Imane Khelif, il CIO: “Nessun test sui genitali, è una questione di diritti umani”

Khelif
Credits: MilkyWey / YouTube
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“Non riconosciamo i test Iba sul genere perché il loro procedimento non è lecito”, insiste il CIO sul caso di Imane Khelif

Si parla ancora di Imane Khelif, la pugile la cui partecipazione alle Olimpiadi è stata molto discussa per via della sua iperandroginia. I criteri di selezione dell’Iba, associazione sportiva dalla quale nel frattempo la stessa Angela Carini ha preso le distanze assieme con la Fpi, hanno escluso la Khelif dai mondiali di boxe femminile nel 2023 e vengono ora messi in discussione dal Comitato Olimpico Internazionale con parole dure.

“Non riconosciamo i test Iba sul genere perché il loro procedimento non è lecito. Nessuno vuole tornare ai giorni in cui si facevano i test sui genitali“. Lo dice Mark Adams, portavoce del Cio. “È una questione di diritti umani. Sono test non leciti, condotti in modo arbitrario. Una cosa è il dibattito sui social, un’altra la privacy e i diritti umani: quelli non si condensano in 140 caratteri”.

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Fonte: Gazzetta dello Sport