Indice
Continuate a seguirci sul nostro canale Whatsapp e su LaScimmiaPensa!
Non Aprite quella Porta è uno degli horror più iconici della storia. Vediamo insieme la vera storia che ha ispirato il film, basato su eventi reali.
Non Aprite quella Porta è il titolo del film del 1974, diretto da Tobe Hooper, che ha dato vita al celebre franchise ispirato alla trama del primo film e che ripercorre, attraverso le varie pellicole, gli orrori compiuti dalla famiglia Sawyer e, in particolare, dal celebre Leatherface, vera figura iconica del film.
Considerato un vero capolavoro del genere horror, il film accresce la sua aura leggendaria e misteriosa con il mai banale escamotage del “tratto da una storia vera“, come ci viene narrato all’inizio del film. Abbiamo deciso di riportare in questo articolo i fatti che sono stati fonti di ispirazione per Non Aprite quella Porta, cercando di comprendere quanto effettivamente sia reale quello che viene narrato nella pellicola.
Giudicate voi, commentando, quanto possano essere tremendi e macabri gli eventi reali che Tobe Hooper ha riproposto nella sua pellicola Non Aprite quella Porta! Buona lettura!
Un gruppo di cinque amici — Sally Hardesty, suo fratello Franklin, il fidanzato di Sally, Jerry, e i loro amici, Pam e Kirk — stanno viaggiando attraverso il Texas per visitare la vecchia casa della famiglia Hardesty e la tomba del nonno di Sally e Franklin, in seguito a notizie di profanazioni di tombe nella zona. Lungo il tragitto, offrono un passaggio a un autostoppista inquietante, che si rivela essere mentalmente instabile. L’autostoppista taglia sé stesso e Franklin con un coltello prima di essere cacciato fuori dal furgone.
Il gruppo di Non Aprite quella Porta, scosso dall’incontro, continua il viaggio e si ferma a una stazione di servizio, dove il proprietario consiglia loro di non avventurarsi nella vecchia casa, ma ignorano l’avvertimento. Arrivati alla vecchia casa di famiglia, Kirk e Pam decidono di esplorare una vicina casa abbandonata in cerca di carburante. Entrando nella casa, Kirk viene attaccato e ucciso da Leatherface, un uomo grande e robusto che indossa una maschera fatta di pelle umana.
Pam, cercando di fuggire, viene catturata e impalata su un gancio da macellaio. Preoccupato per l’assenza dei due, Jerry va a cercarli e scopre Pam ancora viva ma in condizioni orribili. Prima che possa reagire, viene anche lui ucciso da Leatherface.
Sally e Franklin, ormai preoccupati, decidono di andare a cercare gli amici scomparsi. Durante la ricerca, Leatherface attacca e uccide Franklin con una motosega. Sally riesce a fuggire e si rifugia nella stazione di servizio. Tuttavia, scopre che il proprietario della stazione è complice della famiglia di Leatherface. Sally viene catturata e portata nella casa dei cannibali.
Nella casa, Sally viene legata a un tavolo da pranzo mentre la famiglia cannibale, composta dall’autostoppista, Leatherface e il loro nonno decrepito, si prepara a torturarla. In un momento di distrazione, Sally riesce a fuggire lanciandosi da una finestra. Viene inseguita dal killer e dall’autostoppista. La fuga culmina in un inseguimento sulla strada principale dove Sally viene soccorsa da un camionista di passaggio. L’autostoppista viene investito e ucciso dal camionista, mentre Sally riesce a salire su un altro camion e a fuggire, lasciando Leatherface infuriato sulla strada.
Non Aprite quella Porta si conclude con Sally, insanguinata e traumatizzata, che ride istericamente mentre fugge verso la libertà. Leatherface, frustato, esegue una danza selvaggia con la motosega al tramonto.
«Il film che state per vedere è un resoconto della tragedia che è capitata a cinque giovani, in particolare a Sally Hardesty e a suo fratello invalido Franklin; il fatto che fossero giovani rende tutto molto più tragico, le loro giovani vite furono stroncate da eventi così assurdi e macabri che forse neanche loro avrebbero mai pensato di vivere… Per loro un’idilliaca gita pomeridiana estiva si trasformò in tragedia. Gli avvenimenti di quella giornata portarono alla scoperta di uno dei crimini più efferati della storia americana.»
Riportato in alto, abbiamo l’incipit che trasla gli spettatori nelle atmosfere cupe e claustrofobiche di Non Aprite quella Porta. Proiettata all’inizio della pellicola, questa introduzione va inevitabilmente a condizionare l’approccio della spettatore nei confronti della storia narrata. Empatizzando con i protagonisti, il pubblico riceverà un migliore impatto e un ricordo molto più marchiato del film che andrà a vedere.
Una vera e propria operazione di marketing ideata dal regista, che si rivelò vincente in quanto il film ottenne un enorme successo, perdurante ancora oggi. Ma cosa c’è di vero in quello che viene narrato in Non Aprite Quella Porta? Presto detto.
Non Aprite quella Porta è nato dagli sconvolgenti crimini reali emersi nell’America del dopoguerra, in tandem con l’ascesa di cicli di notizie sensazionalistiche a livello nazionale. Hooper ricorda di aver visto l’arresto del serial killer condannato Elmer Wayne Henley e i suoi atti scioccanti mandati in onda sui televisori di San Antonio, da cui ha tratto ispirazione per la famiglia psicotica raffigurata in Non Aprite quella Porta.
Tuttavia, la più grande ispirazione dietro gli eventi di Non Aprite quella Porta è la storia del serial killer Ed Gein, i cui crimini sconvolsero un’intera nazione negli anni ’50. Noto come ” Plainfield Ghoul “, Ed aveva la fama di indossare abiti femminili e mutilare cadaveri, mostrando legami distinti con la versione finale del personaggio di Leatherface. Gein riesumò anche cadaveri dai cimiteri locali, creò trofei e ricordi dalle loro ossa e dalla loro pelle e confessò di aver ucciso almeno due donne.
Come Gein, che è stato anche l’ispirazione per Norman Bates in Psycho , Leatherface ha una propensione a indossare abiti femminili e mutilare corpi, oltre a mostrare un basso QI, che è parallelo al serial killer della vita reale. Leatherface che indossa la pelle di altre persone è pensato non solo per aggiungere un livello di mistero a un killer senza volto, ma anche per emulare i crimini disgustosi di un famigerato assassino.
Il film fu profondamente criticato e vietato a causa dell’esplicita violenza mostrata nelle sue scene, nonostante si trattasse di una quasi denuncia nei confronti della mercificazione di storie truculente e acchiappa pubblico, da sempre affascinato e interessato alle storie di violenza. Come spesso accade, realtà e leggenda finiscono per andare a braccetto, creando un prodotto come Non Aprite quella Porta che si autoalimenta da questa nebbia misteriosa e fitta che lo circonda.
La sensazione diffusa che Non Aprite quella Porta sia una storia vera ha reso il film un successo incondizionato grazie agli esempi di crimini realmente accaduti e ha portato alla creazione di un franchise horror iconico e di grande successo che dura da oltre cinque decenni.
Marilyn Burns: Sally Hardesty
Paul A. Partain: Franklin Hardesty
Allen Danziger: Jerry
William Vail: Kirk
Teri McMinn: Pam
Gunnar Hansen: Leatherface
Edwin Neal: Nubbins Sawyer, l’autostoppista
Jim Siedow: Drayton Sawyer, il cuoco
John Dugan: nonno Sawyer