Babylon: ecco perché dovremmo apprezzare l’omaggio scatenato di Damien Chazelle al mondo del cinema

Babylon
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Babylon è stato e rimane un film incompreso: una parabola apocalittica sulla trasformazione del mondo del cinema all’avvento del sonoro, cento anni fa, e su sogni, aspirazioni e promesse infrante

One, two, three… e festa sia. Una festa esclusiva, sfarzosa, esagerata, a base di sesso estremo, droghe e altre fantasmagorie, che non anticipiamo troppo per non togliervi il gusto di godervi appieno un party carnevalesco in perfetto stile hollywoodiano. Ma di cosa stiamo parlando? Naturalmente dell’intro di Babylon, il film di Danielle Chazelle che proprio oggi sbarca su Netflix, pronto per riempire le vostre serate affette dalla calura estiva (anche perché la durata è importante: circa tre ore).

Arrivato nelle sale nel 2022, l’opera (imponente e sbalorditiva, non solo per la durata) del regista di Whiplash e La La Land, ha ottenuto incassi tiepidi al botteghino, ma soprattutto è stata bistrattata dalla critica americana, e nemmeno quella nostrana si è astenuta da giudizi affilati.

Il film è stato percepito come “eccessivo”, il prodotto di un cineasta che questa volta ha forzato troppo la mano, e che, partito dal nobile intento di raccontare Hollywood nei suoi splendori e nelle sue contraddizioni, ha perso di vista l’obiettivo per strada, finendo per realizzare un esercizio di stile che è risultato – agli occhi di molti – abbondante e retorico.

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Noi invece non siamo d’accordo, e vi spieghiamo perché. Babylon, bisogna dirlo, parte subito con il botto, ovvero con un elefante che, appena una manciata di minuti dopo l’inizio del film, defeca sulla telecamera (sì proprio così); un primordio che indubbiamente lascia il pubblico esterrefatto ma che sicuramente ci dà un indizio importante di quello che accadrà da lì a poco.

Con una intro così, sicuramente non c’è da star sereni, né possiamo aspettarci un racconto favolistico dei Roaring Twenties, i ruggenti Anni Venti (il film è ambientato nel 1926). I due protagonisti principali ci vengono presentati quasi subito: sono la sgargiante e dirompente Nellie LaRoy (Margot Robbie) e il docile Manny Torres (Diego Calva), due giovani accomunati dalla stessa bruciante passione per il cinema, che sognano di lavorare ad Hollywood, Nellie come attrice, Manny come assistente alla produzione.