Arriva finalmente su Amazon la tanto pubblicizzata, e forse già controversa, prima stagione di Batman: Caped Crusader. Tra tutte le serie animate DC prodotte, questa è quella che esteticamente si richiama di più alla gloriosa serie animata del 1992. Ma riesce a reggersi da sola o si regge sulla nostalgia dei tempi che furono?
Avviso: la recensione contiene degli spoiler. Andate avanti a vostro rischio e pericolo.
Batman Caped Crusader: La trama
Ambientata tra gli anni ’40 e ’60 la serie ci porta agli inizi della carriera di Batman e della sua lotta contro il crimine in una Gotham completamente in mano ai criminali ed ai corrotti.
Batman Caped Crusader: La recensione
Non possiamo non iniziare a discutere dell’elefante, anzi, del pinguino nella stanza. Come avevamo riportato, la serie avrebbe avuto un gender swap di Pinguino, che passa dall’essere Oswald Cobblepot a Oswalda Cobblepot.
Premetto che non ho alcuna familiarità con i fumetti DC, salvo gli immancabili classici che tutti conoscono, ma so che gender swap, race swap e cambi di preferenza sessuale sono all’ordine del giorno se non con il 3×2, per cui la notizia mi ha lasciato indifferente. E, comunque, questa caratterizzazione di Pinguino funziona. Va detto non c’è alcun problema in questo Pinguino donna, anzi è sicuramente il punto di forza del primo episodio.
Il problema di Caped Crusader è che questo cambio è, semmai, solo la punta dell’Iceberg e, quando si inizia a notare, diventa ovvio che i character design sono stati preparati dalla divisione Diversity, Equity, Inclusion. Per farla breve, tolti Batman e Alfred, ogni altro uomo di carnagione caucasica è 1) cattivo 2)comparsa 3)morto entro fine puntata o 4) una combinazione dei punti precedenti.
Tolti Batman e Alfred, l’intero cast principale di Caped Crusader è BIPOC (acronimo americano di tante parole per dire “non caucasico”). Particolarmente ilare è l’aver reso i Gordon di colore, continuando con Barbara il trend per cui ogni personaggio dalla pelle chiara e dai capelli rossi è destinato a diventare di colore.
Ora, sia chiaro: questo non influisce minimamente sulla qualità della serie TV, che rimane alta. Ma è qualcosa che si nota. Così come si nota che Batman si trova in estrema difficoltà ogni volta in cui si trova di fronte un avversario donna.
Altro punto da chiarire è che Batman è, quasi sempre, personaggio secondario nelle sue stesse storie. Non facciamo ingannare dal nome della serie. In Batman: Caped Crusader, i protagonisti sono altri.
Ma parliamo di cose importanti. Questa serie Tv, com’è?
Iniziamo col dire che la serie non beneficia minimamente del binge watching. Ha un approccio episodico e seriale, con la storia di Harvey Dent (di cui parlerò a breve) candidato sindaco che fa da connessione tra episodi che ma che rimane agevolmente sullo sfondo.
Come detto, Caped Crusader è ambientata in un periodo non meglio identificato tra gli anni 40 e 60. Vediamo Batman investigare alla vecchia maniera, senza l’aiuto di gadget super tecnologici. Il tono cupo vuole richiamare la serie animata del 1992, e l’ambientazione è veramente ben fatta. Gotham è una città credibile e la qualità dell’animazione è alta. Batman non è un superumano, ha spesso bisogno di aiuto e si spinge troppe volte ai limiti delle sue capacità (sebbene manchino conseguenze a questo comportamento).
Il cast di supporto, e vero protagonista, è delineato in maniera eccellente, così come i villain di ogni puntata. Questi sono i punti di forza di Caped Crusader, non Batman che non beneficia minimamente del doppiaggio inespressivo e piatto di Hamish Linklater, che rende così meno interessante un personaggio di cui al massimo possiamo dire “è lì”.
Pur essendo una serie origin, saggiamente si evita di ripercorrere la morte dei Wayne, dando per scontato che, in effetti, sappiamo benissimo la storia quale sia. Dei Wayne, e degli effetti della loro scomparsa su Bruce, si parla in un unico episodio e dal punto di vista di Alfred.
La natura episodica di Caped Crusader consente non solo un maggior approfondimento dei vari villains, ma anche di variare la natura stessa dell’episodio: passiamo dal noir, all’action thriller, al soprannaturale e persino a dei tocchi horror. Così facendo lo show allude a un mondo più grande ma evita di sovraccaricare lo spettatore rimanendo invece ancorata a Gotham. E’ una serie cupa, matura, dominata dalle ombre. E’ un mondo spietato, naturale ambiente per Batman.
Parlando dei design, ottimo il reimagining di Boris Karlo (Clayface) che debutta in un’atmosfera da Fantasma dell’Opera. Quando possibile la serie predilige un approccio più realistico e meno fumettistico, muovendosi tra il macabro e il grottesco.
Ottima anche la caratterizzazione di Harleen Quinzel, personaggio ricorrente nei primi episodi che si rivela essere un villain pericoloso (e che avrebbe ucciso Batman se non per l’intervento di Barbara Gordon). Lo stacco dalle precedenti caratterizzazioni è netto: non solo non è legata al Joker (fino ad ora almeno), ma in Caped Crusader viene caratterizzata da lucidità e freddezza che danno a questa versione del personaggio una vita propria e una dimensione umana che, di fatto, la rendono un personaggio del tutto diverso.
Chi perde è Harvey Dent. Dalla sua prima puntata Dent è introdotto non come l’onesto Procuratore Distrettuale di Gotham ma come un politicante spietato che scende a fare fin troppi compromessi. Ci viene detto che vuole diventare sindaco per lottare contro la corruzione e ripulire Gotham ma è questo il problema: ci viene detto e non mostrato. Ne consegue che la sua trasformazione non diventa una tragedia, una disgrazia, ma la naturale conseguenza delle sue azioni.
Caped Crusader vuole raccogliere l’eredità della serie del ’92 per toni ed estetica e, perlopiù, riesce nell’intento. Detto questo, non ne è comunque all’altezza e principalmente per due motivi:
Batman è il personaggio meno interessante della serie TV
Nonostante le pretese di maturità , è fin troppo chiaro dove la serie tira il freno a mano per non offendere determinate fasce di pubblico.
Ciò detto, la serie è comunque un ottimo prodotto, che vale sicuramente la pena vedere.
E si apprezza sempre un prodotto di Batman che non dipende da Joker, grande assente di questa stagione (ma quasi sicuramente protagonista della prossima).