Daniel Radcliffe è d’accordo con i fan: Il Principe Mezzosangue, il sesto film della saga di Harry Potter, è davvero il peggiore di tutti; anche a partire dalla sua stessa recitazione
Anche Daniel Radcliffe è d’accordo: il sesto film della serie di Harry Potter, Il Principe Mezzosangue, è pessimo. Non che gli altri, dal quarto in poi, siano particolarmente brillanti. Anzi, c’è un declino costante nella qualità della scrittura, nell’evoluzione dei personaggi – alcuni vengono completamente ignorati, o resi macchiette comiche – e nella fedeltà al materiale originale.
E, checché si possa dire di J.K. Rowling, quello che l’autrice aveva scritto nei libri formava un insieme coeso, di spessore, convincente e intrigante. Nei film invece tutto si riduce a scenette da blockbuster, scordandosi elementi fondamentali come Dobby – che sparisce fino all’ultimo film – la passione di Ginny per Harry – che viene ripresa a caso di punto in bianco, e così via.
Ma Daniel Radcliffe ha avuto da ridire sulla sua stessa performance nel sesto film, in una intervista a Playboy del 2015: “Semplicemente, non sono molto bravo. Lo odio. La mia recitazione è molto a una nota e posso vedere che sono diventato compiaciuto e quello che cerco di fare non arriva. Il mio miglior film è il quinto [L’Ordine della Fenice], perché posso vedere una progressione”.
“In ogni film fino al sesto puoi vedere un passo avanti nella mia recitazione. E poi si è fermata, o è andata all’indietro forse, nel sesto film. Ricordo di averlo guardato e di aver pensato wow, non c’è nessuna crescita. Guardi un errore che hai compiuto ogni giorno per 11 mesi, così è come l’ho visto io”.
“Avevo l’idea che Harry fosse come un soldato traumatizzato dalla guerra, e come conseguenza di questo si chiude emotivamente. Non è una cattiva idea, ma non è la cosa più interessante da guardare per due ore e mezza”. Non possiamo che concordare, anche se parlando di problemi nel film, come dicevamo, questa è solo la punta dell’iceberg.