Jordan Belfort, interpretato da Leonardo DiCaprio nel film The Wolf of Wall Street del 2013, diretto da Martin Scorsese, è una rappresentazione emblematica dell’avidità e dell’eccesso nel mondo finanziario. Basato sulla vera storia di Belfort, un ex broker di Wall Street, il personaggio è noto per la sua vorace ricerca di denaro e potere, raggiunti spesso attraverso pratiche discutibili o illegali.
Nel film, Belfort inizia la sua carriera con ambizione e astuzia, rapidamente costruendo un impero finanziario attraverso la sua azienda, Stratton Oakmont. L’azienda diventa nota per l’uso di tattiche aggressive di vendita e frodi finanziarie, come il pump and dump, che ingannano gli investitori e arricchiscono i broker a spese di altri. Belfort e i suoi colleghi vivono una vita di eccessi, caratterizzata da lusso sfrenato, abuso di sostanze e comportamenti moralmente discutibili.
L’avidità di Jordan Belfort si manifesta non solo nella sua insaziabile ricerca di ricchezza, ma anche nel suo stile di vita edonistico e autocompiacente. La sua mancanza di etica e il suo disprezzo per le conseguenze delle sue azioni portano alla rovina di molte persone, inclusi clienti, collaboratori e la sua stessa famiglia.
Il personaggio di Belfort è emblematico di una cultura aziendale corrotta e dell’ossessione per il successo materiale a ogni costo. The Wolf of Wall Street non solo esplora la caduta di Belfort, ma anche la sua eventuale redenzione e riflessione, offrendo una critica penetrante dell’avidità e del vuoto morale che può accompagnare la ricerca del potere e della ricchezza. Jordan Belfort rimane una figura iconica nella cultura popolare, rappresentando i pericoli e le seduzioni del mondo finanziario moderno, proiettandolo nell’Olimpo dei personaggi più avidi del cinema.
Charles Foster Kane (Quarto Potere), 1941
Charles Foster Kane, interpretato da Orson Welles nel film Quarto Potere del 1941, è uno dei personaggi più avidi del cinema e una rappresentazione complessa della brama per il potere e il controllo. Kane, ispirato in parte alla figura reale del magnate dei media William Randolph Hearst, è un magnate dell’editoria la cui vita è raccontata attraverso una serie di flashback che esplorano la sua ascesa, il suo successo e la sua caduta.
Kane inizia la sua carriera con ideali progressisti, desiderando utilizzare il suo giornale per influenzare positivamente la società e combattere le ingiustizie. Tuttavia, con il tempo, diventa sempre più ossessionato dal potere e dal controllo, sia nelle sue relazioni personali che professionali. Questa ossessione lo porta a manipolare le notizie per i propri fini, cercare il dominio sugli altri e perseguire incessantemente il successo a spese delle sue relazioni e della propria felicità.
L’avidità di Kane non si limita al denaro; è profondamente connessa al suo desiderio di influenza e riconoscimento. Il film esplora come questa brama di controllo alieni Kane dalle persone a lui più vicine, inclusi amici e familiari, lasciandolo infine isolato e insoddisfatto. Il mistero che circonda la sua ultima parola, Rosebud, rappresenta un simbolo del rimpianto e della nostalgia per la semplicità e l’innocenza perdute.
Quarto Potere è considerato uno dei migliori film mai realizzati, non solo per la sua innovazione tecnica e narrativa, ma anche per la sua profonda esplorazione dei temi di potere, corruzione e solitudine. Charles Foster Kane rimane una figura simbolica e complessa, la cui storia è esemplificativa su tematiche relative ad avidità e brama di controllo.
Daniel Plainview (Il Petroliere), 2007
Daniel Plainview, interpretato da Daniel Day-Lewis nel film Il Petroliere del 2007, è un personaggio emblematico per brama di potere e ricchezza. Il film, diretto da Paul Thomas Anderson, racconta l’ascesa e la discesa di Plainview, un imprenditore del petrolio la cui ossessione per il successo lo porta all’isolamento e alla rovina morale.
All’inizio del film, Plainview è presentato come un minatore determinato e intraprendente, che lavora duramente per costruire un’azienda petrolifera. Tuttavia, con il successo arriva anche una crescente avidità e una spietata sete di controllo. Plainview è disposto a tutto per espandere il suo impero, compreso ingannare i proprietari terrieri locali, manipolare e intimidire chi si oppone a lui e, in ultima analisi, sacrificare i rapporti personali.
L’avidità di Plainview si manifesta nella sua incapacità di tollerare qualsiasi forma di concorrenza o opposizione. Il suo conflitto con il predicatore locale, Eli Sunday, sottolinea la sua ostilità verso qualsiasi forza che potrebbe limitare il suo potere. Plainview vede le persone intorno a lui solo come strumenti per i suoi fini, e la sua ossessione per la ricchezza e il potere lo porta a un’esistenza solitaria e tormentata.
La caratterizzazione di Plainview esplora i temi della corruzione morale, dell’isolamento e del fallimento personale che possono accompagnare un’ambizione sfrenata. Il suo personaggio è un ritratto inquietante dell’avidità e dell’auto-distruzione, un uomo che alla fine è consumato dalla stessa forza che lo ha reso ricco e potente.
+1: Zio Paperone
Per dovere di cronaca, non potevamo non citare il mitico Zio Paperone dell’universo Disney. Nonostante non sia mai comparso sul grande schermo, se non in brevi film home video, Zio Paperone è colui che viene subito in mente quando si parla di personaggi più avidi in assoluto.
Considerato anche il personaggio di fantasia più ricco di sempre, ha accumulato un’enorme fortuna senza mai privarsi di un singolo Penny, sacrificando spesso i rapporti sentimentali e familiari per seguire la sua causa. Nonostante questo, Zio Paperone si distingue dai personaggi precedentemente citati per una netta rettitudine morale e senso di giustizia, che lo allontana nettamente dalla schiera dei personaggi più avidi della storia del cinema.