Parla Carlo Verdone
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Carlo Verdone vive a Roma da sempre e da sempre cerca di porre l’accento sui problemi della città eterna. Parlando in una lunga intervista a Repubblica, l’attore de La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino, ha raccontato i problemi che attanagliano la città.
Roma sembra il bagno a cielo aperto di un autogrill. Se mi affaccio dalla finestra di casa, nell’arco di mezz’ora vedo qualcuno che si apparta dietro un albero, una macchina, soprattutto il venerdì e il sabato sera. In una capitale piena di turisti, più che di romani, è impensabile che per strada non ci siano bagni adeguati e puliti. Non è da città europea.
Per Verdone il problema è che i romani tendono a emulare. Vede una città sporca e sporca anche lui. È diventata una metropoli maleodorante. La gente, quindi, in assenza di bagni nelle strada fa i propri bisogni dove capita. I baristi, inoltre, piuttosto che “ritrovarsi una toilette sudicia, dicono che è fuori servizio, la chiudono a chiave”.
Parigi, ma anche in Inghilterra, in Germania e in tutte le città civili, scatta invece un senso di accoglienza, i bagni dei bar sono alla portata di tutti. Per non parlare dei wc pubblici dove si può accedere con una monetina. Al romano purtroppo manca il senso civico.
In occasione del Giubileo però saranno realizzate delle architetture con nuovi bagni.
Essenziale che siano fruibili con pochi centesimi, con un sistema facile di pagamento e soprattutto che poi vengano mantenuti efficientemente. Altrimenti diventano da subito impraticabili. I turisti aumentano a livello esponenziale, creare dei bagni pubblici è fondamentale, è una priorità
Non essendoci una grande manutenzione, i romani e i turisti si sentono come autorizzati a sporcare. Per me il degrado è frutto del degrado stesso. Una città disastrata, indecente, piena di scritte, trattata male. Roma è una grande casa che merita rispetto. Il problema dei bagni pubblici si risolverà, ma quello su cui puntare è l’educazione, il senso civico
Dalla mia finestra vedo ragazzi, ubriaconi – romani e turisti – che si nascondono dietro macchine, statue, alberi. Ogni volta che torni a casa, ti devi controllare le suole delle scarpe. È indecoroso, impensabile per le capitali europee “normali”. C’è un concorso di colpa, è chiaro: c’entra pure il senso civico delle persone. Ma cara amministrazione, che ci vuole a mettere dei vespasiani?
Carlo Verdone affronta anche il problema dei gabbiani.
Bisogna porre rimedio. Pure il gabbiano è il risultato di una città sporca. Ci sono sempre stati, ma un numero così incredibile non l’avevamo mai visto. E poi i piccioni. Nel nostro condominio non sappiamo più come fare: non vogliamo ammazzarli, poveracci, ma arrivano in gruppo, dieci alla volta, non hanno più paura di nulla; stanno massacrando i nostri balconi. Roma è sporca da troppo tempo e questa è la conseguenza. Guardi, le assicuro che non mi trovo a mio agio in questo ruolo
Carlo Verdone ammette di star pensando addirittura di lasciare la sua amata Roma.
Ci penso davvero, due o tre volte a settimana: famme scappà via. Non è un problema solo mio, conosco tanti amici che stanno valutando concretamente di andarsene da Roma. l caldo rende ancora più invivibile una città così complicata. Ma il declino di questa città non è stagionale, è costante
Il problema dipende anche dal traffico, ora aggravato da roghi e cantieri:
Quando c’è stato l’incendio di Monte Mario ero lì vicino, stavo lavorando in piazzale Clodio – racconta Carlo Verdone. Ho provato a tornare a casa, ma tutte le strade erano chiuse per far passare i pompieri e la polizia. Ero pure in scooter, in teoria doveva essere più semplice venirne fuori, invece sono finito incastrato in una specie di bolgia infernale: come mi muovevo trovavo una strada chiusa. Ero ostaggio, non riuscivo più a tornare a casa. Ho girato in via Ottaviano, pensavo di salvarmi, non l’avessi mai fatto: un cantiere, altra strada chiusa. Ho scoperto che a Roma ci si può ancora perdere alla mia età.
A proposito di cantieri. Il problema, a detta di Carlo Verdone, non sono loro, ma le tempistiche:
Ben vengano, probabilmente quando saranno finiti la città sarà più bella. Ma siamo nel 2024: le cose andavano fatte molto, molto prima. Il problema è che abbiamo tutti paura che i cantieri si possano allungare oltre misura. Allora no, diventerebbe l’ennesimo guaio. Siamo abituati a un sistema burocratico spaventoso: si rompe un arco, una galleria, arrivano le transenne, ti sequestrano una strada e non sai quando te la ridanno. Entrano in ballo una, due, tre soprintendenze.
Qualche anno fa – ricorda Verdone – un fulmine colpì la statua di Garibaldi al Gianicolo, non so quanti anni ci sono voluti per rimetterla a posto, per tutto quel tempo lì non si poteva più girare una scena
Che ne pensate?
Fonte: Repubblica via Open e Fanpage