Il Gladiatore 2 è ufficialmente il film più atteso dell’anno! Voi che aspettative avete?
Parafrasando “Il buono, il brutto e il cattivo”, il mondo si divide in due categorie: chi ha visto almeno due volte “Il gladiatore” e chi ricorda a memoria ogni frase dei primi venti minuti, un intro folgorante di cinema dirompente, da Russell Crowe che segue con lo sguardo un uccello che spicca il volo fino a una sequela di battute tra le più celebri del nuovo millennio.
È proprio il 2000 l’anno di uscita del film e nonostante i cinque premi Oscar vinti (film, attore protagonista, costumi, sonoro ed effetti speciali) a fronte di dodici candidature, l’Oscar mancato per la migliore colonna sonora ad Hans Zimmer grida ancora vendetta a venticinque anni di distanza.
Ma l’importanza de “Il gladiatore” va ben oltre il trionfo agli Oscar. Suo merito è innanzitutto quello di aver rilanciato un genere, il kolossal storico dai precisi connotati “peplum” (per capirci, nel 1995 c’era stato “Braveheart”, ma la memoria collettiva lo associa tendenzialmente al cinema d’avventura: stesso albero genealogico, altra famiglia), come andava di moda tra gli anni ’50 e i ’60 (“Quo Vadis”, “Ben Hur”, “La caduta dell’impero romano”, ecc.).
Da lì a breve gli epigoni si sprecano, ma quasi nessuno riesce a replicarne il successo in termini di botteghino (il flop più clamoroso per il rapporto tra aspettative e incassi: “Alexander” di Oliver Stone) e forse solamente “Le crociate” dello stesso Scott uscito nel 2005 è stato in grado di raggiungere la qualità, lo spessore, l’epica e la potenza cinematografica del “Gladiatore”. Il cast, poi, è una storia tutta a sé.
Noto per essere innanzitutto l’ultimo film interpretato dal grande attore britannico Oliver Reed (morto per un attacco cardiaco durante le riprese), il film ha lanciato nell’empireo dello star system Russell Crowe, già nel settore da un decennio ma che di titoli importanti alle spalle aveva solamente “L.A. Confidential” e “Insider – Dietro la verità”.
Lo stesso dicasi di Joaquin Phoenix del quale ricordiamo, antecedenti “Il gladiatore”, soprattutto “8mm”, “Da morire” e il suo schizzatissimo TNT (preludio al Johnny Cash venturo?) di “U Turn”. Da questo punto di vista “Il gladiatore II” parte avvantaggiato, perché vede in scena il due volte premio Oscar Denzel Washington e il navigato Pedro Pascal. Staremo a vedere se il giovane Paul Mescal (lo si ricorda particolarmente in “Aftersun” ed “Estranei”) saprà raccogliere l’eredità del gladiatore suo predecessore.
Per il momento, già dal primo minuto del trailer, abbiamo la certezza che questo attesissimo sequel non si (e non ci) farà mancare nulla in quanto a magniloquenza e gigantismo visivi. Aspetti nei quali Ridley Scott, anche nei suoi film meno interessanti e riusciti, non ha mai fatto difetto.
Della trama sappiamo poco: protagonista è Lucius, figlio di Lucilla e nipote di Commodo, salvato da Massimo Decimo Meridio nel primo film. Il ragazzo intraprenderà un percorso simile a quello del suo “mentore”: da guerriero sarà ridotto a schiavo, destinato a riconquistarsi la gloria come gladiatore.
Arriviamo alla fine del trailer e basterebbe già quel numero due nel titolo a farci battere il cuore e fremere nell’attesa del 14 novembre, ma una cosa da quel poco che abbiamo visto è certa: anche stavolta, di sangue ne scorrerà parecchio.