Space Cadet, il nuovo film di Emma Roberts, è riuscito a scalare la classifica dei film più visti di Prime, piazzandosi al quarto posto dopo meno di una settimana dal suo debutto su Amazon Prime. Una commedia che richiama lo schema dei “chick flick” e che forse si nasconde dietro lo scudo di questo genere per giustificare le proprie carenze.
Space Cadet: la trama
Tiffany “Rex” Simpson é una ragazza di grandi sogni e grandi capacità che sognava di diventare un’astronauta, ma che non ha avuto l’occasione di poter proseguire gli studi a causa di una tragedia personale. Dopo aver rivelato il suo sogno a Nadine (Poppy Liu) questa falsifica il suo curriculum e lo spedisce alla NASA che, impressionata dal falso curriculum, le consente di partecipare al programma di addestramento per candidati astronauti. Riuscirà Tiffany a realizzare il suo sogno?
Space Cadet: la recensione
Ok, parliamoci francamente. Cosa ci aspettiamo da questo film?
Il film è diretto da Liz W. Garcia, già sceneggiatrice e produttrice di film che posso generosamente definire mediocri, che con Space Cadet ha deciso di togliere ogni dubbio a quei due che si chiedevano se fosse migliore come regista che come sceneggiatrice. Non esiste una scena, una ripresa, un minimo fotogramma con la minima traccia di fantasia e inventiva in Space Cadet. Per quanto basse possano essere le aspettative, non occorreva chissà quale colpo d’arte, quale ripresa complicata, ma la regista ha chiaramente difficoltà ad andare oltre campo-controcampo.
La protagonista è Emma Roberts, che fa quello che ci si aspetta da Emma Roberts.
Purtroppo per noi, il copione di Space Cadet non è esattamente brillante e nonostante lei ci provi, il materiale è quello che è.
Gli attori che infestano Space Cadet si dividono in due categorie: quelli che ci provano e quelli che sanno esattamente che materiale hanno davanti e non vedono motivo di sforzarsi. E, francamente, li capisco.
Come detto, tra quelli che ci provano c’è la protagonista, l’unico personaggio che ha un minimo di umanità, l’unica cosa a cui aggrapparsi in queste quasi due ore di film. Ma anche questo non basta, perché il personaggio è semplicemente troppo. Space Cadet introduce elementi nella storia che potevano facilmente essere utilizzati per dare profondità a Tiffany, per dare sfaccettature e far passare il personaggio se non per umano, per una sua buona imitazione, ma tutti questi elementi vengono messi di lato e lo spessore del personaggio si misura in micron.
Tra chi ci prova c’è Poppy Liu, a cui avrebbero dovuto iniettare una buona dose di tranquillante prima di ogni scena, al che devo chiedermi chi ha pensato fosse una buona idea dare al suo personaggio un registro vocale oscillante tra l’irritante e l’isterico.
Il resto dei personaggi sono, detto semplicemente, perfetti idioti. E non il tipo di plausibile idiota che si incontra per strada o al lavoro, ma quello che esiste solo nelle esagerate descrizioni che si fanno dei colleghi antipatici o in questi film.
Non esiste un’interpretazione che faccia anche solo pensare a un naturale contesto umano. Tom Hopper (Luther in Umbrella Academy) è forse l’esempio più lampante: sono consapevole che questo attore sia capace di recitare (l’ho visto!) ma il suo ruolo in Space Cadet riesce a scuotere le fondamenta di questo assunto.
L’idea della trama è semplice e caratterizzata a terminale mancanza di originalità. L’idea di fondo è che “il cuore, l’amore, il pensare fuori dagli schemi” valgono più dei freddi calcoli. Il che non sarebbe stato neanche sbagliato se solo la storia avesse avuto un minimo di credibilità.
Fatemi approfondire.
La sospensione dell’incredulità è necessaria quando ci si approccia a un film. Bisogna accettare il mondo del film/serie TV così come ci viene presentato. Ma, perché funzioni, occorre un minimo di coerenza e di credibilità narrativa, che questo film evidentemente ritiene opzionali. Per fare solo un esempio: è fondamentale per la trama che la NASA esiga determinati requisiti. La tensione narrativa (un parolone che questo film non merita) nasce dal fatto che Tiffany questi requisiti non li ha. Ma se ogni personaggio si comporta come ci fosse un’epidemia di lesioni cerebrali e questi requisiti non entrano mai concretamente in gioco, qual è il punto?
Space Cadet vuole parlare di “sogni” e di “empowerment femminile”, ma per farlo occorre che la trama abbia un minimo di credibilità, che qui manca del tutto.
Già vedo e prevedo che si dirà che Space Cadet va giustificato nelle sue mancanze perché “Chick Flick”. Allora facciamo un paragone con Legally Blonde (La rivincita delle bionde). Prima di tutto, Legally Blonde è genuinamente divertente.
Ma passiamo a mettere a paragone le due protagoniste. Ellie Woods (Reese Witherspoon) viene sottovalutata perché ritenuta stupida. Dal suo ex ragazzo prima, e da tanti altri poi. Ed è questo punto che lei decide di studiare non per impressionare gli altri, ma per sé: tutto quello che ottiene è genuino, è frutto del suo impegno. Il traguardo finale viene raggiunto grazie alle sue capacità e conoscenze che solo poco prima erano stati ritenute irrilevanti.
In Space Cadet Tiffany entra grazie a un curriculum falsificato e realizza il suo sogno grazie al tanto fondamentale quanto poco credibile Deus ex Machina del terzo atto. Capite la differenza?
In poche parole, Space Cadet è una commedia che non fa ridere in un film che non intrattiene in un chick flick troppo superficiale per lo stesso genere. Oh e dura 15 minuti in più di Legally Blonde.
Tornate a vedere Legally Blonde.
Space Cadet: il cast
Emma Roberts as Rex Simpson Tom Hopper as Logan O’Leary Poppy Liu as Nadine Cai Gabrielle Union as Pam Proctor Kuhoo Verma as Violet Marie Vislawski Desi Lydic as Dr. Stacy Kellogg