Baldur’s Gate 3 – Cosa giocare dopo il capolavoro di Larian

Siete in astinenza da Baldur's Gate 3? Ecco dunque qualche consiglio per riempire il buco!

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È ormai passato quasi un anno dal lancio di Baldur’s Gate 3, un titolo che ha rivoluzionato l’industria videoludica ed elevato gli standard per tutti i grandi sviluppatori.

Con Baldur’s Gate 3, Larian ha portato al culmine la propria crescita e si è finalmente affermata come uno degli studi più importanti ed apprezzati al mondo. La vittoria del Game of the Year Award 2023 ha rappresentato l’incoronazione definitiva di un titolo del quale senza dubbio parleremo per molti anni.

Ora che però il periodo di euforia è terminato e tutte le impressioni a caldo hanno avuto tempo di sedimentarsi, vorremo approfondire il genere che Baldur’s Gate ha portato alla ribalta.

I CRPG (computer role-playing games o classic role-playing games) sono un pilastro della storia dei videogiochi e hanno contribuito a gettare le basi di questa forma d’arte che tutti amiamo. Baldur’s Gate 3 rappresenta senza dubbio l’apice di questa particolare tipologia di videogame ma negli anni si sono susseguiti moltissimi altri esempi.

Se anche voi avete amato l’ultimo capolavoro di Larian e cercate qualcosa che possa catturare il vostro interesse, vi proponiamo ben sette alternative che possano saziare la vostra fame di giochi di ruolo.

Divinity Original Sin 2

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Prima dell’accordo con Wizard of the Coast, che ha permesso allo studio di assicurarsi i diritti per sviluppare il terzo capitolo di Baldur’s Gate, Larian era al lavoro sulla propria saga chiamata Divinity.

Divinity Original Sin 2, l’ultimo capitolo della serie, condivide molto dna con l’acclamato Baldur’s Gate 3 ed è palese come Larian abbia preso in prestito molte delle meccaniche ideate per il loro titolo uscito nel 2017 e le abbia utilizzate per creare le basi della loro versione di Baldur’s Gate.

La varietà di classi, razze e conseguenti abilità è abbondante in Divinity Original Sin 2 e questo permette di affrontare le difficoltà presentate dal gioco in moltissimi modi diversi, limitati soltanto dalla nostra creatività.

Navigare i menù, i movimenti dei personaggi e le relazioni con le varie fazioni presenti nel gioco vi darà una sensazione molto familiare se venite da centinaia di ore spese nella Costa della Spada.

Con Divinity Original Sin 2 rimarrete vicinissimi alle sensazioni che il gameplay di Baldur’s Gate 3 vi ha regalato e potrete scoprira cosa ha reso Larian degna di lavorare ad un franchise così importante.

Wasteland 3

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Cambiamo nettamente ambientazione con questo titolo, lanciato nel 2020 da Inexile Entertainment. Come potete dedurre dal titolo, Wasteland 3 porta il giocatore in un’ America post-apocalittica, precipitata in un terribile inverno nucleare.

Il giocatore controllerà un team di Rangers, che dall’Arizona hanno raggiunto il Colorado per rispondere alla chiamata del Patriarca e per tentare di riprendersi dagli eventi dell’ultimo capitolo.

La saga Wasteland è conosciuta per essere il progenitore di Fallout, con cui condivide molti elementi fondanti come lo scenario postapocalittico, le creature mutanti e un arsenale di armi da fuoco estremamente bizzarre.

Wasteland 3 è un CRPG che ci sentiamo di consigliare anche a chi si affaccia a questo genere per la prima volta. Il titolo di Inexile infatti è molto accogliente verso i nuovi giocatori e spiega le meccaniche più importanti in maniera chiarissima.

Se avete trovato difficile capire come giocare a Baldur’s Gate 3 ma volete tuffarvi in un titolo isometrico molto più diretto e semplice nel gameplay, Wasteland 3 è quello che fa per voi.

L’elemento narrativo di questo titolo è veramente fenomenale e mantiene tutto il cupo umorismo e l’importanza delle scelte che hanno definito la carriera di Inexile.

Pillars of Eternity

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La saga Pillars of Eternity spesso non riceve le meritate lodi quando si discute di questo tipo di videogiochi. Obsidian ha creato un mondo veramente interessante chiamato Eora che aspetta solo di essere esplorato.

Vestendo i panni del Watcher potremo immergerci in questa avventura creata dallo studio che ha sviluppato The Outer Worlds, Fallout: New Vegas e Grounded

La libertà di affrontare ogni situazione nel modo in cui preferiamo è la priorità degli sviluppatori e questo ha la potenzialità di creare situazioni assurde e incredibili. Il mondo di Eora è colmo di storie da scoprire e vi consigliamo di dare una possibilità a questa saga se vi è piaciuto Baldur’s Gate 3.

Obsidian inoltre ambienterà Avowed, la sua prossima creazione in arrivo alla fine dell’anno, proprio nel mondo di Eora. Questo potrebbe essere la motivazione definitiva che vi serve a provare Pillars of Eternity

Pathfinder Kingmaker

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Mentre Baldur’s Gate 3 basa il suo gameplay sulle regole di Dungeon & Dragons, questo titolo si ispira al regolamento di Pathfinder. I personaggi in questo mondo sono personalizzabili nei minimi dettagli e sono presenti una serie di variabili che possono intimidire chi si avvicina al genere per la prima volta.

