “Non sono mai stata una ragazza. Non sarò mai una donna”.

Che ne pensate?

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