Pathfinder Kingmaker è stato rilasciato nel 2018 e incentra il proprio gameplay in una versione del regolamento molto più arduo da comprendere rispetto alla quinda edizione di D&D su cui è basato Baldur’s Gate 3 e questo crea ovviamente una curva di apprendimento molto più ripida e una barriera all’ingresso piuttosto elevata.

Pathfinder Kingmaker però possiede una qualità narrativa veramente fuori dal comune che, sebbene venga comunicata in maniera scritta e non cinematografica, resta un punto di forza di questo titolo. Se vi siete appassionati alla storia di Baldur’s Gate 3 non possiamo che consigliarvelo.

Dragon Age: Origins

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Quando Bioware era ancora il punto di riferimento di tutti gli amati dei giochi di ruolo, ha deciso di lanciare Dragon Age: Origins. Il nuovo titolo avrebbe dovuto essere il successore spirituale dei primi due Baldur’s Gate, sviluppati proprio dallo studio canadese.

Si tratta di un videogioco iconico che è riuscito nell’ impresa di portare il gioco di ruolo classico a sfondare su console. Bioware è riuscita a svincolarsi dall’ IP di Baldur’s Gate e creare un mondo fantasy meraviglioso ma soprattutto credibile.

Il grande punto di forza di Dragon Age: Origins però è senza dubbio la libertà di scelta garantita al giocatore. Il mondo di gioco regisce in maniera spesso inaspettata alle nostre scelte e, sebbene sia questa la caratteristica che definisce un buon RPG, non tutti riescono a renderla così bene come ha fatto Bioware.

Anche la componente ruolistica è stata davvero innovativa per l’epoca. Le origini giocabili possono essere definite come un tutorial personalizzato in base alle scelte effettuate nel character creator e questo elemento, oltre ad influenzare tutto il resto della campagna, costituisce un ottimo motivo per rigiocare l’intera avventura con un nuovo personaggio.

Non è un caso che molti sviluppatori abbiano provato ad imitare l’idea delle Origins, pur non riuscendo neanche lontanamente ad avvicinarsi ai fasti di Bioware.

Se amate Baldur’s Gate 3 dovete assolutamente provare Dragon Age: Origins che, sebbene mostri i suoi anni, resta uno dei migliori esempi di gioco di ruolo in circolazione.

Icewind Dale

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A questo punto ci addentriamo nelle aree più recondite che questo genere ha da offrire, andando a toccare i mostri sacri che hanno gettato le basi senza le quali non sarebbe stato possibile nemmeno concepire Baldur’s Gate 3.

Icewind Dale è un titolo leggendario lanciato nel 2000 da Black Isle Studios, che si ambienta nella regione montana del Faerun denominata proprio Icewind Dale. Ci uniremo ad una spedizione che ha l’obiettivo di indagare su alcuni strani avvenimenti nelle Ten Towns.

Il maggiore punto di forza di questo titolo però è senza dubbio il combattimento e le meccaniche approfondite alla base. Il giocatore ha la possibilità di costruire l’intera squadra di sei personaggi, permettendo un livello di personalizzazione molto elevato.

Bisogna ricordarsi però che, a differenza di molti CRPG moderni , Icewind Dale usa un regolamento di D&D piuttosto arcaico. Stiamo parlando sicuramente di una pietra miliare di questo genere ma non ce la sentiamo di consigliarlo a chi non ha già dimestichezza con questo tipo di gioco.

The Temple of Elemental Evil

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Vi vogliamo consigliare un’ultima perla che è rimasta insabbiata nel vastissimo mondo dei CRPG. The Temple of Elemental Evil è un titolo sviluppato da Troika, una compagnia statunitense che ha pubblicato solo tre titoli nella sua brevissima storia: Arcanum, Vampire: The Masquerade – Bloodlines e The Temple of Elemental Evil.

Nessuno dei tre è riuscito allora a riscuotere sufficente successo sul mercato e salvare lo studio, ma con il tempo molti videogiocatori li hanno potuti apprezzare e farli diventare dei veri cult.

Questo gioco, oltre ad essere estremamente datato in termini di grafiche e di controlli, utilizza un regolamento ormai in disuso nella comunità di D&D ovvero il 3.5. Per avvicinarsi quindi bisogna essere disposti ad imparare un sistema piuttosto complesso per chi non lo utilizza per la prima volta.

Vale la pena però superare gli ostacoli iniziali perchè, sebbene dal punto di vista visivo non sembri nemmeno un lontano parente del capolavoro targato Larian, The Temple of Elemental Evil è un titolo davvero perfetto per gli amanti di Dungeons & Dragons.

La trama si basa sul modulo omonimo scritto da Gary Gygax, una delle menti creatrici di D&D, che gli sviluppatori hanno chiaramente voluto onorare.

Il mondo di gioco è sorprendentemente grande e dettagliato per un titolo di inizio millennio ed è popolato da moltissimi personaggi che ci permettono di imbarcari in missioni di vario genere. Anche le location più rappresentative come il Villaggio di Hamlet sono ben caratterizzate e riescono ad immergerci pienamente nella trama.

Il tutto culminerà nel Tempio che da il titolo a questo videogioco e, senza discutere troppi dettagli relativi alla trama, possiamo sicuramente affermare che The Temple of Elemental Evil è un vero omaggio a Dungeons & Dragons e a tutti i suoi fan. Se siete tra questi dovete assolutamente giocare a questo titolo nascosto ma affascinante.

La nostra speranza è che il successo di Baldur’s Gate 3 possa esporre molte più persone ad un genere che merita di essere riscoperto e di tornare in auge.

Voi avete già provato qualcuno di questi titoli?

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